Come si evolve un Verdicchio di 25 anni? La Verticale di Cambrugiano e la cucina dell’Osteria di Monteverde


i Verdicchio in degustazione

di Maurizio Valeriani

Eravamo molto curiosi, quando Roberto Potentini, direttore ed enologo della Belisario, nonché consulente per diverse altre realtà marchigiane (es. La Monacesca) , ci ha proposto di assaggiare insieme l’annata 1988 del vino bandiera dell’azienda il Verdicchio di Matelica Riserva Cambrugiano.

Affrontiamo quindi il nostro racconto, parlandovi contemporaneamente della pre-degustazione per la stampa e addetti ai lavori, svoltasi presso l’enoteca Al Grammelot, in zona Roma Gianicolo,  che ringraziamo per l’ospitalità, e della successiva cena all’Osteria di Monteverde.

La premessa

Belisario è una Cooperativa, dove i soci non conferiscono l’uva, ma conferiscono direttamente il vigneto, che viene condotto dal personale dell’azienda, in modo da poter controllare in maniera efficace la qualità del raccolto ai fini di produrre vini in linea con l’alto standard aziendale. I soci non vengono pagati in rapporto all’uva prodotta, ma in relazione agli ettari conferiti. Siamo nel comprensorio di Matelica, che è l’unico in tutte le Marche che corre parallelo alla costa Adriatica, nel senso che non c’è comunicazione con il mare e di conseguenza il clima è di tipo continentale: fortissime escursioni termiche notte-giorno, ma anche tra le stagioni (in inverno la temperatura può arrivare a -15/-20 gradi, a maggio invece gode del sole del 43esimo parallelo, che passa a sud della Vallesina e  favorisce la maturazione dell’uva).

Il verdicchio di Matelica, che ha ottenuto la DOC molto presto (nel 1967 grazie alle pressioni di Enrico Mattei, nativo di Matelica; quattordicesima DOC d’Italia) si differenzia molto da quello di Jesi (che ha ottenuto la DOC un anno dopo) , che risente molto dell’influsso del mare: vini molto minerali e ricchi i primi, vini più sapidi e “marini” i secondi. Il rapporto tra gli ettari vitati di Matelica e quelli di Jesi è di circa  1 a 10, così come quello tra gli ettolitri prodotti ed anche quello relativo al numero di produttori.

 

I Vini Degustati

Veniamo dunque alle bottiglie a cui abbiamo tirato il collo:

Verdicchio di Matelica Vigneti B. 2012 – BELISARIO

Parliamo dell’ex Vigneti Belisario, che è diventato Vigneti B. a voler significare contemporaneamente Belisario e Biologico, dato che da poco il vino è biologico, come da direttiva europea (prima era solo da agricoltura biologica, ora è stata regolamentata anche la vinificazione). Il vino è realizzato con la tecnica dell’iperossigenazione, cioè viene immesso tantissimo ossigeno nei recipienti di vinificazione. Questa tecnica consente di far sviluppare gli enzimi ossidatici durante la fase mosto, in modo che poi siano non più attivi quando si otterrà il vino. Tutto questo permette il non utilizzo dell’anidride solforosa in fase di vinificazione, anidride solforosa che verrà aggiunta solo nel vino vero e proprio in quantità minimali.

L’analisi organolettica evidenzia un profilo ricco, suadente, minerale, di grande piacevolezza e godibilità, che ben si abbina con il Polpo rosticciato, panzanella, friggitelli e yogurth, preparato dall’Osteria. Punteggio del vino 85/100 , punteggio abbinamento 88/100

 

polpo rosticciato, panzanella, friggitelli e yogurth

Verdicchio di Matelica Meridia 2010 – BELISARIO

La vendemmia è anticipata, per ottenere una più alta acidità, atta a favorire una buona evoluzione durante la lunga vinificazione. Infatti il vino, dopo il primo travaso, viene lasciato due anni sulle fecce fini in una vasca di cemento.

Il profilo gustativo è quello di un vino teso, vibrante, con spiccata mineralità e chiusura di agrume e pietra focaia.  Bene si sposa con la Tartare di pesce azzurro, acqua di pomodoro, melanzane e burrata. Punteggio vino: 86/100 . Punteggio abbinamento 87/100

 

tartare di pesce azzurro, acqua di pomodoro, melanzane e burrata

Verdicchio di Matelica Riserva Cambrugiano 2010 – BELISARIO

Le uve vengono da un appezzamento che ha il nome “Cambrugiano” (una specie di cru).  Si parte dalla criomacerazione ne poi  il vino realizzato con un 50 % di passaggio in legno piccolo (fino al quinto passaggio; quindi della parte che fa legno il 20% è di primo passaggio, il 20% è di secondo passaggio, il 20% è di terzo passaggio etc.) e 50% acciaio.

Bella annata con tempi giusti e tradizionali di vendemmia.

Grande impatto olfattivo, con pesca, agrumi fiori e frutti gialli. Pieno, armonico, profondo, elegante e potente. Trova un buon compagno negli Spaghetti Mancini con aliciotte fresche e pesto di pistacchio. Punteggio Vino 89/100. Punteggio abbinamento 88/100

 

Verdicchio di Matelica Riserva Cambrugiano 2009 – BELISARIO

L’annata è più calda e un pochino si sente. Ciò nonostante la mineralità gli conferisce una grande piacevolezza, insieme a sentori spiccati di macchia mediterranea e frutta secca. Punteggio vino : 86/100. Punteggio abbinamento con Spaghetti Mancini con aliciotte fresche e pesto di pistacchio: 82/100

 

Verdicchio di Matelica Riserva Cambrugiano 2008 – BELISARIO

Di nuovo una grande annata. Fiori gialli, sentori minerali e di talco, tipica mandorla a fine bocca e grande materia per un vino di un’enorme eleganza. L’abbinamento con il piatto ben realizzato “ Baccalà, patate, pecorino e peperoni leggermente affumicati “ è leggermente complicato nel senso che con il solo baccalà siamo in armonia, mentre con la salsa con i peperoni è un difficile matrimonio. Punteggio del vino: 92/100 . Punteggio abbinamento : 82/100

Verdicchio di Matelica Riserva Cambrugiano 2007 – BELISARIO

Ancora annata calda; tutto giocato su sensazioni di frutti gialli, spezie e frutta secca. Manca un leggero sprint di acidità, ma c’è buona piacevolezza. L’abbinamento con il baccalà con la salsa di peperoni si presenta problematico come nel caso precedente. Punteggio vino: 84/100. Punteggio abbinamento : 82/100.

 

Verdicchio di Matelica Riserva Cambrugiano 1988 – BELISARIO

Nozze d’argento tra Roberto Potentini ed il Cambrugiano. 25 anni di vino portati alla grande e senza lifting. Realizzato con criomacerazione, e poi solo cemento (allora non si usava l’acciaio) e niente legno. Nonostante un piccolo inizio di ossidazione, il vino ha ancora tanto da raccontare con note che vanno dal rosmarino, spezie e erba medica. Pieno ricco. Grande l’abbinamento con il fiore sardo stagionato, offerto generosamente dall’enoteca Al Grammelot ai pochi eletti, che hanno potuto fare questa esperienza pomeridiana. Punteggio vino in sé 85, ma in considerazione della conservazione in 25 anni 90/100. Punteggio abbinamento: 94/100

Foto di Stefano Ronconi