Bari, una bevuta di dodici Syrah da Perbacco di Peppe Schino: vini che non parlano al cuore


I Syrah degustati

di Vignadelmar

Martedì 9 novembre ho partecipato ad una interessante bevuta di Syrah. Si è tenuta a Bari, presso il ristorante Perbacco, del caro amico Beppe Schino. Devo onestamente dire che quando mi propose di dedicare una delle nostre serate di approfondimento enologico a questo vitigno rimasi più che perplesso. Più che perplesso per due motivi; il primo era che nella mia cantina personale non avessi alcuna bottiglia a tema, la secondo che a memoria mi venivano in mente ben poche etichette da poter leggere come syrah. Segni, questi due, rivelatori di un personale non interesse piuttosto radicato ma aprioristico….e così non va mai bene!

Ed allora ho subito detto a Beppe: “Ben venga, per seguir scienza e conoscenza, sacrifichiamoci, beviamoci ‘sti syrah!”

un grappolo di syrah

Come sempre accade nelle nostre sbicchierate è obbligo che ogni partecipante porti, o faccia portare da altri per lui, una bottiglia a tema. Questo garantisce una grande variabilità ed una diminuzione dei costi per partecipare a queste nostre serissime e paludatissime serate di approfondimento. Mai un sorriso, mai una chiacchera fuori posto, mai una battuta. Tutti rigorosamente concentrati a carpire fin nell’essenza più profonda ogni singola bottiglia…….che dite, sono credibile?

Alla fine ci siam bevuti 12 differenti sirah + uno dolce. Purtroppo nessun francese della Valle del Rodano, presenti però alcuni australiani e molti italiani, da nord a sud.

La panoramica dunque è stata forse sufficientemente esaustiva, ma avremmo potuto far molto meglio. Diciamo che come primo approccio ci può stare, ma l’assenza della Francia si è naturalmente fatta sentire.

Adesso è tempo che vi faccia un elenco di cosa abbiamo bevuto:

Amato 2008 – Cortona Syrah DOC – Giannoni Fabbri

4.7.7  2008 – Puglia IGT – Alberto Longo

Syrah 2006 – Sicilia IGT – Planeta

Bramasole 2006 – Cortonda Syrah DOC – La Braccesca (Antinori)

Sole dei Padri 2006 – Puglia IGT – Spadafora

Bin 128   2006 – Coonawarra – Penfold’s – Australia

Cape Mentelle  2005 – Margaret River 2005 – Australia

La Malena 2005 – Toscana IGT – La Pacina

Solinero 2005 – Sicilia IGT – Rapitalà

Syrha 2004 – Sicilia IGT – Baglio delle Cicale

Syrah 2003 – Sicilia IGT – Planeta

Collezione de Marchi 1999 – Toscana IGT – Isole e Olena

Cape Mentelle  1991 – Margaret River 2005 – Australia

Il Griccio – Syrah –  Passito – Puglia IGT – Alberto Longo

Nel mio personale taccuino mi son segnato innanzitutto il Collezione de Marchi di Isole e Olena, seguito dal Sole dei padri della Spadafora, per questa sua evidente e conturbante nota gustativa ed olfattiva di canfora. Ad altri non è per niente piaciuta, a me molto. Per la sua giovanile semplicità, leggerezza e bevibilità mi è piaciuto l’Amato della Giannoni, che appena aperto era molto reticente e chiuso, poi si è aperto, a fine cena era uno dei migliori. Infine i due Cape Mentelle australiani, con il più vecchio in fase calante ma ancora con tanto da dire.

Per il resto devo confermare la mia, ex aprioristica, ritrosia. I bicchieri bevuti mi hanno confermato la mia non sintonia con questo vitigno. Anche molti degli altri commensali erano concordi: vitigno poco interessante, che non va al cuore. Come ci informava la bravissima sommelier Betty Mezzina, questa è un uva che non teme il caldo, anzi. Quindi abbiamo trovato alcune importanti gradazioni alcoliche, vini morbidi, rotondi, spesso piacioni ed altrettanto spesso un po’ troppo segnati dall’invadenza del legno.

Ripeto, mancava innanzitutto la regina Francia, con anche la sua Valle del Rodano……e chi ne sa più di me e ce ne voglia parlare è benvenuto.

