Chianti Classico Gran Selezione: i nuovi Cru alla prova dell’assaggio


Chianti Classico Collection 2022 il Gallo Nero

Chianti Classico Collection 2022 il Gallo Nero

di Raffaele Mosca

Bene le Unità Geografiche Aggiuntive, indispensabili per raccontare meglio il territorio del Chianti Classico. Bene anche l’obbligo del Sangiovese al 90% appena introdotto per la Gran Selezione, che va ad affiancarsi a quello di utilizzare uve dai propri vigneti. Ma la domanda che viene fuori davanti alla sfilza di assaggi  a Chianti Classico Collection è: il territorio emerge come dovrebbe nella Gran Selezione? Queste sfumature si trovano già nel bicchiere o per ora è tutta teoria?

 

La risposta è che la Gran Selezione sta già cambiando, si sta “territorializzando”, ma il passaggio da un concetto all’altro non sarà rapido. Le U.G.A. hanno scombinato le carte in tavola, spostando sulla “vivisezione territoriale”  il focus di una tipologia sfruttata da molti per produrre fine wines destinati all’ export che possano competere con Brunello e affini, anche a costo di sacrificare un po’ l’ espressione del territorio in nome della potenza e della concentrazione. Non è un caso che alcune di queste etichette abbiano ottenuto punteggi esorbitanti dalla critica anglosassone e che una abbia addirittura agguantato il perfect score – 100/100 – da James Suckling. Adesso bisogna capire come mettere insieme questa ambizione di grandezza – che commercialmente è molto positiva – con una ricerca delle peculiarità delle U.G.A, al momento paradossalmente più facili da carpire nei Chianti Classico base – che non possono riportarle in etichetta – che in questi vini top di gamma.

 

Quel che s’intuisce dalla degustaizone è che le zone dove la Gran Selezione assume già connotati più specifici sono quelle alte e fresche, che corrispondono solitamente alle U.G.A. di Radda, Gaiole e  Lamole. Questione di posizione dei vigneti, che danno uve meno concentrate e meno adatte alla produzione del super-vino agguanta-premi, ma anche di una coscienza territoriale che i produttori delle aree più “scomode” hanno sviluppato già da anni. I loro vini rappresentano un nuovo modello di fine wine chiantigiano: più vicino alla Borgogna che al resto della Toscana – o a Bordeaux – con una complessità aromatica importante, che, però, va a braccetto con tipicità, finezza e scorrevolezza della beva.

 

L’altra zona dove la Gran Selezione viene molto bene è Panzano in Chianti, bio-distretto nel comune di Greve in Chianti che si è guadagnato una U.G.A. a sé stante. I vini di Panzano e della sua Conca d’Oro, vero e proprio Grand Cru del Sangiovese, riescono a coniugare il calore, la potenza della zona assolata – che ben si addice a un vino “premium”- con una bella spalla acida e una profondità boschiva/minerale non da poco.

 

Ecco tutti gli assaggi di Chianti Classico Gran Selezione da Chianti Classico Collection:

 

Antinori – Badia a Passignano 2019

Dolcezza di prugna e rosa rossa, mentolo, cioccolato, vaniglia. Aperto e avvolgente con buon piglio acido a sostegno del frutto esuberante. Ha tratti di dolcezza e maturità da Supertuscan, ma mantiene un suo equilibrio d’insieme.

Bibbiano – Vigna del Capannino 2019

 

Castellina

Ferro e bosco, alloro, lampone. Massa di frutto importante in ingresso e poi freschezza a calibrare, tannino in assestamento e ritorni ematici e fumè nel finale teso e profondo. Gran bella versione da un comune di cui parla relativamente poco.

Castello di Fonterutoli – Badiola 2019

 

Castellina

Gelatina di ribes e kir royal, lavanda, rose, cacao e tostatura. Modernista, ma con garbo e gentilezza, tannino fine, cremosità di fondo e legno che si fa sentire, ma non sciupa il sorso equilibrato. Buona interpretazione che ammicca anche i palati internazionali.

Fontodi – Vigna del Sorbo 2019

 

Panzano

Caffè in granì e selvatico, humus e cenere, sambuco e mora. Austero e potente, con tannino impegnativo, sapidità sanguigna e acidità di fondo, grande potenza d’insieme, ma senza eccessi strutturali. Chiede tempo, ma ha stoffa da campione e identità territoriale ben precisa.

