Donna Vittori Borgo Agricolo, una comunità internazionale che parla il linguaggio dell’amore


Tra le pieghe più segrete della Ciociaria, Donna Vittori Borgo Agricolo è un approdo di vigne pazienti e grani antichi, di cavalli silenziosi e ospitalità sincera, dove il vino si fa canto e la comunità diventa respiro

Claudia Bettiol – Donna Vittori – Borgo Agricolo

di Tonia Credendino

Ci sono incontri che accadono senza preavviso, ma che restano come rivelazioni. È stato così durante un evento al Piglio, quando ho conosciuto Claudia Bettiol, anima di Donna Vittori Borgo Agricolo. Tra un calice di Cesanese e uno di Vermouth, e lo stupore per etichette che sembravano opere d’arte, ho colto la forza di un progetto che non è soltanto azienda agricola, ma racconto vivo di territorio e comunità. Pochi giorni dopo, ho avuto il privilegio di intervistare sua figlia, Maria Vittori, giovane vignaiola e cuore visionario del borgo. Mi ha raccontato come tutto sia nato quasi per caso, dal desiderio di festeggiare insieme i compleanni suo e della madre, e di come quell’occasione abbia spalancato le porte a una realtà che non avevano mai immaginato: “Non avevo mai pensato di lavorare nell’ospitalità. Sono sempre stata una persona con le ali, mai con una casa stabile… eppure, senza volerlo, era già nato un piccolo format esperienziale.” Gli amici cominciarono a portare altri amici, gli incontri si moltiplicarono e, quasi senza accorgersene, la loro casa si trasformò in un borgo vivo di esperienze, vino e sorrisi.

Degustazione – Donna Vittori – Borgo Agricolo

Donna Vittori Borgo Agricolo oggi non è fatto di muri, ma di persone. A formarlo ci sono Maria e Claudia, ma anche Emanuela Moroni, Katia Romani, Camelia Turcano, le figlie di Emanuela e persino un “infiltrato” maschile, come ama dire Maria, Valentino Saccucci, ormai parte integrante della famiglia. “Per questo ci chiamiamo borgo agricolo: non siamo un borgo di case ma  un tessuto sociale che ha connessioni forti.” E questa comunità si allarga ad ogni ospite che arriva, perché chi varca le porte del borgo non è spettatore, ma parte attiva di un racconto fatto di grani, vino e autenticità. Ho amato questa dimensione corale, questa sensazione di trovarsi dentro una storia che non appartiene a un singolo, ma che è condivisa, che cresce come una vigna ben radicata.

Donna Vittori – Borgo Agricolo

Qui l’ospitalità non è mai un gesto formale, ma un’esperienza che abbraccia i sensi. Le giornate iniziano nei campi, tra vigne e orti, e arrivano fino alla cucina, dove le farine di grani antichi coltivati a Paliano – farro, Cappelli e Autonomia B – diventano pane, pasta, impasti che raccontano la terra e la cura con cui viene custodita. Dopo tre anni di lavoro è arrivata la certificazione biologica, e oggi il cammino si muove verso il biodinamico, confermando un impegno che non è solo agronomico, ma anche etico e culturale. La Pizza Experience è emblema di questo spirito: un impasto leggero e croccante, naturalmente integrale, che diventa il ponte ideale verso le esperienze di pasta e le degustazioni dei vini naturali. “Qualcuno potrebbe dire: e la Manitoba? Io rispondo sempre: no, sono tutte nostre farine.” Ed è proprio in quella risposta che si legge tutta la filosofia del borgo: scegliere ciò che appartiene alla propria terra, dare valore alla diversità dei grani, rispettare la loro voce unica.

Cereali – Donna Vittori – Borgo Agricolo

Il borgo respira anche attraverso gli animali, che sono parte viva della loro identità. Il cavallo Lettera ha accompagnato Maria e Claudia nei momenti più difficili, mentre Clea, il pastore tedesco, è oggi la vera direttrice dei lavori. “Clea accoglie, protegge e fa sentire amati tutti coloro che vengono al Borgo.” E in effetti la sua presenza è ovunque, persino in etichetta: l’immagine di Clea che annusa una barbatella è diventata il simbolo di un Sangiovese che racconta fedeltà e appartenenza. Questa scelta mi ha colpita profondamente: ogni vino qui non è solo il frutto di una vigna, ma una pagina di vita condivisa con chi li ha accompagnati.

