Donna Elisa Osteria Contemporanea a Castellabate: ascensore per il Paradiso
Donna Elisa Osteria Contemporanea
Via Senatore Peppino Manente Comunale, 84048 Santa Maria di Castellabate SA
Telefono: 0974 961001
Aperto a cena
di Francesca Pace
C’è una canzone di Grignani che mi è sempre piaciuta tanto, Destinazinazione Paradiso ed è stato proprio nell’attimo esatto in cui imboccavo l’ingresso dell’ascensore panoramica del Grand Hotel Santa Maria, che mi avrebbe condotta al Donna Elisa Osteria contemporanea, che mi è venuta in mente.
Un viaggio a senso solo
Senza ritorno se non in volo
Senza fermate ne confini
Solo orizzonti, neanche troppo lontani.
Bisognerebbe avere occhi divergenti per vedere tutta la bellezza che si può godere da qui. 360 gradi di Paradiso. Basterebbe anche solo una fetta di pane sale e olio, anche solo questa, per innamorarsi di questo posto. Capri laggiù fa l’occhiolino. Lei sa.
E invece qui c’è lo Chef Vincenzo Vecchio, che rende ciò che è già bello di suo anche molto buono.
È giovane (trentun anni appena), intraprendente, fantasioso, molto legato al territorio, al suo territorio essendo nato poco distante da Santa Maria di Castellabate.
Lo conosce bene e sa trasformarlo in mille modi diversi. Prima di cominciare la degustazione faccio due chiacchiere con lui, approfittando di un bel calice, servito alla perfetta temperatura, di Il Fric di Casebianche, Aglianico rosato frizzante ottenuto con metodo ancestrale e di un tramonto pazzesco.
Mi racconta che lui in cucina c’è oggettivamente nato. I suoi genitori avevano un ristorante e nella vita non ha mai fatto praticamente altro e meno male direi.
Conosce la materia prima a menadito, e i suoi piatti più che complicati sono semplicemente tecnici. Gioca con i colori e le consistenze, arpeggia con le corde del buon gusto e della raffinatezza. Bravo, bravissimo. Disponibile, gentile, umile, sento subito che è una di quelle persone di cui ci si può fidare.
Lascio fare a lui infatti.
Grazie a un bel lavoro di squadra con la sala, capitanata da Giuseppe Sica che cura anche la carta dei vini, la serata volge al meglio.
Un crescendo delizioso. Delizie crescenti. Se avessi un cappello lo abbasserei.
Notevolissimo.
La degustazione si apre con un bocconcino di pane al vapore, realizzato sostituendo l’acqua con il siero della bufala. Il pane, tutto, chips comprese sono autoprodotte.
Si prosegue con una seppia a forma di farfalla, cotta a bassa temperatura ripiena di gamberetti marinati, pinoli, liquirizia, crosta di pane fermentata con mele e un pizzico di cannella.
A seguire arriva, a mio avviso, uno dei piatti più interessanti del menù: Paestum andata e ritorno. Natica di bufalo, ricotta e demiglace, pesca scottata al bbq e perlage alici, in accompagnamento fagiolini leggermente croccanti. Ricorda il vitel tonnè che fa sempre anni ’80 ma che personalmente adoro. Al diavolo le mode, se una cosa è buona, non passa mai.
Da mezza cilentana non posso che apprezzare tantissimo la tartare con prosciutto crudo e fichi, un inno alla Piana del Sele.
Questa zona d’Italia è una miniera. Bisogna solo crederci un po’ di più.
Molto interessante è stata la pasta mista con astice crudo, zafferano, nduja. Una “ammesca francesca” di gran classe. Il tocco affumicato e leggermente piccante della nduja dona al piatto un guizzo incredibile. Assieme al bufalo tonnato, va sul podio.
Ottimo anche il tagliolino fatto a mano, of course, con demiglace di tonno e ventresca stagionata home made. Le lamelle di tartufo estivo che cadono leggere sul piatto sono quasi poetiche. La pasta cotta al punto giusto viene avvolta dalla crema e la spinta sapida della ventresca crea un contrasto eccellente.
Affacciata sul mare, il Donna Elisa punta ovviamente sul pescato fresco che si fa protagonista soprattutto nei secondi. In Sospiri dal porto, il pomodoro affumicato e marinato si abbina al dentice e alla capasanta. In esso si ritrova tutta la delicatezza della brezza marina.
Gran carattere ha il polpo impanato al panko e miso, salsa bourblanc con latte di bufala e garnish di gel al limone bruciato.
Simpaticissima la giacca di calamaro con bottoni al cioccolato e fichi bianchi del Cilento.
Pairing con Mater Fiano Cilento Doc (se non avete mai visto l’etichetta vi consiglio di farlo).
Gran bel finale con i dolci, anche questi lungamente studiati e fatti per benino.
Chiude il cerchio la pannacotta al basilico, aria alla mozzarella, confettura al dattero rosso, crumble origano. Praticamente una caprese in chiave dolce. Il mio preferito tra i tre proposti.
Laguna acida. Lemon curd e mirtilli. Una sferzata di freschezza dai colori sgargianti.
Essenza in 5 atti, sinfonia di cioccolato e vaniglia. Un quadro.
Donna Elisa è assolutamente da mettere nella wish list cilentane.
Si possono scegliere percorsi di degustazione che vanno dai 45 ai 90 euro, vino escluso oppure scegliere dal menu.











