Ciliegia di Bracigliano verso il marchio igt


Ciliegia Spernacchia di Bracigliano

Ciliegia Spernacchia di Bracigliano

di Alfonso Sarno

Ciliegia di Bracigliano. Il 19 gennaio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il disciplinare di produzione Igp ovvero di indicazione geografica protetta Ciliegia di Bracigliano”.
Un importante momento che scandisce la conclusione di un incessante lavoro iniziato tre anni orsono dal Gal “Terra è Vita” insieme con le istituzioni, i produttori e gli addetti alla trasformazione del comprensorio interessato per tutelare e garantire l’unicità del prezioso frutto, vera eccellenza agroalimentare non soltanto del piccolo comune montano ma anche di altri 13 di cui 9 – Baronissi, Calvanico, Castel San Giorgio, Cava de’ Tirreni, Fisciano, Mercato San Severino, Pellezzano, Roccapiemonte, Siano in provincia di Salerno – e 4 cioè Contrada, Forino, Montoro e Moschiano in quella di Avellino.

Un primo fondamentale tassello che si completerà con l’inserimento nella Gazzetta Europea a suggello dei sacrifici soprattutto dei tantissimi contadini, eroici custodi delle tipicità che hanno lottato, sordi alle chimera della produzione intensiva e dell’abbandono delle antiche coltivazioni per difendere la ciliegia, loro “oro rosso” insieme con il pomodoro. La notizia è stata data ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa da remoto a cui hanno partecipato Antonio Calvanese, presidente del comitato promotore; Antonio Rescigno, sindaco di Bracigliano; Francesco Gioia e Giovanni Giugliano, rispettivamente presidente e direttore del Gal “Terra è Vita”. Occasione per ringraziare altri compagni di strada come l’Università di Salerno che ha fatto ricerche sulle qualità organolettiche del prodotto e per ribadire l’importanza dell’Igp che «darà nuova fiducia ai contadini – ha dichiarato Calvanese – sostenendoli nel produrre varietà di elevata qualità anche se con rese inferiori incentivandoli ad investire su produzioni autoctone a rischio scomparsa».

Ben 9 le varietà inserite nel disciplinare, dai colori che vanno dal rosso vivo tendente al giallo che sfuma nel rosso al rosa-rosso ed all’amaranto, saporose e dalla lunga fioritura – da aprile a giugno – a seconda del cultivar: spernocchia sciazza, pagliaccia, silvestre, palermitana, baron picella, principe, don Carmelo, bigarreu. Coltivate a Bracigliano e negli altri paesi fin dal 1700 e note per i benefici salutari: «Se mangerai ciliegie – è scritto nel “Regimen sanitatis” della Scuola Medica Salernitana – tre doni ne avrai:  la ciliegia monda lo stomaco, il nocciuolo toglie la pietra, la sua polpa genera abbondante sangue». «Aspettavamo questo riconoscimento – ha ricordato Rescigno – da 15 anni e la mia amministrazione con il delegato Filiberto Aliberti ha affiancato il Gal ed il comitato promotore. Finalmente siamo in dirittura d’arrivo».

Speranza condivisa con le 420 aziende agricole più alcune per la trasformazione impegnate nella coltivazione di 135,42 ettari per una produzione annua di circa 10mila quintali. «È un momento felice – ha concluso Francesco Gioia – ma si tratta solo di un primo passo, inizio di un percorso di sviluppo per l’attività dei produttori, stimolo per l’economia locale. Puntiamo ad allargare il territorio oltre i 14 comuni finora in disciplinare. Sarà un modo per avvicinare i giovani all’agricoltura ed alla creazione di nuove aziende. Un risultato del territorio i cui effetti positivi devono ricadere necessariamente su di esso».

Ciliegia di Bracigliano