Vigne Surrau, il vino di Porto Cervo


Nascita di una cantina e il ritorno alla terra in Sardegna

Il ritorno alla terra è una delle poche cose positive in atto nel nostro Paese, ma forse è proprio una delle conseguenze del fatto che tutto il resto va abbastanza male e le città vivono depressioni isteriche.
Un fenomeno generale, da Nord a Sud, di varia intensità e dimensioni, ma comunque univoco: chi si è affermato in un campo cerca nella terra, nella viticoltura, il proprio bisogno di concretezza e stabilità, avere la sensazione di realizzare qualcosa di palpabile, ereditabile. I nipoti tornano dopo che i nonni avevano faticato per mandare i figli a scuola. Ciclo vichiano.
Tino De Muro è un grande, grandissimo, imprenditore, il numero uno nell’Isola per la fornitura di materiale edile, la famiglia coltiva poliedriche attività, ma la soddisfazione più grande per lui è stato il taglio del nastro della cantina in località Chilvagghja: una semplice bicchierata seguita alla degustazione. Vermentino metodo classico, opulento, ricco, fresco.

Un momento della festa. In primo piano lo shop dei prodotti tipici tra cui uno strepitoso prosciutto di pecora. (FotoPigna)
L’idea è offrire una esperienza di verità rurale sarda ai turisti della Costa Smeralda, la cantina è pensata per chi la visita, acciaio, vetro e legno a basso impatto ambientale, nuova ma sembra esserci da sempre: al centro un bancone bar circolare dove stare d’inverno, fuori un terrazzo per l’estate che affaccia sui terreni dell’azienda e sui nuovi impianti di cannonau e vermentino. Siamo a 150 metri sul livello del mare, i venti mantengono continuamente sana la frutta.

La terrazza esterna e l’area mostre con l’esposizione di pezzi di artista
Il tecnico, vent’anni di professione alle spalle, è una vecchia conoscenza degli appassionati di vini sardi: Angelo Angioi, prime spremiture a bottega da Tachis, i tempi eroici della rinascita del vino isolano.

Il discorso inaugurale di Tino Demuro (FotoPigna)
La famiglia De Muro coltiva cannonau, cabernet sauvignon, carignano, muristellu e vermentino nella valle del Surrau che da il nome alla cantina, tra Arzachena e Palau, Porto Cervo è a pochi minuti, siamo su una delle strade più frequentate della Sardegna. Qui ci sono cinque ettari di vermentino mentre le località a bacca rossa sono in località Juannisolu, dove c’è il vigneto di maggiore estensione dell’azienda. A Spridda e Pastura, in collina e a valle di Arzachena, si trovano i vigneti di nuovo impianto.

L’amico di sempre Gilbertu Arru, responsabile in Sardegna guida vini Gambero Rosso e guida ristoranti Espresso (FotoPigna)
Al termine della inaugurazione, conclusa con il discorso appassionato di Tino, centrato proprio sul ritorno alla terra, Angelo e l’amico Gilberto Arru hanno condotto tecnica la degustazione di alcuni vini.
Straordinario lo Sciala 2008, Vermentino di Sardegna di lungo corso di cui pensiamo di scrivere sul Mattino.
Buon impatto con la beva del Sincaru 2007, Cannonau di Sardegna doc passato solo in acciaio, ben interpretato nella sua essenzialità con l’acidità che riequilibra l’alcol e di buona struttura, felice di non affliggere il palato con l’eccessiva concentrazione materica.
Entrambi i vini vantano un buon rapporto tra qualità e prezzo, siamo sui 15 euro in enoteca.
Un po’ più alto il prezzo del Barriu 2006 Isola dei Nuraghi igt, erede di uno stile che ha fatto la fortuna dei rossi sardi, decisamente anni ’90 come silouette, un po’ ruffianotto ma anche capace di esprimere buona eleganza sia al naso che in bocca in piena corrispondenza fra loro.
Insomma, una realtà solida, di buone prospettive di crescita e destinata a primeggiare nei prossimi anni.