Cooking Class – Donna Vittori – Borgo Agricolo

Accanto agli animali, l’arte ha trovato il suo spazio nelle etichette di Edoardo Bernardi, artista capace di trasformare simboli e cavalli in immagini potenti e delicate allo stesso tempo. “Mi innamorai subito e dissi: non possiamo prendere questa etichetta? Sarebbe perfetta: arte e cavalli.” Dopo mesi di confronto, Bernardi è entrato in sintonia con il borgo, e oggi ogni bottiglia porta con sé un frammento di emozione: il Cesanese DOCG Lettera, il Sangiovese Clea, fino al rosato Love is a Choice, manifesto di una filosofia che emoziona. È proprio con questo vino che ho sentito vibrare la storia del borgo, quando Maria mi ha raccontato l’incontro con Jennie Kim delle Blackpink: “Jennie chiese: ‘Perché gli animali non scappano?’ Mia madre rispose: ‘Hanno scelto di amarci. L’amore è una scelta.’” Ho amato questa frase perché racchiude tutto: la libertà, la fedeltà, l’essenza di un amore che non si impone, ma che si sceglie ogni giorno.

Due anni prima della nascita dell’azienda agricola, era già nata la Fondazione Horse Museum, con oltre duemila pezzi dedicati alla cultura del cavallo. Lì letteratura, filosofia, arte e storia si intrecciano in un percorso che restituisce dignità e memoria a un animale che ha letteralmente salvato la vita di Maria e Claudia. Entrare nella vineria, che ospita mostre curate dal museo, è un’esperienza che allarga lo sguardo: il vino non è mai solo un prodotto, ma diventa cultura, ponte tra generazioni, linguaggio che unisce i popoli.

Mentre la ascoltavo, Maria sorrideva e mi confidava: “Coltivo il bello, forse anche troppo, ma sono i dettagli che fanno la differenza. Mia mamma è l’ingegnere, io la poesia: insieme creiamo Donna Vittori.” Una definizione che non avrei saputo esprimere meglio. È proprio da questa dualità che nasce un borgo capace di guardare al futuro con coraggio, tra vini in anfora, spettacoli teatrali organizzati sotto un tendone in mezzo al prato, feste che avvicinano i giovani all’agricoltura e incontri che aprono le porte a culture di tutto il mondo. “Il mio sogno più grande è lavorare ancora di più con persone internazionali: ascoltare storie da tutto il mondo mi spinge a fare sempre meglio e a far conoscere la nostra terra.”

Cantina – Donna Vittori – Borgo Agricolo

So già che tornerò qui, perché Donna Vittori non è solo un luogo ma un’eco di comunità internazionale, un borgo che vive nei sorrisi, nelle mani, nei grani e nelle vigne. È un posto che sembra uscito da un libro di favole e che diventa, passo dopo passo, memoria condivisa. Tra tutte le scoperte, resterà indelebile anche il Vermouth dal Cesanese, morbido e sorprendente, nato da un’idea di Claudia e realizzato dalla distilleria Leardini di Affile: un vino trasformato in rito, servito con una crostata di grani antichi che chiude ogni esperienza con un tocco gentile, sospeso tra passato e futuro.

Donna Vittori Borgo Agricolo è questo: un luogo dove l’amore è una scelta, e dove ogni sorso, ogni incontro, ogni sorriso diventano poesia, ricordo e promessa.

Donna Vittori – Borgo Agricolo
Via Cimate 73 – 03018 Paliano (FR) – Ciociaria
[email protected] |  +39 392 220 1644

 

Scheda del 21 settembre 2025

Cesanese rosato quattro anime, zero compromessi

Quattro modi di dire “pink” senza chiedere scusa: da Caterina a Love is a Choice, passando per Rosési e Colle Gioie.

Vitigno Cesanese

Vitigno Cesanese

di Tonia Credendino

«Il rosato è l’unico segmento del vino che, negli ultimi vent’anni, ha visto crescere produzione e consumi a doppia cifra: +25% a livello mondiale secondo l’OIV. È diventato il vino del presente, non del ricordo.»

Non è solo un dato, è un cambio di paradigma che racconta come stia cambiando il nostro rapporto con il vino. Il rosato è diventato il simbolo di una nuova stagione del bere: fresco ma non banale, immediato ma identitario, capace di stare bene tanto con la cucina veloce quanto con piatti raffinati. È il vino che intercetta un pubblico trasversale: giovani attenti all’immagine, appassionati che cercano autenticità, ristoratori che vogliono bottiglie versatili, sommelier che hanno bisogno di un calice da proporre senza esitazioni. Non è più la “terza via” tra bianco e rosso, è una scelta vera e propria, un linguaggio moderno che porta con sé estetica e sostanza.

In questo scenario il Cesanese ha trovato un terreno fertile anche in rosa. Vitigno antico del Lazio, tradizionalmente legato ai rossi speziati e longevi, mostra in versione rosato un volto sorprendente: più agile, profumato, versatile. Una curiosità: il Cesanese è uno dei pochi vitigni autoctoni laziali a fregiarsi di una DOCG, eppure la sua interpretazione in rosato è recente, segno di una viticoltura che sa rinnovarsi senza tradire le radici. Qui la speziatura si alleggerisce, i tannini lasciano spazio alla freschezza, e la beva diventa immediata senza perdere il legame con il territorio vulcanico che gli dà origine.

