Cutizzi, quando il Greco di Tufo diventa esperienza verticale



Una masterclass emozionante con Antonio Capaldo, presidente di Feudi di San Gregorio, tra annate storiche, minerali lavici e il viaggio del Greco verso la DOCG Riserva

Annate in degustazione – Masterclass Cutizzi La Vigna Perfetta

di Tonia Credendino

Ho partecipato con orgoglio e con un’emozione autentica a una masterclass tenutasi a Palazzo Paternò, durante la seconda edizione de Il Vino CE, dove la degustazione e le nozioni si sono fuse in un unico discorso vivo e appassionato. In sala c’era Antonio Capaldo, presidente di Feudi di San Gregorio, che ha parlato con la forza delle radici, raccontando territorio, vino e progetto, mentre Pietro Iadicicco, delegato AIS Caserta, ha guidato i calici con competenza e quel tono che sa rendere visibile l’invisibile del vino. Il protagonista è stato Cutizzi Greco di Tufo DOCG, presentato in un percorso verticale attraverso cinque annate — 2010, 2015, 2019, 2021 e 2023 — che hanno disegnato la mappa del tempo e delle metamorfosi di questo vitigno.

Antonio Capaldo e Pietro Iadicicco- Masterclass Cutizzi La Vigna Perfetta

Il 2010 ha restituito memoria e profondità, mostrando come il vino potesse ancora parlare di minerali e tempo. Il 2015, ricordato da Capaldo come un’annata “orribile” per piogge, caldo o neve, si è trasformato in sorpresa: il calice ha dimostrato equilibrio e dignità, quasi a confermare che il suolo vulcanico, i resti marini e il microclima abbiano saputo reagire alle avversità. Il 2019 è stato l’annata più celebrata, quella che ha incarnato le peculiarità più autentiche del vitigno: verticale, riconoscibile, incisiva. Il 2021 ha aggiunto una sfumatura con leggere note di idrocarburo, segno di longevità e tensione, di vino che ha voglia di durare. Il 2023 ha chiuso il cerchio con freschezza e prospettiva, inaugurando la possibilità di fregiarsi della menzione Riserva DOCG. Le ultime due annate si sono quasi rincorse: una più minerale, l’altra più intensa nel colore, a ricordare che il Greco è varietà mutabile, capace di sorprendere e cambiare con l’annata.

Masterclass Cutizzi La Vigna Perfetta

Nel bicchiere si sono rincorsi aromi di fiori bianchi, agrumi, frutti maturi, erbe fini, accenni mentolati e profonde tracce di liquirizia, mentre le parole di Antonio Capaldo hanno intrecciato la degustazione alla consapevolezza del territorio. La Campania, terza regione italiana per la produzione di bianchi, ha trovato nel Greco di Tufo e nel Fiano di Avellino le sue due DOCG simbolo. Il Greco, varietà apparentemente neutrale, si è rivelato al contrario tra le più complesse da coltivare: grappolo piccolo, buccia sottile, estrema fragilità. Capaldo lo ha paragonato a “un figlio difficile, quello che ha bisogno di più protezione, ma che poi dà le più grandi soddisfazioni”, immagine che ha reso bene l’essenza del vitigno. La sua mineralità non è stata artificio, ma dono della terra: suoli antichi ricchi di resti marini che hanno lasciato impronte nella pietra e nel vino. A completare il quadro, la ricerca condotta con l’Università Federico II, grazie alla quale Feudi di San Gregorio ha sperimentato forme di allevamento capaci di sostenere questa varietà delicata: la raggiera si è mostrata la più adatta a proteggere i grappoli e a permettere al Greco di esprimere tutto il suo carattere.

Degustazione – Masterclass Cutizzi La Vigna Perfetta

Alla fine, non erano solo cinque annate, ma un unico racconto verticale: un discorso che ha attraversato memoria e futuro, fragilità e forza, mare e collina. Antonio Capaldo lo ha ribadito: le bottiglie non sono reliquie, ma archivi di esperienza, dialogo col tempo. E noi, guidati dalla voce di Pietro Iadicicco, non abbiamo vissuto una lezione tecnica, ma un rito collettivo, un cammino che ha restituito la vigna perfetta nella sua autenticità più profondamente sentita.

Feudi di San Gregorio
Località Cerza Grossa, 83050 Sorbo Serpico (AV)
Tel. +39 0825 986611
[email protected]

 

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