Molino di Grace – Il Margone 2019

 

Panzano

Opulento con marasca e prugna, cioccolato e legni balsamici, viola e cardamomo, pelliccia. Dolcezza di frutto prorompente e apporto evidente del legno, sapidità e tannino tosto che calibrano il tutto, ma rimane comunque un po’ monolitio.

Poggio al Sole – Casasilia 2019

 

San Donato in Poggio

Sottobosco e carne grigliata, caffè e cacao amaro, tabacco. Pieno, massiccio, con frutto e tostatura abbondante, potenza che prevale sulla freschezza nel finale prorompente su toni boisè.

Riecine – 2019

 

Gaiole

Erbe balsamiche e rosa, grafite, bergamotto, cenere di camino. Godibile e armonioso con frutto maturo ma senza eccessi, ritorno balsamico che dà soavita e tannino svelto, cenni selvatici nel finale longilineo e raffinato. La Gran Selezione che vogliamo!

Castello di Albola – Il Solatio 2019

 

Radda

Oliva al forno, rabarbaro e tabacco Kentucky, composta di more e spunto evolutivo di terra bagnata e tartufo. Spinto sulla maturità e sul legno: il frutto si è un po’ perso, il tannino è l’acidità comunque buona smorzano le morbidezze e allungano il finale segnato da un refolo alcolico.

Principe Corsini – Zac 2018

 

San Donato in Poggio

Visciola e melagrana, rosa e liquirizia, menta e cipria, kirsch. Ampio e goloso. Sorso coerente, con cenno di spezia da rovere che smussa gli spigoli, cremosità di fondo, ma anche la giusta spalla e una spinta balsamica che arricchisce il finale disteso e raffinato. Molto buono.

San Lorenzo – Ama 2018

 

Gaiole in Chianti

Inchiostro e giuggiole, erbe officinali e sambuco, floreale sul fondo. Croccante e grintoso con bacche e pepe, tannino che spinge, mineralità grandiosa e frutto succosissimo, puro. Finale quintessenziale, da vino d’altura. E’ questa la strada giusta!

Vicchiomaggio – La Prima 2018

 

Greve

Sottobosco e funghi porcini, cacao e more, scatola da sigari. E’ ampio, denso, ma ha garbo e grinta acida di fondo, con tannino di media forza, verve agrumata che ravviva il finale. Molto ben fatto.

Villa Calcinaia – Vigna La Fornace 2018

 

Montefioralle

Rosa rossa e graffione, erbe balsamiche e cipria, un tocco di spezie orientali. Grande succosità e souplesse d’insieme, tannino elegante e frutto cristallino, golosi in prima linea. Finale minerale e selvatico di profondità non indifferente. Ottimo!

Villa a Sesta – Sorleone 2018

 

Castelnuovo Berardenga

Legno arso e alloro, susina nera e ribes, violetta e grafite. Ampiezza e carnosità, tannino che asciuga un po’, refoli affumicati e di macchia che siglano un sorso abbastanza austero, da attendere.

Tenuta di Arceno – Strada al Sasso 2019

 

Castelnuovo Berardenga

Spezia chiara e fragolina, rosmarino e legno arso, tabacco Kentucky e paprika. Dinamica misurata, senza orpelli ed eccessi, imperniata sul frutto maturo, tipico di Castelnuovo Berardenga, e su di un tannino perfettamente estratto. Il finale su toni erbe aromatiche è suadente e aggraziato. Eccellente!

Felsina – Colonia 2018

 

Castelnuovo Berardenga

Sottobosco e fumé, scatola da sigari,  visciola e ribes rosso, sandalo ed eucalpito.  Grande spinta ematica che dà vigore al sorso, leggerezza ed equilibrio d’insieme, frutto fragrante, muscoli mai ostentati, chiusura salata e di erbe aromatiche. Equilibrato e accattivante.

Tolaini – Montebello Sette 2018

 

Castelnuovo Berardenga

Rosa appassita, cipria, mentolato e incenso, cioccolato e cannella, prugna e susina. E’ cremoso e avvolgente, con spinta acida discreta sul fondo, rimandi floreali e qualche cenno di tostature. Molto moderno, ma ben costruito.

