Cupersito 2008 Cilento doc


CASEBIANCHE
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

Chi non ama il Cilento? Sfido chiunque ad alzare la mano. Era l’estate del 2006, una vacanza memorabile, spesa tra il mare splendente di Acciaroli e le sagre straordinarie di Montecorice, la frescura di Torchiara ed il mare calmo e salatissimo della spiaggia di Ficocelle a Palinuro. Tra una scarpinata nelle rovine del bellissimo parco archeologico di Velia ed un’abbuffata mattutina di fresco yogurt da Vannulo ogni tanto ci scappava pure la bevuta, per così dire indigena, di bottiglie già conosciute ed etichette praticamente anonime; Iniziava proprio in quell’epoca, in Cilento, il fermento di tanti piccoli agricoltori/conferitori in procinto di diventare anch’essi produttori: la nomenclatura in voga era ancora ferma ai nomi storici di Maffini, De Conciliis e Alfonso Rotolo, ma di lì a poco avremmo aggiunto al taccuino, tra gli altri, nomi nuovi, qualcuno pure suggestivo, come Botti, I Vini del Cavaliere, Luna Rossa e per l’appunto Casebianche di Torchiara.
Un piacere del momento, le primissime vendemmie, un arrivederci poi a domani. Oggi è già domani, l’abbiamo imparato da sempre e Dustin Hoffman nel 2008 ci ha fatto pure un bel film, e a Battipaglia lo scorso 12 novembre ad Aglianico&Aglianico sembrava proprio di essere dentro un film, sino ad allora mai visto prima in Campania: oltre 70 produttori di aglianico e tanti altri numeri da sballo per gli appassionati di statistica e per i coglioni burocrati nemici del vino. Casebianche di numeri, sulla carta, ne ha davvero pochi, talento nelle bottiglie, tanto: sono appena 9000 ma di estrema godibilità, un bianco davvero molto interessante, il Cumalè ed un’altro giusto per non restare fermi al palo col solo fiano, l’Iscadoro con il quale si gioca in vigna e soprattutto in cantina con le vecchie vigne di malvasia e trebbiano e maturazioni sur lies ed affinamento in legni di castagno.
Poi due rossi, il complesso (quantomeno nello blend) Dellemore, di cui scriverò in seguito ed il Cupersito, il rosso che mi ha immediatamente sorpreso e piacevolmente conquistato, bevuto in anteprima assoluta nell’annata 2008 ancora in affinamento nelle botti. Aglianico per l’85% e piedirosso al 15%, ricco, concentrato, succoso e pregnante come tante valide interpretazioni di questo connubio che Fortunato Sebastiano sta egregiamente orchestrando degli ultimi anni. Il vino nasce da un’attenta cernita dei migliori grappoli da vigne allevate con agricoltura biologica, una resa in uva bassissima ed una accurata pratica di cantina che prevede tra l’altro fermentazioni spontanee su lieviti endogeni e travasi solo manuali nonché bassissimo utilizzo di solforosa.
Ne viene fuori un vino rosso rubino dal colore gioviale, violaceo impenetrabile, quasi inchiostro, consistente. Il timbro olfattivo è ficcante, naso pulito e complesso su note di frutta polposa e croccante, marasca, lampone e mora.
Ha bisogno di ossigeno, di girare nel bicchiere, di sfuggire alla carica glicerica che ne rincorre una freschezza accesa ed importante, che rende morbidezza ad un tannino di nerbo ma non invadente, che in bocca mostra le spalle, il carattere che ne forgia l’imprinting davvero importante. L’origine mi sorprende, un vino così materico, in Cilento lo facevo appannaggio solo del Naima di Bruno De Conciliis, la mano dell’enologo però no, quella ho imparato a riconoscerla nel Grifo di Rocca di Mustilli piuttosto che nel Rasott di Boccella e non mi mordo la lingua nell’intravedere nella trama fitta del Cupersito il compagno di banco del Falerno Rampaniuci di Migliozzi, come dire “qual valore e merito” all’insegnante Sebastiano. L’ho bevuto con tanto piacere su di un Hamburger di marchigiana, provola e friarielli, e non esito a dire di aver peccato lungamente fregandomi dell’abbinamento, avevo solo voglia di bere un grande vino!

Questa scheda è di Angelo Di Costanzo

Sede a Torchiara. Tel. 0974843244, fax 0974.841491.
www.casebianche.net
[email protected]
Enologo: Fortunato Sebastiano.
Ettari: 13 di cui 5 vitati.
Bottiglie prodotte: 9000.
Vitigni: aglianico, primitivo, barbera, fiano, trebbiano toscano, malvasia.