Irpinia da Amare, il report. I dodici grandi Taurasi in vetrina


Enzo Vizzari, Piero Mastroberardino e Luciano Pignataro aprono la manifestazione con la verticale di Taurasi (Foto Lello Tornatore)

di Roberta Raia

L’Irpinia può essere definita la zona d’eccellenza della viticoltura meridionale. E’ noto che grandi e pregevoli produzioni viticole sono legate indissolubilmente al territorio: questo è il suo caso, è un luogo che può essere paragonato ad un caldo utero, un terreno di origine vulcanica circondato da colline e catene montuose,devastato nel passato da violente calamità naturali, ma che si è dimostrato sempre protettivo e benevolo nei riguardi delle sue creature tra cui l’Aglianico, il sangue rosso del meridione!
Le preziose caratteristiche di questo vitigno trovano “sfogo”, con ottimi risultati, in vari areali ma la straordinaria longevità e l’estrinsecazione delle sue più pregevoli caratteristiche raggiungono l’acme nel Taurasi.


Il Taurasi è da considerarsi uno dei migliori vini italiani. La zona di produzione  comprende Taurasi e una quindicina di  comuni limitrofi, tutti nell’Avellinese.
Ha origini preromaniche e trae il suo nome da Taurasia, un villaggio conquistato dai Romani nell’80 d.C.
Il binomio Irpinia-viticoltura ha sempre camminato in parallelo. Infatti, quando nella seconda metà dell’ 800, l’arrivo della fillossera (un piccolo afide di origine americana) mise in ginocchio la viticoltura Europea e quella del nord Italia, il Taurasi si rivelò immune grazie alla presenza di terreni sabbiosi e vulcanici che ne impedirono la proliferazione.
La richiesta di vino fu tale da rendere possibile la costruzione di una vera e propria “ferrovia del vino”, così da Taurasi partirono interi vagoni per rifornire in misura preponderante il paese e alcuni distretti francesi.

Un buon vino, non può essere definito tale se alle spalle non ha il fascino dei contenuti storici e tradizionali. Fortunatamente la storia non si può cancellare, così come la tradizione, ed è ciò’ che fa del Taurasi un grande vino!
E’ questo che cerca d’insegnarci il lavoro svolto da quei produttori che lavorano nel rispetto delle tradizioni senza trascurare gli aspetti essenziali della conoscenza e della modernità, in nome di un passato che ha fatto la storia del nostro paese.

Questa premessa stende il tappeto rosso alla presentazione dei Taurasi che seguono, presenti alla manifestazione Irpinia da Amare organizzata all’Hotel de la Ville ad Avellino.

I Taurasi in degustazione:

Amarano- Taurasi Principe Lagonessa 2006
L’azienda nasce nel 2004 a Montemarano,territorio notoriamente vocato all’Aglianico. Grazie all’altezza e all’escursione termica è sicuramente un’espressione “tosta”di Taurasi , i tannini sono potenti e ancora indomati, da contralto: una frutta vigorosa e pulita. La freschezza è l’elemento predominante.
E’ un vino che non ha sicuramente raggiunto il capolinea in termini di evoluzione.

Antico Castello- Taurasi 2008
Un vino estremamente giovane, dal punto di vista evolutivo e da quello prettamente anagrafico, è dotato di forte acidità e di una presenza tannica importante, la freschezza accompagna le linee morbide di una frutta di grande qualità.
Tutte le componenti organolettiche sono impeccabili e autonome, scisse tra di loro, sembra quasi impossibile soffermarsi e decifrare un solo parametro, tutto è allertato, tutto è dinamico, tutto decorre verso un’unica meta.
Solo il tempo ci svelerà la natura di tale meta.

Cantine Russo- Taurasi Spalatrone 2007
Un vino ingannatore, la delicatezza sfoggiata al naso che dona note di frutta matura, speziate e addirittura floreali, si contrappongono alla rusticità e all’anima acerba dei tannini che lo rendono un vino poco ruffiano.
Contraddistinto da un’ossessiva ma piacevole freschezza che guida la beva non scontata.
Nel complesso, un vino elegante e non di facile lettura.

Contrade di Taurasi 2007
E’immediato l’aggettivo che evoca: caldo. Caldo è il respiro, così come il suo sapore, i tannini raffinati guidano la sua essenza morbida sorreggendo nel contempo un’importante alcolicità.
L’approccio con questo vino è stato un po’ come innamorarsi, fare un sorso, desiderandone subito un altro, per cercare di capirlo fino in fondo.
Il “non stancarsi” di qualcosa, rappresenta per me uno dei parametri fondamentali: nella vita, come nell’enologia.