San Felice – Il Grigio 2017

 

Castelnuovo Berardenga

Sigaro  toscano, amaretto e caffè, mora e gelsi. Sorso potente, con tannino un po’ rugoso e acidità discreta, scorrevolezza non male, anche se tende ad essere un po’ asciutto in chiusura.

Losi Q uerciavalle – 2015

 

Castelnuovo Berardenga

Legno arso e liquirizia, alloro ed eucalipto, humus a delineare un naso evoluto, ma non stanco. Bella dinamica gustativa con guizzi selvatici ed ematici, acidità dosata e tannino fitto, calore ben gestito e un finale fumoso e selvatico di grande territorialitá. Affascinante.

Lecci e Brocchi – 2017

 

Castelnuovo Berardenga.

Pellame e frutto scuro, goudron e tabacco, un’idea di oliva. Forza e fittezza, acidità in lizza e tannino reattivo, frutto un po’ offuscato, ma ha buon carattere minerale-ematico. Discreto.

Fattoria di Valiano – San Lazzaro 2018

 

Vagliagli

Marasca a tutto spiano, poi fiori appassiti e lavanda, cipria e cannella. Morbido e avvenente, con durezze percettibili ma inglobate nella massa di frutto che lo rende molto disteso.

Vallepicciola – Lapina 2018

 

Vagliagli

Legni balsamici e resina, cacao amaro, rosa appassita, visciola e prugna. Imponente e moderno: la traccia del legno si fa sentire, ma non inficia una progressione comunque equilibrata tra ritorni balsamici e tostati, cannella e composta di more, con finale profondo su toni di grafite. Modernista, ma con stile.

Bindi Sergardi – Mocenni 89 2017

 

Vagliagli

Tabacco e ferro, terra bagnata, cuoio. Molto fitto in bocca, con frutto discreto sul fondo e tannino polveroso, grafite e affumicatura nel finale di buona persistenza. Valido.

Fattoria della Aiola – Cancello Rosso 2017

 

Vagliagli

Melagrana e mirtilli rossi, grafite, nocciola e cacao amaro. Sorso compatto con frutto al centro, un po’ bidimensionale.

Borgo Scopeto – 2018

 

Vagliagli

Carrube e radici, caffè in granì, tabacco e un tocco caramellato. Avvolgente e immediato, con frutto ricco, denso e tannino vellutato. Rilassato.

Castello di Bossi –  Berardo 2018

 

Castelnuovo Berardenga

Melagrana e rosa, ciliegia fresca, erbe aromatiche a profilare un bouquet fresco e allettante. Di buona scorrevolezza il sorso non impressionante per profondità, ma equilibrato e garbato, con finale succoso su toni di frutti rossi maturi. Bene.

Isole delle Falcole – 2018

 

Panzano

Sottobosco e cacao, visciola e tabacco, cenni di spezie da rovere. Largo e accomodante, con ritorni boisè in evidenza e tannino appena rugoso, finale abbastanza alcolico.

Cafaggio – Basilica Solatio 2018

 

Panzano

Sottobosco e cenere, , legno arso. Tannino rugoso che comprime la massa, frutto in sordina e finale fumoso.

Casaloste – 2017

 

Panzano

Tabacco ed eucalipto, cenere, pietra, more e giuggiole. Bella dinamica con frutto scuro e cremoso, legno egregiamente dosato, menta e sale nel finale più aggraziato del resto.  Caldo, imponente, ma di bell’equilibrio.

Il Palagio di Panzano – Vigna delle Bambole 2016

 

Panzano

Legno arso e concia, more e susina nera, incenso e cacao in polvere. Sorso imponente con legno ben intrgrato, tannino vellutato, salinità e ritorno pietroso in pieno stile  Panzano. Finale di volume e spessore al sapore di frutti neri molto maturi. Imponente, ma preciso.

Le Cinciole – A Luigi 2016

 

Panzano

 

Susina nera e giuggiola, violetta ed incenso, accenti ematici.  Sorso austero, serrato, vigoroso, ma senza sbavature, con nota minerale di fondo che dá tridimensionalità, poi frutto ricco, cremoso e accenti speziati a completare una progressione di profondità non indifferente. Ottimo.

