Gran Cuvée XXI Secolo 2007 D’Araprì, gli unici botti di fine anno che avrei voluto udire



Girolamo D'Amico e Lino Carparelli

Queste splendide bollicine hanno il merito di aver spostato verso sud l’attenzione nella ricerca di spumanti metodo classico di eccellenza. Proprio così, nell’agro San Severo, nel cuore dell’antica Daunia, un brioso trio jazz nel 1979 decide di proiettare la propria energia e consolidata amicizia nella produzione di spumanti metodo classico.

A dirlo sembra quasi un gioco divertente, ma nella realtà risulta essere un’impresa piuttosto ardua non essendo questo territorio che abbia esperienza in tale settore. I tre folli sognatori di bollicine made in San Severo sono Girolamo D’amico, Louis Rapini e Ulrico Priore e l’unione delle iniziali dei loro cognomi compone l’ormai notissimo nome dell’azienda: D’Araprì. Nell’antica cantina del ‘700 nascono  unicamente bollicine metodo classico puntando con decisione sulle potenzialità del bombino bianco, rivelatosi un vitigno molto interessante nella rifermentazione in bottiglia. Le statistiche annuali registrano un significativo aumento dei consumi di bollicine italiane rispetto a quelle francesi che hanno sempre mantenuto un virtuoso primato. In effetti i maestri di questa tipologia di vini rimangono i cugini oltralpe avendo alle spalle una esperienza consolidata da centinaia di anni di produzione.
Già i romani nelle loro avanzate trionfali apprezzavano notevolmente i vini realizzati nella virtuosa Champagne e durante la seconda guerra mondiale i tedeschi hanno cercato con prepotenza di impossessarsi dell’intera produzione per la quale andavano letteralmente in visibilio. L’impegno costante ed ambizioso delle cantine della Franciacorta e Trento doc , unite ad una mirata ed attenta comunicazione, lentamente e gradualmente hanno conquistato uno spazio sempre maggiore del mercato di settore. Mentre al sud si va piuttosto a rilento nella realizzazione di spumanti metodo classico, forse perché ancorati alle produzioni tradizionali. E questo in fondo non ci dispiace molto. Il fatto che D’Araprì sia riuscita nella sua impresa con grande successo, inserendosi tra le etichette di eccellenza nazionali, pur mantenendo una identità propria e riconoscibile, è quindi un fatto straordinario.
Il Gran Cuvée XXI Secolo è un millesimato prodotto solo nelle migliori annate, con uve bombino bianco, pinot nero e Montepulciano e rappresenta una delle etichette di punta dell’azienda. La 2007 ha coronato i festeggiamenti di fine anno in casa mia ed allo scoccare della mezzanotte lo stappo energico è stato l’unico botto sparato raccogliendo i buoni auspici per il 2013, mentre nel resto della città di Napoli si sentiva esplodere di tutto. Mi piacerebbe moltissimo che nei prossimi anni le uniche esplosioni udibili in giro per la Campania fossero quelle di ben auguranti tappi a fungo, evitando quindi di dover apprendere poi il giorno seguente la lunga lista di feriti e morti che fa pensare tristemente ad un bollettino di guerra. Sarà pure uno dei tanti buoni propositi messi in conto inutilmente per l’anno a venire, ma questa vergognosa pratica andrebbe proprio abolita. In effetti ne siamo tutti un po’ complici in quanto tolleriamo le numerose bancarelle per strada preposte alla vendita di fuochi d’artificio e botti vari spesso potenti e pericolosi quanto un ordigno bellico. Sono sotto gli occhi di tutti, ma continuiamo a ripetere che rappresentano una tradizione locale, un’usanza profondamente radicata ed impossibile da debellare, rendendoci quindi complici  delle terribili conseguenze, ma anche di un mercato illecito controllato dalla criminalità organizzata. Basterebbe denunciare non solo chi li vende, ma anche i vicini di casa che abbiamo personalmente visto dare fuoco alle micce. I cambiamenti possono avvenire solo se c’è una presa di coscienza comune, non è sufficiente attendere che una legge modifichi i fatti.
Ritornando invece ai buoni propositi arrivati a buon fine dei produttori D’Araprì, il millesimo 2007 realizzato con grande cura, sosta 60 mesi sui lieviti. Ha veste dorata e naso intrigante: si susseguono lungamente i sentori di fieno, mela cotogna, poi ancora albicocche e gelso. Il sorso è estremamente piacevole, avvolgente e spigoloso allo stesso tempo, energico nella spinta freschezza, esprime una certa verve che gli consente di essere gioioso protagonista a tavola a tutto pasto.

D’Araprì ha sede in via Zanotti 30, San Severo (FG). Tel. 088 2227643

www.darapri.it   [email protected]

 

Questa scheda è di Marina Alaimo

 


 

Un commento

  1. Beh che dire sono legato molto alla cantina e ai tre soci, Girolamo in particolare…e se nel 2013 facessimo una birra con mosto di montepulciano fornito da lui ? Naturalmente maturata secondo il metodo classico poi…..nelle cantine della San Severo del 600

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