Vini Antica Masseria Venditti


Vini Antica Masseria Venditti

di Enrico Malgi

Nicola Venditti, diplomatosi enologo fin dal 1984, è un personaggio navigato e carismatico di Castelvenere ed è senz’altro uno tra i migliori produttori vitivinicoli del Sannio e della Campania. Discende da una storica famiglia, dedita da molti anni alla viticoltura territoriale con grande successo, frutto di una seppur minimale produzione di vini con metodo biologico, i quali in fase di maturazione si avvalgono soltanto dell’utilizzo di contenitori di acciaio e mai di quelli di legno “…perché il vino per essere buono ha bisogno di uve di alta qualità senza nessun apporto del legno…” afferma convinto Nicola.

Nicola Venditti Vincitore al Festival della Dieta Mediterranea nel 2025 a Pioppi

Tre le bottiglie di nuove annate che ho assaggiato in questi giorni.

Controetichette vini Antica Masseria Venditti

Vàndari Falanghina del Sannio Doc 2024. Falanghina in purezza maturata in acciaio per sei mesi e poi affinata in vetro per un mese. Tasso alcolico di dodici gradi. Prezzo finale tra i 15,00 ed i 20,00 euro.

Vandàri Falanghina del Sannio Doc 2024 Antica Masseria Venditti

Nel calice si intravede un fulgido, invitante, accattivante e giovane colore giallo paglierino. Bouquet esemplare, il quale evoca subito alla mente una serie di fondanti profumi che contrassegnano proprio la Falanghina: sentori fruttati di mela verde, pesca bianca, pera spadona, banana ed ananas, accompagnati da aromi floreali di ginestra e di fiori di limone, da sentori vegetali di foglie di eucalipto e di aghi di pino, da svolazzi speziati di chiodi di garofano e zenzero e da credenziali di balsamo e di mentolo. In bocca penetra un sorso fresco, secco, morbido, agile, rotondo, delicato, fine, vellutato, elegante e portatore di una buona e complessa struttura per essere un bianco. Sviluppo palatale armonico, pregevole, ben ritmato e leggermente ammandorlato. Buona la serbevolezza. Scatto finale godibilmente appagante e persistente. Vino ottimo senz’altro da abbinare ad un piatto di vermicelli a vongole e frittura di pesce.

La Falanghina, il Vinum Album Phalangium dell’antica Roma, prodotta nel Sannio ed in tutta la Campania, è da annoverare sicuramente tra i migliori vini bianchi d’Italia.

Barbetta Barbera Dop Sannio 2024. Maturazione per otto mesi in acciaio e poi affinamento in bottiglia per un mese. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 30,00 euro.

Su questo vitigno ed il vino che se ne ricava c’è tutta una storia da raccontare. In sintesi è successo questo: negli anni ’30 del secolo scorso la fillossera, dopo avere distrutto quasi tutte le viti piantate in Europa a partire dal 1850, arrivò anche nel Sannio. Nella Valle Telesina furono impiantati tre campi sperimentali di vigneto, di cui uno a Castelvenere sul terreno di Giuseppe Venditti, antenato di Nicola, detto “barbetta” perché portava il pizzo. L’uva rossa che si produceva fu identificata come “l’uva di zio Peppe ‘o barbetta” e per assonanza fu chiamata poi anche “barbera”, ma certamente questa specie varietale non era assolutamente quella di origine piemontese. Dopo alcuni anni questa varietà fu abbandonata, ma grazie alla lungimiranza di Nicola Venditti, il quale aveva invece continuato a coltivare un vecchio vigneto le cui gemme furono prese dal campo sperimentale di Castelvenere, è stata riproposta con successo, tanto da meritare la Doc Sannio nel 1997.

Vediamo adesso come ho trovato questo vino.

Barbetta Barbera Sannio Dop 2024 Antica Masseria Venditti

Nel calice occhieggia un solare e coreografico colore rosso rubineggiante, sfumato di porpora. Dall’abbondante e multiforme bouquet si sprigiona una moltitudine di oggettivi profumi, che vanno all’attacco di un naso particolarmente disponibile alla bisogna. In prima istanza emergono gioiosi afflati fruttati di amarena, prugna, fragola, carruba, ribes e mandorla, agganciati poi a poliedrici effluvi di violetta, geranio, erbe aromatiche, chiodi di garofano e noce moscata. Tuttavia è in bocca che il vino rimarca compiutamente il suo alto spessore, attraverso una sontuosa percezione gustativa riccamente affastellata da toni avvolgenti, profondi, intensi, avviluppanti, equilibrati, freschi, morbidi, sapidi, seducenti, sensuali e bene articolati. Trama tannica lodevolmente affusolata e piacevole. Polpa tenera e succosa. Tattilità nitida, schietta, bene strutturata, avvincente, fascinosa ed ottimamente ricamata. Nobile allure. Longevità tutta da scoprire. Affondo finale epicureo. L’ho provato su un piatto di pasta al ragù e carne ed è stato perfetto.