Castelvecchi – Madonnino 2016

 

Radda

Marasca e prugna, tabacco mentolato, pepe e chiodo di garofano. Balsamico nei rimandi e molto imponente, sicuramente ben costruito, con l’acidità tipica di Radda che smorza la massa e ritorni speziati che danno forza al finale lungo. Concentrato, ma con freschezza “raddese” a supporto.

Castellinuzza e Piuca – 2017

 

Greve

Pesca gialla e anice, pastiglia alla viola, erbe silvestri. Freschissimo e dinamico, con lieve vena vegetale di fondo, acidità intensa e tannino leggero, finale ferroso di splendida distensione. Fine wine 2.0.

Castello di Radda – 2016

 

Radda

Vegetale da Radda e bosco dopo la pioggia, ferro e nocciola, paprika e gelsi sul fondo. Austero e sanguigno con tannino scalpitante e freschezza di arancia sanguinella. Stile territoriale e contemporaneo giocato sul dinamismo con finale agile e rinfrescante.

Castellinuzza – 2015

 

Lamole

Fiori rossi e alloro, susina e ribes nero su fondo più scuro di ferro e terra bagnata. E’ delicato, suadente, giocato su fragolina e pepe verde, resina e tarocco siciliano, con una progressione longilinea e vibrante che invita al secondo sorso. Grande finezza.

Antico Lamole – Vigna Grospoli 2015

 

Lamole

Selvatico e terroso in prima linea, poi mora e cinghiale in umido, mela rossa e kirsch, scatola da sigari. Volume e cremosita di frutto in bocca, anche se non manca la spinta acida di Lamole. Tannino appena polveroso, poi bosco ed erbe balsamiche nel finale un po’ rustico, ma di buona profondità. Interessante.

Maurizio Brogioni – San Rocco 2018

 

Montefioralle

Marasca, susina nera e un tocco d’oliva, a profilare un naso intenso, ma non finissimo. Sorso sempre sul frutto, con tannino un po’ ostico.

Renzo Marinai – 2018

 

Panzano

Melagrana, sandalo e vetiver, cannella e un tocco di pepe. Massiccio e moderno, ma con discreta spalla acida, tannino vellutato, spezia dolce e sottobosco nel finale morbido.

Villa Calcinaia – Vigna Bastignano 2017

 

Montefioralle

Legno arso, mora e ribes nero. Polpa importante e tannino un po’ rugoso che corruga appena il sorso.

La Querce Seconda – 2015

 

San Casciano

Selvatico ed ematico, tabacco, sigaro, terra bagnata. Austero e asciutto, animale e scapigliato, con buon frutto scuro che bilancia il tannino,  sottobosco nel finale non proprio finissimo, ma intrigante.

Castello di Monsanto – Il Poggio 2017

 

San Donato in Poggio

Ciliegia e tabacco, humus, lamponi, anice e sandalo, macchia mediterranea a definire un naso di particolare. Potenza ben calibrata ed impeto salino, tannino serio e vigoroso, erbe aromatiche e frutti rossi nel finale di bella distensione. Una garanzia.

Ormanni – 2016

 

San Donato in Poggio

 

Anice ed erbe disidratate, mora e viola mammola. E’ disteso e avvolgente, con finale un po’ offuscato dall’alcol, ma di buona profondità.

Rocca di Montegrossi – 2016

 

Gaiole

Bel naso con ciliegia e susina che incontrano il selvatico, cacao e refoli balsamici. Ha polpa interessante e anima ferrosa di fondo, tannino vellutato, rimandi fruttati che scandiscono il finale di notevole equilibrio. Molto buono.

La Castellina Squarcialupi – 2016

 

Castellina

Rosa appassita e caramella alla fragola, anice, humus e chinotto. Sapidità accattivante e tannino fitto, succosità e distensione, stile aggraziato per una Gran Selezione con meraviglioso ritorno balsamico che sigla la chiosa soave. Affascinante e per niente omologato.

Cinciano – 2016

 

San Donato in Poggio

Rose e mirtilli, lamponi, cenni balsamici e un’idea di spezie orientali. A un bel naso corrisponde un sorso reattivo e croccante, con tannino importante a sostegno che, però, non penalizza il frutto. Buono.

