Roma, Open Colonna


Palazzo delle Esposizioni
Via Nazionale 194
Via Milano 9A
Tel. 06.47822641
Fax 06.4745417
Aperto dalle 12.30 alle 15.30 e dalle 19.30 alle 23.30
Chiuso la domenica sera e il lunedì
www.antonellocolonna.it

La pittura di Mark Rothko, la fotografia di Gregory Crewdson, il cinema di Stanley Kubrick, la cucina di Antonello Colonna. Trovate tutto questo in colpo solo al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Le opere permanenti (senza scadenza di calendario) sono però solo quelle dell’Open Colonna al secondo piano, grande veranda-ristorante affacciata sui tetti di Roma.
Evento nell’evento, in piena sintonia con la filosofia veltroniana della città aperta a tutte le manifestazioni dell’arte, da ottobre l’ingresso nella capitale dello chef più innamorato della cucina romanesca, che riesce ogni volta a cambiare senza mai tradirla. Colmo dei colmi, è anche lui uno dei motivi di attrazione del Palazzo, per noi il principale.
Ambiente dai colori soft, tutto molto studiato e raffinato, arredamento minimale come ora si usa un po’ ovunque nell’Occidente che orientaleggia, al piano superiore il bar con piccola biblioteca e tanti divani bianchi per una pausa dal caos. L’anima mediterranea la trovate tra l’alloro, il rosmarino e i limoni che per fortuna in terrazza hanno vinto contro le decorazioni da ikebana finto-giapponese delle quali davvero non se ne puo’ più.
Ai tavoli un menu del giorno a 15 euro con una scelta tra due primi piatti, ad esempio gnocchi all’amatriciana o vellutata di ceci; tra polpette al sugo o insalata di polpo con timo e limone e tra due dessert come la bavarese al cocco o il semifreddo alla nocciola. Sapori semplici e riconoscibili ad un prezzo praticamente popolare: studenti e famiglie con bambini possono passare dai capolavori dell’arte contemporanea alla cucina dell’alta ristorazione senza dover necessariamente finire per la pausa pranzo a masticare per strada panini congelati.
Anche la proposta della carta segue la linea ben precisa dei piatti semplici e quasi tutti rintracciabili nella tradizione contadina romana, la lettura della lista non crea mai sconcerto e, ciò che più conta, il palato riconosce subito i sapori. Per cominciare la testina di vitello con caponata di verdure, lo stufato di verza con caciotta fresca e lardo, la pancetta di maialino con le mele cotogne; tra i primi gli spaghetti con il ragù di tonno fresco, i tonnarelli con patate e colatura di alici, i tortelli con i ceci e il baccalà e l’ABC del vocabolario di Colonna: ravioli di pecorino con trippa alla romana e gnocchi di patate con broccoli romaneschi. Tra i secondi lombo di coniglio in crosta di guanciale con fagioli cannellini, fegato di vitello con crostini di polenta e funghi pioppini, agnello al mosto cotto. Una discreta scelta di dessert (molto buona la marchesa al cioccolato con il gelato di yogurt alla menta) e una valida e ricca alternativa di insalate per lunch con poco tempo e pochissimi sensi di colpa. Tra bollicine francesi e vini che coprono tutte le regioni italiane le etichette sono circa cento, offerta completata dal vino in caraffa, tornato in gran fretta di moda in questi ultimi mesi di crisi.
Un grande chef ma anche un moderno manager e un ottimo regista: quando riesce a staccare dal “quartier generale” – come Colonna ama definire il suo ristorante di Labico – nella sala dell’Open lo sguardo non perde mai di vista un solo attore e il servizio ne guadagna in professionalità ed efficienza. C’è poco da dire, anche chi non lo ama è costretto ad ammettere che Antonello ci sa davvero fare. Alla carta mangerete sui 50 euro.

Virginia Di Falco