Un vino da incorniciare, che mi ha davvero stupito per le sue precise prerogative organolettiche: colore rosso non eccessivamente carico, poco alcolico e tannini non aggressivi, tanto da farlo somigliare ad un piedirosso, ma con più struttura.

Marraioli Aglianico Riserva Sannio 2021. Soltanto Aglianico maturato per tre anni in acciaio e poi elevato in boccia per sei mesi. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 20,00 euro.

Alla vista si manifesta un’appariscente tonalità di rosso rubino carico. Spettro aromatico pregnante di un affascinante ed intenso pot pourri di profumi, che si approcciano al naso proponendo in primis gioiose folate olfattive di un distillato di frutta purissimo. In modo particolare si evidenziano gradevoli fragranze di ciliegia, susina nera, mandorla, mallo di noce, ribes, more e mirtilli. Di concerto risaltano poi essenze floreali di violetta e di petali di rosa, elargizioni vegetali di macchia mediterranea e credenziali speziate di pepe nero, zenzero e noce moscata.  Il sorso impatta sulla lingua trasmettendo subito percezioni tattili coinvolgenti, scalpitanti, vibranti, strutturate, complesse, taglienti, gliceriche, sapide, infiltranti, incisive, solide, toniche, corroboranti, scattanti, dinamiche e balsamiche. Accelerazione palatale fine, temperamentale, intrigante ed ottimamente ritmata.   Tannini presenti ma senza graffiare. Portamento austero. Longevità a lunga scadenza. Chiusura impeccabile e godibile. Da abbinare ad un piatto di lasagna al forno e formaggi stagionati.

Tre bottiglie territoriali di assoluto valore, con in testa la chicca del Barbetta-Barbera, un vitigno di “casa Venditti” come si è visto. L’areale sannita è famoso in tutta Italia per la sua alta capacità produttiva, ma soprattutto per l’eccellente qualità dei vini, frutto di un minuzioso ed abile lavoro portato avanti da tutte le aziende locali e di cui l’Antica Masseria Venditti è parte integrante.

 

Antica Masseria Venditti

Castelvenere (Bn) – Via Sannitica, 120

Tel. 0824 940306 – Cell.335 8784930

[email protected]www.venditti.it

Enologo: Nicola Venditti

Ettari vitati: 10 – Bottiglie prodotte: 30.000

Vitigni: Falanghina, Coda di Volpe. Grieco di Castelvenere, Cerreto, Aglianico, Barbera-Barbetta, Montepulciano, Piedirosso.

 

Scheda del 18 novembre 2020

Antica Masseria Venditti “Isola di cultura del vino” nel cuore del Sannio

Antica Masseria Venditti

Antica Masseria Venditti

di Monica Bianciardi

L’Antica Masseria Venditti nata nel 1525 è parte integrante di un territorio  per buona parte costituito da campagne in cui le coltivazioni di vite occupano interi versanti collinari. Il patron ed enologo della Masseria Venditti è Nicola Venditti che con convinzione porta avanti l’azienda di famiglia attraverso studi mirati di enologia e attraverso un lavoro di sperimentazione e ricerca. Siamo nel Sannio a Castelvenere nel baricentro della Valle Teresina  che comprende una decina di  comuni con il Monte Taburno a sud  ed il Matese a nord. Una zona per composizione dei suoli e microclima a fortissima vocazione vinicola,  dove venti costanti e temperature miti anche in estate favoriscono la coltivazione della vite fin dai tempi più remoti.

Oggi il Sannio ha circa undicimila aziende vinicole, i cui vini prodotti con vitigni autoctoni, sono oggi conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo ma che per una serie di trascorsi ed errori  ha rischiato nel corso degli anni di veder scomparire molte delle sue principali varietà.

