Pian di Stio 2012 Fiano Paestum igt


Pian di Stio 2012 di San Salvatore

E’ proprio nella natura del Fiano quella di crescere e migliorare con il tempo. Più ne passa, meglio è. Non si contano gli esempi in Irpinia, ma la verità è che ovunque si pianta regala davvero grandi soddisfazioni a prezzi incredibili per un bianco che potrebbe benissimo poi competere con tutti i bianchi del mondo. Il 2012 è l’anno magico di Peppino Pagano, dopo alcune prove esce in commercio con la mitica bottiglia da mezzo litro con il bufalo in etichetta pensato da Mario Cavallaro. Una operazione estetica fantastica, tra le migliori in Campania. Ma sotto l’estetica c’è tanta sostanza, lo abbiamo visto in una verticale completa tenuta a Paestum durante l’ultima edizione di Lsdm in cui questa annata magica si è presentata fresca e pulita, intensa, complessa, buonissima, nel bicchiere. Non un segno di cedimento per un vino che, a 450 metri di altezza nel comune di Stio Cilento, ha solo da guadagnare dal surriscaldamento climatico.

Scheda del 10 luglio 2013. In un periodo in cui tutti si lamentano di qualcosa io mi ritengo soddisfatto della direzione presa dai bianchi campani. Sì, c’è stato un periodo di banana e ananas e di eccessi di dolcezza, ma direi che sostanzialmente da Roccamonfina al Cilento ormai il livello è davvero molto alto e, soprattutto, inconfondibile. Salati, acidi, minerali, di lunga prospettiva: ecco come sono i bianchi campani mentre in gran parte dell’Italia ci si attarda ancora su modelli superati e stanchi, ovviamente con le dovute eccezioni. In un Paese dove tutti fanno tutto la Campania si sta progressivamente specializzando, credo dipenda molto dalla sua cucina e dal fatto che abbiamo i migliori acidificanti del mondo nel nostro dna palatale, il pomodoro e il limone. Anche nel Cilento, dove in genere la polpa della frutta tende a dominare la mineralità la tendenza è abbastanza marcata, lo dimostra Pian di Stio, un Fiano in bottiglia da mezzo litro coltivato a 450 metri nel cuore del Parco del Cilento in un paese che si chiama, appunto, Stio. Il protagonista di questa scelta è Peppino Pagano, grande imprenditore turistico che si è dedicato all’agricoltura senza se e senza ma: nella stessa azienda, un corpo aziendale tra i più belli della Campania con affaccio sui templi di Paestum, convivono le uve biologiche e il ciclo della bufala. L’incontro con Riccardo Cotarella era obbligato e, come sempre accade, l’enologo si esalta quando ha un contraltare che guarda lungo. Il Pian di Stio 2012 è minerale, lungo, di grande carattere e longevità: da spendere sugli ultimi grandi spaghetti di Maria Rina al Ghiottone di Policastro o sulla montanara di Nonna Sceppa. A Peppino la nostra solita raccomandazione che facciamo a tutti: iniziare a considerare il tempo come fattore di incremento di valore del vino. Magnum e riserva allora, per poter godere anche tra dieci anni di questi vini che promettono una vita eterna in bottiglia.

Sede a Stio, Contrada Zerilli Tel 0828.19909 www.sansalvatore1988.it Ettari: 16,5 di proprietà Bottiglie: 100.000 Enologo: Riccardo Cotarella Prezzo: 11 euro 

 

2 Commenti

  1. È diventata una consuetudine per me, berlo in abbinamento con la Mozzarella di bufala campana

  2. Quando poi te lo ritrovi anche nell’ottimo panettone artigianale che nel periodo di Natale troneggia sugli scaffali della Dispensa di San Salvatore allora ti ricorderai del suo odore e te ne accorgerai anche dal sapore.PS Personalmente non finirò mai di ringraziare tutti i produttori Cilentani che hanno dato dignità vinicola ad una terra praticamente fin quasi all’anno duemila presa in nessuna considerazione.Ad Maiora semper da FM

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