12 Commenti

  1. Penso che Sole dei Padri di Spadafora sia siciliano e non pugliese, indipendentemente da questo (appunto forse superfluo ma necerssario), mi interessava sapere la valutazione e le impressioni che avvesse espresso nella vostra serata da degustatori di competenza, perchè ho una bottiglia in cantina e mi potevo porre nei suoi confronti con il giusto animo all’atto dell’apertura!!!

    1. Come ho scritto nel testo a me è piaciuto molto. Certo, per piacerti non ti deve infastidire questa persistente ed evidente nota di canfora e la collaterale nota balsamico-resinosa. Entrambe percepibili sia al naso che in bocca. Si sente che è un vino del sud, in questo dimostra una certa territorialità, però è sorretto da una buona nota di freschezza.
      A me è piaciuto anche perchè rispetto alla mollezza ed al piattume di molti altri fratelli aveva una personalità ricca.
      .
      Ciao

  2. Questa lettura mi fa dire che anche il Syrah di Varramista se pur ben fatto è un pò piacione eccezion fatta per un 2002 (annata piovosa) sopra le righe. Saluti dalla Toscana.

  3. Comprendo la tua perplessità, perchè in effetti la marchiatura territoriale sul vitigno Syrah è molto importante per caratterizzarlo , e quindi la Valle del Rodano non a caso è la zona che riesce storicamente sempre ad emergere sui vini ricavati in monovitigno syrha. Molti succhi d’uva concentrati e speziati possiamo trovare altrove, ma bere un grande Hermitage, un Cornas o un Cote Rotie è diverso proprio per i fattori climatici e territoriali che li rendono più ricchi di freschezza e di mineralità. Su questo tema devo molto al più grande esperto italiano sui vini del Rodano che ho conosciuto, Andrea Battilani, non so se scriva ancora su una bella rivista tematica di queste cose, ma oltre a ciò sono state le molte degustazioni gomito a gomito con lui che mi hanno reso chiara la questione Syrha ;-)

    1. Senza nulla togliere al bravissimo Andrea Battilani, nel tuo caso sicuramente le ” molte degustazioni “…e certo che le condizioni pedoclimatiche del territorio sono determinanti, ma questo notoriamente per tutti i vitigni, non solo per lo Syrah. Non vuol essere un appunto, ma c’era da aspettarselo a priori questo risultato, caro Luciano… ;-))

  4. Concordo pienamente con GdF sull’importanza del territorio nella differenziazione qualitativa dei vini a base syrah; a questo proposito, appare ormai assodato che, in Italia, i risultati migliori sono riscontrabili nell’areale toscano, ed in particolare nel cortonese.
    Purtroppo vedo che i due esempi più apprezzati della tipologia (ambedue, appunto, della zona di Cortona), ovverosia D’Alessandro con il cru Il Bosco ed Amerighi, erano assenti nella degustazione …pazienza, sarà per la prossima volta.

  5. Grazie a te!

    Penso anch’io che i Syrah crotonesi siano “vagamente” più simili al quelli del Rodano per condizioni pedoclimatiche, mi fà piacere avere in cantina il Sole dei Padri di Spatafora che ricordavo avesse una buona freschezza e non solo note di frutta matura miste a sensazioni vegetali e mi incuriosisce riprovare il Sole di Sesta di Cottanera che ricordo dotato di una spiccata sapidità in contrapposizione a sensazioni alcoliche e gliceriche decise e moderne (o meglio di vini molto in voga 5 anni fà!!!).

  6. Ero presente alla serata, in parte concordo sulle note di “big” Luciano, il sole dei padri è piaciuto anche a me, solo ho ritenuto la nota canforosa eccessiva e probabilmente dovuta ad una apertura troppo a ridosso della degustazione (si trattava di una magnum).
    Volevo sottolineare la bella prova del Syrah 447 di Alberto Longo (mi pare fosse 2007), davvero ben fatto, varietale e dotato di una discreta droitture.
    E’ vero, mancava Cortona, sarei stato curioso di sentire pareri sul buon syrah di Stefano amerighi, si preannuncia un 2008 splendido, però c’era l’Amato di Giannoni Fabbri che non ha brillato particolarmente.
    Visto che per motivi logistico-lavorativi sono andato via presto, com’erano gli spaghetti con la bottarga ?

      1. Luciano, qunti te ne davo e davo, sarebbero stati sempre pochi! Per quelli che non conoscono le nostre serate è bene precisare che gli spaghetti vengono serviti dopo la cena di 4 portate :-)

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