Con la nascita della  DOC del 1973 infatti vengono erroneamente inserite nel disciplinare varietà  che non corrispondevano a quelle che realmente erano presenti nei filari composti da diverse specie  secondo gli standard dell’epoca. Senza un controllo capillare le  piante vennero attribuite a varietà conosciute come il Trebbiano Toscano, la Malvasia di Candia, ed  il  Sangiovese.  In quel periodo una diversa organizzazione dei vigneti divenne indispensabile per far posto alla meccanizzazione e molti viticoltori acquistarono  barbatelle già innestate stabilite dai disciplinari della neonata Doc  sostituendo con queste  i vecchi vigneti. Un adeguamento che finì per far quasi scomparire un patrimonio ampelografico ricco e variegato.  L’uva del periodo veniva commercializzata e venduta ai grandi monopoli e soltanto alcuni piccoli produttori decidono di vinificare da soli per uso familiare le uve rimaste e ritenute meno appetibili, per le quali i tempi di commercializzazione erano più lunghi. Questo portò ad una momentanea sparizione  di alcuni grandi vitigni locali, tra questi la Falanghina, in quanto inizialmente risultava troppo ricca di acidità e l’Aglianico che maturava tardivamente ed era troppo tannico consumato in tempi brevi. Un’altra uva che venne scartata per la commercializzazione fu quella che in quel momento venne definita, Barbera, uva molto delicata che con il trasporto andava incontro a riduzioni precoci, ma che vinificato nelle cantine nelle immediate vicinanze dei vigneti per uso familiare dava risultati entusiasmanti.  Successivamente le DOC aumentarono di numero, con una divisione territoriale ed un disciplinare che nel ’97  si allargò a tutta la provincia di Benevento con la possibilità di scrivere in etichetta il nome di un vitigno presente in percentuale dell’ 85% e tra questi viene inserito anche il Barbera.

Vero che la forza della pianta è nelle radici; ma ciò che a noi interessa è il frutto. E la stessa forza sotterranea la valutiamo in ragione di quel che dà nella luce.
Ugo Bernasconi

Nicola Venditti quell’anno iscrive le proprie vigne della proprietà alla DOC Sannio e nel 97 imbottiglia la Sannio DOC Barbera.

In realtà l’uva usata da Nicola era stata salvata nel dopo Fillossera con un campo sperimentale da Giuseppe Venditti antenato di Nicola. Da qui questa particolare uva venne identificata  a livello locale come l’uva di Giuseppe, “Zio Peppe” o  Barbetta perché portava il pizzetto. Nel parlato  presto divenne  “L’uva di Barbetta”,  o semplicemente  Barbetta che oggi si trova scritto in etichetta sulle bottiglie in onore del suo antenato  Peppe Barbetta, il quale salvò il vitigno da sicura estinzione.  Nel 2005 Nicola Venditti decide di rinnovare l’azienda e la chiama “Isola di cultura del vino” proprio per la valorizzazione ed il recupero dei vitigni quasi scomparsi. L’azienda oggi comprende anche un “vigneto didattico”di 10 filari orientati Nord/Sud in coltura biologica dove sono state reimpiantate 20 varietà di vitigni autoctoni. Nella cantina largo uso è dato alle più recenti tecnologie che tendono a limitare l’utilizzo di solfiti con  tecniche non invasive ma che forgiano vini rigorosi e puliti.

Antica Masseria Venditti - Nicola

Antica Masseria Venditti – Nicola

Nella sala degustazione un antico torchio utilizzato in passato dagli antenati di Nicola fa bella mostra di sé, insieme ai quadri dipinti da Lorenza. I vini degustati si sposano alla  perfezione con la cucina tradizionale della masseria, cucinata e proposta dalla Cuoca Pittrice Lorenza Verrillo Venditti, moglie di Nicola.

Tasting Notes

Antica Masseria Venditti

Tasting Notes 

Vient e Voria 2017 Trebbiano, Falanghina e Coda di Volpe.

Profuma di agrumi è avvolgente sapido e fresco, una discreta persistenza unita ad carattere genuino regala una bevibilità a cui attingere in scioltezza a pieni calici.

– Assenza Bianco -Falanghina 2017 Biologico senza Solfiti

Pressatura soffice, lieviti indigeni e fermentazioni in vasche di acciaio inox e nessun solfito aggiunto da qui il nome e “Assenza”. Giallo brillante ha profumi croccanti e fragranti di mela Golden, ginestra, mandorla, cedro, erbe aromatiche. Palato teso e fragrante la struttura viene sospinta dalla freschezza, chiude con una scia sapida e agrumata.

Assenza Bianco - Falanghina 2017

Antica Masseria Venditti – Assenza Bianco – Falanghina 2017

Marraioli- Aglianico 2016

Al naso la complessità è composta da esuberanti frutti rossi maturi, floreali di rosa e peonia, erbe balsamiche. All’assaggio caldo e avvolgente, il sorso è intessuto in una tessitura tannica fitta in cui ritorna il frutto dolce. Un vino di connotazione classica ma con interpretazione contemporanea.

Assenza Rosso -Barbera “Barbetta 100%” clone autoctono Biologico senza Solfiti

Un bel colore rosso porpora si unisce a profumi croccanti, con intensi di fiori rossi freschi e piccoli frutti rossi, ribes, fragoline selvatiche e visciole con note di china e inchiostro. Palato intenso molto reattivo dato da acidità e succo, tannini scalpitanti ed espansione finale fruttata e lunga.

Assenza Rosso -Barbera

Antica Masseria Venditti – Assenza Rosso -Barbera

www.venditti.it

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