Castel de Paolis: il vino vulcanico alle porte di Roma


Azienda Agricola Castel de Paolis

Via Val de Paolis,
Grottaferrata (RM)

Telefono: 06 941 3648

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Fabrizio Santarelli – Castel de Paolis

di Antonella Amodio

A pochi chilometri da Roma, immersi nel polmone verde dei Castelli Romani, nasce Castel de Paolis, un’azienda che unisce il fascino delle radici antiche alla spinta dell’innovazione. Fondata a Grottaferrata, nel 1993 dall’On. Giulio Santarelli, figura di primo piano nel panorama agricolo e politico italiano, già sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste, oggi la cantina è guidata con passione e competenza dal figlio Fabrizio Santarelli. Fu proprio il senatore Giulio Santarelli a regolamentare la figura dell’enologo con la legge del 10 aprile 1991 con la nascita dell’ordinamento della professione, che ne definì i requisiti, le competenze e le funzioni.

Riconoscimento All’On. Giulio Santarelli

Castel de Paolis si sviluppa su un sito straordinario, dove un castello medievale sorge su fondamenta romane e la cantina stessa è ricavata da un’antica cisterna romana. Un ambiente suggestivo che racconta la storia millenaria del luogo e oggi adibita all’affinamento dei vini in barrique.

Castel de Paolis

Cisterna Romana Castel de Paolis

Con un’altitudine di 270 metri sul livello del mare, una posizione strategica tra la costa tirrenica e l’entroterra, e un suolo di origine vulcanica, tendenzialmente argilloso e costituito da pozzolane, unitamente ai fattori climatici, rendono il territorio ideale per la viticoltura. Il clima mite e la vista che abbraccia Roma fino al litorale di Ardea e Ostia completano un microambiente particolare. I 13 ettari di vigneto che circondano la cantina nascono da uno studio pionieristico condotto, tra il 1985 e il 1992, dal professor Attilio Scienza, tra i massimi esperti italiani di viticoltura. Il progetto ha dato vita a un lavoro di recupero dei vitigni autoctoni laziali, molti dei quali quasi scomparsi dopo la fillossera e all’introduzione di varietà internazionali. Negli anni, la cantina ha potuto contare su firme enologiche come Franco Bernabei, Roberto Cipresso, e oggi Fabrizio Bono, che prosegue il solco tracciato dai precedessori e dalla famiglia Santarelli.

Castel de Paolis

Castel de Paolis

Cantina Castel de Paolis

Cantina Castel de Paolis

Castel de Paolis è considerata una delle realtà di riferimento del vino laziale, con una produzione di circa 100.000 bottiglie l’anno. Le uve coltivate sono: Cenasese, Syrah, Malvasia del Lazio, Malvasia di Candia, Viognier, Cabernet Sauvignon, Trebbiano Giallo, Bombino, Merlot e Petit Verdot. Il fiore all’occhiello è senza dubbio il vino Frascati, con due etichette di punta: Frascati Superiore DOCG (la vendemmia 2014 fu premiata con la Medaglia d’Oro alla “Selezione del Sindaco” in Portogallo) con la 2023 in commercio spaziale, e il Frascati DOC.

Frascati Superiore DOCG Castel de Paolis

Tra i vini più apprezzati figurano anche il bianco Donna Adriana IGT Lazio da uve Viognier e Malvasia, attualmente c’è in distribuzione la 2022 e il rosso I Quattro Mori 2019, ottenuto da un blend di quattro varietà:cabernet sauvignon, merlot, petit verdot e syrah, pluripremiato e tra le espressioni più aderenti del territorio. Ma Castel de Paolis si distingue anche per la produzione di vini da dessert, come il delicato Rosathea da Moscato Rosa, il Cannellino di Frascati DOCG prodotto da Malvasia del Lazio e Bellone, e l’affascinante Muffa Nobile, un passito raro a base di uve Semillon, Sauvignon Blanc e Moscato Giallo, attualmente disponibile con l’annata 2019.

Donna Adriana Castel de Paolis

Rosathea e Muffa Nobile Castel de Paolis

L’azienda apre regolarmente le porte agli appassionati di vino e cultura, proponendo visite guidate tra vigneti, cantina e la suggestiva cisterna romana sotterranea.

 

Un commento

  1. Belle vigne e grandi vini(tra i migliori del Lazio e non solo )che fanno onore a Fabrizio attuale conduttore e a suo padre che ne fu artefice e fondatore.Craxiano doc ha scritto pagine importanti a livello regionale e nazionale in anni che anche se non “politicamente corretti”andrebbero attentamente studiati e rivalutati. FRANCESCO

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