Nino Di Costanzo al Romeo di Napoli con Salvatore Bianco. Presentato il riso di pasta pensato con Gentile


Nino Di Costanzo impegnato sugli aperitivi

Nino Di Costanzo al Romeo di Napoli ospite di Salvatore Bianco. Gran bella serata, gran pienone e tanta voglia di fare con la stagione alle porte. Ormai il Comandante è entrato nelle corde della città. In questo Napoli è agli antipodi rispetto a Milano e Roma subito pronte ad accogliere le novità. Qui deve passare molto tempo, ma alla fine è per sempre.

Il Comandante, pane e burro di bufala

Resta il mistero perchè gli alberghi sul lungomare più spettacolare del mondo con vista su capri e il Vesuvio ancora non investono nella ristorazione limitandosi a malinconici servizi. Visione corta? Incapacità di aggiornarsi? O forse proprio non riuscire a capire cosa significa fare albergo oggi nel mondo?

Il Comandante, gambero al mandarino, ricotta di bufala e frisella

Ma veniamo alle cose belle, gli apetizer sono stati convincenti, quelli di Nino piegati sul mare mentre Salvatore ha presentato una ghiotta polpetta al ragù molto ben eseguito e moderno con una conserva fatta in proprio.

Il Comandante, fumarole

Di Costanzo si lancia sempre sulla spettacolarizzazione oltre che dei piatti anche della esecuzione.E la sua fumarola ha centrato palato e vista.

Il Comandante dell’Hotel Romeo

Ma veniamo alla cena vera e propria.

Il Comandante, crostacei, barbabietole e agrumi

Ci è piaciuto molto il primo piatto di Salvatore Bianco: essenziale, moderno, salutare, senza grassi. E’ questa la direzione che deve imboccare la cucina campana.

Il Comandante, riso di semola, piselli, scampi, provola e limone

Nino Di Costanzo ha poi lanciato la nuova pasta concepita con il pastificio artigianale Gentile di Gragnano. Lo chef del Mosaico ama l’illusionismo a tavola, gioca sui nomi e sulla vista che spesso inganna. Il riso di semola è questo e chi è abituato al risotto del Nord avrà sicuramente qualche perplessità sulla consistenza ma il piatto si muove bene grazie ad una forte impronta acida e al tocco fumé molto ben gestito e non preponderante. Si perde un po’ la freschezza dello scampo.

Il Comandante, tonno che cavolo

Anche il secondo piatto di Bianco ci è piaciuto molto: l’uso del cavolo con il pesce, molto francese, è ancora poco usato in Italia ma funziona quanto le patate ed è molto salutare oltre che efficace.

Il Comandante, agnello in parmigiana di melanzane

Nino è un mago con la carne e l’agnello avvolto nella parmigiana è davvero una golosità incredibile. Grande equilibrio di sapori tra le diverse componenti del piatto, gestione della tecnica di cottura da vero maestro. Chapeau.

Il Comandante, i vini. In senso orario: Bellavista Gran Cuvée 2008, Les argiles 2006, Domaine Francois Chidine Vouvray, Pinot Gris riserve 2006 Domaine Weinbach, Solanes 2004 Priorat Bodera Cims de Porrera

I vini stavolta non erano campani. Buono il Bellavista 2008 con una discreta complessità palatale e olfattiva. Molto lontani dalle mie corde il Pinot Gris e soprattutto l’esuberante Solanes, il bicchiere della serata è stato sicuramente Le Argiles 2006 in perfetto equilibrio.

Il Comandante, pre dessert: cavolfiore, cacao e caramello

Con la pasticceria ci siamo trasferiti al Mosaico dove si è esibito il bravissimo pasticciere.

Il Comandante, Napulè

Napulé, un atto di amore di Di Costanzo verso questa città ha chiuso una serata molto ben organizzata, un percorso gustativo ampio, complesso, intrigante come difficilmente accade in queste circostanze. Salvatore Bianco è stato un ottimo padrone di casa riuscendo a dare un buon tocco di personalità ai suoi piatti e lasciando, come si conviene in questi casi, la scena all’ospite.

Salvatore Bianco e Nino Di Costanzo in cucina (Foto Donatella Bernabò Silorata)

Il Comandante, Napulè

4 Commenti

  1. Vorrei una spiegazione tecnica perché la risina di pasta esiste da ‘mo e non c’era bisogno del pastificio Gentile per ” inventarla” . Per esempio al Tre Lune di Calenzano l’hanno già provata tutti i critici, dai tre stelle ai dilettanti allo sbaraglio, quali io e Ciomei, per esempio :-) Naturalmente con tutto il rispetto per l’amatissino Nino e per il pastificio Gentile, che ha tutto il diritto di fabbricarla. Però, ripeto spiegate i la differenza fra questa e altre già esistenti sul mercato, non solo industriale.

  2. Farei notare ai napoletani che “da ‘mo”, nell’idioma originario di Maffi, significa l’esatto contrario di ciò che indicherebbe in napoletano ;)))))

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