Ed è da questa convinzione che nasce la mia selezione. Non una classifica — perché qui non c’è un podio, né vincitori o vinti — ma il racconto di quattro rosati di Cesanese che propongo come quattro simpatici compagni di bevuta: ognuno con la sua voce, il suo carattere, il suo modo di raccontare in rosa un vitigno che siamo abituati a conoscere in rosso.

Pileum – Caterina

Pileum – Caterina

Pileum – Caterina

Elegante e con la schiena dritta. Breve macerazione sulle bucce, colore brillante, floreale ma con quella speziatura tipica del Cesanese che non molla mai. È il tipo che arriva puntuale all’appuntamento e sa pure ballare il tango. Fondata nel 2002 a Piglio, Pileum gestisce 15 ettari di vigneti situati tra i 300 e i 500 metri di altitudine. Qui la vendemmia è manuale e la vinificazione in acciaio salvaguarda aromi e freschezza. L’etichetta, essenziale e pulita, richiama la classicità e la solidità del progetto.

PetruccaEVela – Rosési

PetruccaEVela – Rosési

Petrucca E Vela – Rosési

Vinificazione in bianco: niente bucce, solo succo. Ne esce un rosato chiaro, fresco, croccante, da bevi-e-ribevi senza pensarci troppo. È il minimalista del gruppo: non ha bisogno di accessori, perché nudo funziona meglio. L’azienda nasce nel 2000 dalla passione di Tiziana Vela e Fabrizio Petrucca. Si trova a Piglio, in località Coce, e ha scelto come bandiera il Cesanese di Affile in purezza. Rosési è l’espressione più immediata di questa filosofia: semplice all’apparenza, ma capace di raccontare la freschezza di un territorio antico con voce contemporanea.

Cantina Colle Gioie – Col Le Tinte

Cantina Colle Gioie – Col Le Tinte

Cantina Colle Gioie – Col Le Tinte

Più diretto, immediato, con quel colore vivido che sembra urlare “guardami”. È l’amico che ti trascina in pista quando pensavi di restare seduto. Una beva sincera, territoriale, senza fronzoli.
Colle Gioie è una piccola realtà familiare di Piglio, guidata da Antonella Necci e Giovanni Ceccaroni. Con 2 ettari di vigneto situati tra i 300 e i 500 metri di altitudine, produce Cesanese del Piglio DOCG e Passerina con uno stile artigianale e attento. L’etichetta, semplice e diretta, rispecchia la genuinità di chi lavora senza sovrastrutture.

Donna Vittori – Love is a Choice

Donna Vittori – Love is a Choice

Donna Vittori Borgo Agricolo – Love is a Choice

Nome programmatico: l’amore è una scelta. Ed è vero, perché davanti a un bicchiere così carico e moderno non puoi fare finta di niente. Etichetta pop, colore intenso, gusto che strizza l’occhio al pubblico giovane. È il provocatore del gruppo, quello che non teme le luci della ribalta.
Donna Vittori nasce nel 2021 a Paliano come “borgo agricolo”, un progetto che unisce vigne, uliveti e grani antichi a ospitalità ed eventi. “Love is a Choice” è un Lazio Rosato IGP che rappresenta bene lo spirito giovane e internazionale dell’azienda. L’obiettivo dichiarato è la certificazione biologica entro il 2025, segno di una visione già orientata al futuro.

Alla fine, il gioco è questo: stesso vitigno, stesso territorio, quattro modi diversi di raccontarlo. E qui sta la forza del rosato oggi: non è più il vino “di mezzo” tra bianco e rosso, ma un protagonista versatile. Lo bevi subito, non ti chiede anni di attesa e in cambio ti dà freschezza, identità e divertimento. Il Cesanese in rosa funziona perché parla la lingua del presente: veloce, ironico, ma con radici profonde. E a pensarci bene, è un po’ come la vita: breve macerazione, tanto carattere, e meglio se condivisa con chi sa apprezzarla.

Quattro bottiglie, quattro anime, nessuna più o meno importante dell’altra. Non è una classifica, ma un incontro: l’incontro con un territorio che sa emozionare in modi diversi, con sfumature che vanno dal minimalismo elegante al colore pop, dalla sincerità artigiana alla cura internazionale. È questa la dolcezza del rosato: riuscire a sorprenderti senza mettersi in gara, offrire emozione pura invece di una gerarchia. E se oggi guardiamo al Cesanese in rosa con occhi nuovi è perché i tempi sono cambiati: i consumatori cercano verità e immediatezza, e queste bottiglie ne sono un esempio tangibile. Io ci ho trovato una dolcissima emozione, più che un podio: un paesaggio fatto di sfumature che meritano di essere vissute tutte, una per una, senza confronti né graduatorie.

 

Pileum@pileumvitivinicola

Petrucca E Vela@aziendavitivinicolavela

Cantina Colle Gioie@cantina.colle.gioie

Donna Vittori Borgo Agricolo— @donnavittori_borgoagricolo

 

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