Il Cancelliere- Taurasi Nero ne’ 2006
L’azienda sorge a Montemarano la cui produzione vinicola risale alla seconda metà dell’800, ma solo nel 2005 si costituisce un’etichetta. E’ un vino che rievoca la tradizione, ha dei sentori di frutti rossi intensi e persistenti, la materia ricca e carnosa è comprovata nella cavità orale.
Le componenti acide e tanniche sembrano dissociarsi dal contesto, si presentano ancora molto dure e acerbe.
Un vino interessante e ancora da evolvere.

Gli Elmi- Taurasi 2006
Un vino estremamente materico, concentrato, il frutto è quasi masticabile, si mostra prepotente in termini di alcol ma ben bilanciato da una nota di freschezza.
Al naso sono evidenti aromi fruttati e delle eleganti sfumature speziate.

La Molara- Taurasi Santa Vara 2006
Si presenta ancora molto giovane, ma ben amalgamato ed equilibrato nelle sue caratteristiche organolettiche, le spigolosità sono ben smussate dall’alcol.
Sono presenti delle particolari note balsamiche e di resina con degli strascichi timidi di pepe.

Luigi Tecce- Taurasi Poliphemo 2007
Contraddistinto da un respiro raptatorio, i sentori di gelso e mora accompagnano, l’ingresso dolce nella cavità orale , a questo punto si fa fatica a stargli dietro, parole come dinamicità e complessità potrebbero sembrare degli eufemismi, ma è proprio così, il vino sembra prendere vita.
C’è tutto ciò che si potrebbe desiderare sorseggiando un bicchiere “divino”.

Mastroberardino- Taurasi Radici 2007
E’ un “cult” della enologia campana, io non ero ancora nata e forse i miei genitori non si conoscevano ancora quando i fratelli Mastroberardino iniziarono ad etichettare e ad imbottigliare, è una realtà talmente consolidata che le mie parole potrebbero risultare pleonastiche e fuori luogo.
Un vino “completo” che si crogiola in un equilibrio magistrale, grazie ad un uso ineccepibile del legno. Possiede un naso tipico che dona profumi di ciliegia e prugna matura con eleganti sfumature che virano dal muschio al tabacco.
Lascia il palato pulito e appagato con la chiusura amara, tipica dell’Aglianico.

Mier Vini- Taurasi Don Ciriaco 2006
E’ un vino che riesce a viaggiare nel tempo, mantenendo un gusto antico grazie al metodo di vinificazione tradizionale. La frutta è esplosiva e palpabile, il pool aromatico spazia dal Kirsch a note eleganti di tabacco, è un vino intenso e molto strutturato che regge un’importante e piacevolissima alcolicità.
Un vino che designa  tutta la voglia di esprimere il territorio ed il ritorno alle origini.

Perillo- Taurasi Riserva 2003
Nel 2003 non avevo ancora deciso cosa fare del mio futuro, mentre vivevo nella spensieratezza dei miei anni, qualcuno a casa Perillo s’impegnava a costruire un qualcosa che solo oggi mi avrebbe fatto riflettere:  il Taurasi 2003!
Un vino che parla, che si racconta lentamente e che si fa leggere, ha un’identità forte ma nel contempo sfoggia un carattere gentile. L’ingresso in bocca è dolce, morbido e avvolgente, i tannini sono robusti ma eleganti. Al naso si dipana un’ opera ammaliante, un odore costante ma non invasivo di mora selvatica con dei fiotti di catrame e rosa.
Dotato di una beva facile ma non banale.

Tenuta Cavalier Pepe- Taurasi 2006
Un Taurasi che rispetta la tradizione, ma fanatico della raffinatezza. Dotato di un frutto succoso e croccante, si presenta al naso ruffiano con delle sfumature speziate che denotano un uso attento e razionale del legno. Promette un’evoluzione serena e incoraggiante.
Questa passeggiata all’ombra del Taurasi ha confermato i miei pensieri e le mie emozioni, il vino, non è mai un’entità a se stante, è un sistema vivo che non può prescindere da storia, tradizione, devozione e passione. La degustazione di un vino ha tutto un altro sapore e valore se è guidata da chi lo produce, perché ha il gusto raro dell’esperienza e dei ricordi.

11 Commenti

  1. Quando metti insieme il meglio della produzione taurasina, non può essere che un successo, come in effetti è stata la giornata di incontri “ravvicinati”
    Come al solito, Roberta riesce con le parole a farti vivere le emozioni che ogni produttore elargisce con le proprie creature. BRAVA ROBERTA!

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