Coteaux, Maisons et Caves de Champagne patrimonio dell’Unesco


Perrier, i vigneti

Perrier, i vigneti

di Marina Betto

Il 4 luglio scorso i 21 rappresentanti degli stati appartenenti alla Convenzione UNESCO hanno votato all’unanimità l’iscrizione dei “Coteaux, Maisons et Caves de Champagne” alla categoria paesaggio organicamente evoluto. “E’ stato riconosciuto il valore eccezionale ed universale che rappresenta questo terroir ” ha dichiarato con entusiasmo Pierre Cheval, presidente dell’associazione ” Paysages du Champagne” che ha guidato questo progetto per otto anni. Questo paesaggio viticolo testimonia l’ ascesa a partire dal XVIII sec. di una tecnica di produzione, lavorazione e commercializzazione originale ed unica che ha trasformato il paesaggio rurale e urbano di questo territorio. Sono coivolti 320 comuni della zona AOC Champagne distribuiti in 5 dipartimenti francesi: Marne, Aube, Aisne, Haute- Marne e Seine- et- Marne. Tutelare, gestire e mantenere questo bene universale sarà il compito delle attuali generazioni e di quelle future.

Festeggiare quest’importante traguardo raggiunto dai cugini d’oltralpe è d’obbligo e per l’occasione voglio parlare dell’antica Maison Joseph Perrier fondata nel 1825 a Chalons- en- Champagne. Gli eredi di Joseph Perrier sono i Perrier, Pithois e Fourmon che si succedono da cinque generazioni a capo della Maison che mantiene un carattere familiare storico,caso quasi unico in Champagne. Dal 1980 è Jean- Claude Fourmon a capo dell’azienda che ha aumentato la superficie originaria, dispone di una cantina in inox da 4.000 ettolitri ma ancora oggi resta domiciliata al vecchio indirizzo al 69 Avenue de Paris a Chalons- en- Champagne. I 21 ettari che forniscono le migliori uve di Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Munier per la più classica delle cuvèe si trovano a Verneuil e Cumières, rigorosamente vendemmiate a mano forniscono solo il 30% del fabbisogno di uve, le altre uve provengono dalla Cote des Blancs, Montagne de Reims e dalla regione di Vitry.

Jean Claude Fourmon a Roma presso enoteca Trimani

Jean Claude Fourmon a Roma presso enoteca Trimani

Le cantine di invecchiamento di Joseph Perrier dove lo champagne si affina non meno di tre anni fino a10 anni sono delle antichissime cave di gesso gallo-romane e si estendono per più di tre chilometri tra cunicoli e gallerie dove pozzi di luce naturale rendono questo luogo magico; anche qui il maestro di cantina Jerome Dervin rappresenta la quarta generazione della famiglia Dervin ad occuparsi della cantina di invecchiamento che si distingue per regoralità di produzione dovuta alla diretta gestione dei vigneti e all’uso sapiente del vino di riserva. Jean Claude Fourmon è venuto recentemente a Roma all’enoteca Trimani a presentare la sua produzione di Champagne.

Blanc de Blancs dalla accesa veste oro con sfumature verdi e perlage fine. Il bouquet evidenzia la pera e l’ananas con guizzi di cedro poi si avvertono le note burrose e croccanti del croissant. La bocca rivela finezza e mineralità con sensazioni delicatamente iodate e marine che svaniscono lentamente lasciando un alito di pura freschezza.

La brillantezza del Blanc de Blancs

La brillantezza del Blanc de Blancs

Blanc de Blanc 2006 è contenuto in una bottiglia particolare dal fondo piatto (usata anche da de Venoge) e ottenuto da sole uve chardonnay dei selezionati vigneti della Maison. Colore biondo lucente è meno verticale del Blanc de Blancs svelando una natura più polposa e calda. Le sensazioni fruttate qui sono candite e la mineralità si fa più intensa virando verso sentori di idrocarburi. Uno champagne complesso e adatto ad accompagnare un intero pasto.

Blanc de Blancs 2006

Blanc de Blancs 2006

Brut Rosè invecchia tre anni e si ottiene da due vitigni base Chardonnay e Pinot Nero a cui al termine è aggiunta una piccola dose di vino Cumieres rosso. Si presenta nel bicchiere con una particolare tonalità salmone. I piccoli frutti rossi sono tutti riconoscibili al naso mescolati ad accenti lievi più agrumati. In bocca la scorza di arancia candita addolcisce le note acide e minerali che sono preponderanti.

Brut rosè

Brut rosè

 

Brut rosè

Brut rosè

Brut Rosè 2004 ha la stessa elegante bottiglia a fondo piatto di epoca vittoriana del Blanc de Blancs Brut Vintage. Pinot nero (75%), Chardonnay (20%) e Pinot Munier (5%) provenienti solo da Premier e Grand crus (Cumieres, Mailly, Rilly, Chouilly e Mesnil sur Oger). Profondo salmone è il suo colore, il naso sente i frutti rossi e la scorza delle arance rosse molto mature con gustose note mielate e tostate sul finale. Sebbene un po’ evoluto il gusto ricorda l’anima fruttata a cui si aggiunge il gusto della prugna secca che rende il sorso stuzzicante. Persistente e intenso è uno champagne che si rende protagonista di una cena.

Il particolare colore del Brut rosè 2004

Il particolare colore del Brut rosè 2004

Cuvée Josephine 2004 si presenta in una elegante bottiglia serigrafata, viene prodotto solo nelle annate ritenute migliori da una cuvée di Chardonnay (46%) e Pinot Nero (54%) invecchia per almeno otto anni in cantina. Possiede un esemplare perlage e un naso fragrante e fresco con riconoscimenti di zucchero caramellato, pere e frutta secca.

la cuvée

la cuvée

Cuvee Josephine 2004

Cuvée Josephine 2004

Il suo gusto è di frutta candita, uvetta passa e pasta di mandorle, pieno e goloso.