Castelli del Grevepesa – Clemente VII 2016

 

San Casciano

Vegetale e china, fiori rossi. Un po’ indecifrabile con frutto discreto, rintocco vegetale in chiusura e qualche cenno ammandorlato in chiusura.

Carpineto – 2016

 

Greve

Grafite, polvere di cacao e sambuco, mora e giuggiola. Materico, impegnativo, con tannino impotente, profondità e spessore, ma poca leggiadria.

Le Fonti – 2018

 

Panzano

Lampone e lavanda, fiori appassiti e talco. Sorso muscoloso con tannino fitto e un po’ astringente che comprime lo sviluppo.

Gagliole – Gallule 2018

 

Panzano

Muschio animale e incenso quasi a la Pinot Noir, creme de cassis, rosa e cipria, sandalo e spezia orientale,. Materia interessante e cremosità, ampiezza senza peso, ritorni balsamici che danno finezza a una progressione perfettamente calibrata dal tannino cesellato. Splendido!

Castellinuzza e Piuca . 2018

 

Melagrana e mora, fiori appassiti, scatola da sigari e un ricordo di paprika. Sorso aggraziato e allo stesso profondo, con sapidità notevole in prima linea, rimandi fruttati che rimpolpano, finale composto e siglato da toni floreali e balsamici di meravigliosa finezza. Eccellente.

Querciabella – 2017

 

Greve

Ebanisteria e sandalo, marmellata di more, tabacco mentolato e legni aromatici. Sorso di grinta e di forza, con tannino ruggente che al momento comprime un po’ lo sviluppo. Ma, come sempre, la materia è da fuoriclasse e l’equilibrio d’insieme pure.

Carus – Gaudio 2015

 

San Casciano

Legno arso e cioccolato, mora e susina nera, chiodo di garofano. Sorso coerente con tannino potente al centro, finezza non eccezionale, ma buona profondità anche nel finale boschivo e animale.

Castello di Cacchiano – Millennio 2015

 

Gaiole

Kentucky e paprika, noce moscata, tabacco e scatola sigari, alloro e lentisco, mora e cacao in polvere. Sorso con frutto carnoso e salinità interessante, tannino agile e ritorno ematico, un po’ polveroso sul finire, ma con bella potenza e riconoscibilità.

Castello di Volpaia – Coltassala 2018

 

Radda

Sottobosco verde, frutti di rovo, viola e legno arso in pieno stile Radda. Ampio, carico di frutto, ma con supporto acido impeccabile, discreta impronta minerale e finale balsamico di buona durata. Meno affilato di altri raddesi, ma ben costruito.

Cecchi – Valore di Famiglia 2017

 

Castellina in Chianti

Arancia rossa, fuliggine e alloro. Sorso un filino rustico, ma di buona scorrevolezza, con allungo su toni di erbe aromatiche. Discreto.

Colombaio di Cencio – 2017

 

Gaiole

Selvatico e fumoso con poco frutto. Simile in bocca con tannino non impeccabile.

Frescobaldi Tenuta Perano –  Rialzi 2017

 

Gaiole

Visciola e sciroppo di more, mentolo e cioccolato al latte. Moderno e potente, con morbidezza incipiente, apporto del legno abbastanza evidente, ma anche la giusta salinità e un tannino di buona presa. Finale speziato più agile del resto.

Tenuta di Nozzole – Giovanni Folonari 2016

 

Greve

Pelliccia e caffè, speziatura prorompente e un’isolito ricordo di salsa di soia. Morbidezza e distensione, sapidità e ritorni speziati, non proprio un campione di aderenza territoriale, ma ha equilibrio e compostezza dalla sua parte. Non trascende l’annata.

Le Capitozze – 2012

 

San Casciano

Evoluzione marcata: terra bagnata in prima linea, poi pomodoro secco e composta di mirtilli, qualche refolo di fiori appassiti. Tannino potente che dà grinta, ma il frutto viene in secondo piano rispetto alla parte boschiva. Da stappare adesso.

 

Un commento

  1. Salve, penso ci sia un errore per quanto riguarda l’azienda Riecine. In attesa di un vostro gentile riscontro. Un saluto.
    Alice

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