Due giovani da Milano a Cuccaro Vetere, Il Convento Francescano rinasce come Experience Hotel


Il complesso religioso del ‘300, dopo un lungo restauro, riapre come luogo di accoglienza raffinato ma dall’anima rustica, con un’Osteria (aperta al pubblico) scrigno di sapori autentici. Alberto Carrato: “Tornato per far scoprire questo territorio unico”

Il Convento Francescano

Il Convento Francescano

di Renato Malaman

All’imbrunire garriscono le rondini, si sente che sono vicine. Hanno scelto anche loro l’antico convento per tornare ogni primavera. Lo fanno da ben prima che il complesso francescano di Cuccaro Vetere tornasse a rivivere, come in una bella favola, grazie a due ragazzi arrivati dal Nord. Una giovane coppia, lui anche alla ricerca delle radici familiari. Dal nido i cuccioli di rondine si lanciano nei primi timidi voli, mentre il crepuscolo diventa sera e l’atmosfera nel Convento Francescano sembra tornare al tempo dei frati, sospesa nel tempo. Per chi ha occhi e cuore per queste emozioni è una festa. Eppure è tutto vero, non è una fiaba, non è l’immaginazione che si fa suggestionare: abbassando lo sguardo fino al chiostro si nota un tavolo finemente preparato, ispirato però alla semplicità del desco tradizionale del luogo.

Vista su Cuccaro Vetere

Vista su Cuccaro Vetere

Osteria del Convento a Cuccaro, la cucina di tradizione di mamma Patrizia

E’ l’Osteria del Convento, di cui è anima Patrizia Portolano, madre di Alberto, anche lei originaria di questa terra campana, dove ha vissuto tante estati in vacanza, prima di accettare la proposta di Alberto di tornarvici stabilmente. Ogni sera un menù degustazione diverso, ideato in base ai prodotti colti la mattina nell’orto o che i fornitori di fiducia le portano: dai fiori di zucca ripieni di ricotta di bufala e alici, al tipico timballo con zitoni al ragù cilentano e melanzane; e poi le saporite bruschette (anche al sedano) e la spigola alla mediterranea. O ancora le lagane e ceci, altro piatto che profuma di tradizione, le alici “’mbuttunate” con sugo di pomodorino fresco dell’orto, le polpette di patate e tegoline marinate con aglio e menta. Anche i dolci ricordano in qualche modo quelli del convento che fu: i biscotti di pasta di mandorla, la pastiera cilentana fatta come una volta… Dolci che ritroviamo nella tradizione locale. Il Fiano e Falanghina, vini con lo spirito del Cilento dentro, accompagnano con i loro profumi il susseguirsi di piatti.

Mamma Patrizia e il suo timballo con zitoni al ragù cilentano e melanzane

Mamma Patrizia e il suo timballo con zitoni al ragù cilentano e melanzane

L’Osteria del Convento è aperta da pochi giorni anche agli ospiti esterni, contemporanei “pellegrini del gusto”. Nei mesi più caldi si cenerà sempre sotto le stelle nel chiostro del convento; nella stagione fredda i tavoli saranno apparecchiati nella suggestiva Cappella del Legno Santo, ancora ricca di affreschi secolari e spiritualità. L’apertura serale dell’Osteria è basata su un menu degustazione che cambia ogni giorno e che prevede cinque portate, tutte preparate da mamma Patrizia. Un percorso proposto a 60 euro.

Il 22 luglio evento “The Wine Table” con Ilaria Felluga e i suoi vini del Collio

Il 22 luglio, intanto, al Convento Francescano di Cuccaro Vetere è prevista la prima serata della rassegna “The Wine Table”, che prevede molte tappe. Ospite nell’occasione sarà Ilaria Felluga dell’azienda Russiz Superiore, che vedrà abbinati i propri affermati vini del Collio friulano ai piatti cilentani preparati da mamma Patrizia. Il chiostro per l’occasione sarà “vestito” a festa. Partecipare costa 80 euro, tutto compreso. La serata è anche un omaggio a Maria Chiara, originaria proprio di Gorizia.

Alberto e Maria Chiara nel chiostro

Alberto e Maria Chiara nel chiostro

Il pezzo di croce santa portata da Ruggero di Lauria

Per secoli il Convento Francescano è stato meta di pellegrinaggio. Fondato nel 1333 per custodire una preziosa reliquia del Legno Santo, portata da Gerusalemme da Ruggero di Lauria, un nobile che partecipò alle Crociate in Terra Santa, il convento divenne un importante centro di devozione: chi arrivava su questo poggio, sempre baciato da una piacevole brezza proveniente dal Vallo di Diano, poteva venerare la reliquia e godere dell’indulgenza plenaria. Oggi il cuore antico e mistico del Convento Francescano di Cuccaro Vetere (Salerno) continua a battere, come anticipato, grazie ad Alberto Carrato, 28 anni, brianzolo  e alla sua fidanzata Maria Chiara Faganel, 27 anni, goriziana: una coppia di giovani imprenditori che ha fatto rivivere la struttura, trasformandola in un originalissimo Boutique Experience Hotel che vuole diventare il fiore all’occhiello del Parco Naturale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e, perché no, un crocevia utile per scoprire un territorio unico. Il parco (36.000 ettari, tutti in provincia di Salerno) è impreziosito da ben tre siti del patrimonio dell’Umanità Unesco. Uno è il parco stesso, istituito nel 1991  e Riserva della Biosfera dal 1997, gli altri due sono la Certosa di Padula e i siti archeologici di Paestum e Velia.

Dalle distruzioni napoleoniche a luogo di accoglienza raffinato e semplice

Boutique Experience Hotel, si diceva. Alberto e Maria Chiara ci hanno pensato a lungo prima di coniare questa formula. Prima di proporre il Convento Francescano come punto di partenza di tante escursioni ed esperienze, appunto. L’ex complesso religioso, che i due giovani hanno trasformato in un accogliente “5 stelle” (seppur nel rispetto del luogo, che per tanti secoli è stato di preghiera e di lavoro dei frati), era stato smantellato da Napoleone ed è stato certosinamente recuperato dal Comune, grazie anche a fondi europei. I due ragazzi, un passato da esperto nella comunicazione musicale e turistica lui e un presente da manager della sostenibilità e della responsabilità d’impresa lei, l’hanno avuto in gestione grazie a un bando. Entrambi hanno lasciato la “Milano da bere” di CityLife per cercare una dimensione più consona ai loro sogno di vivere secondo altri ritmi. Quelli della natura, ad esempio. Entrambi si sono buttati con grande passione nell’allestimento del nuovo luogo di accoglienza, restando con grande sensibilità in bilico tra lusso e rusticità.

Una delle camere del Boutique Hotel

Una delle camere del Boutique Hotel

Per Alberto, figlio di un cilentano (papà Dante è scomparso tre anni fa), si è trattato di un’utopia realizzata. Da questi presupposti, anche affettivi, è uscito il progetto di un hotel rurale raffinato ma autentico, con sette camere e una suite valorizzate da archi, mura in pietra o affrescate e soffitti di legno, tutte con vista sui dolci rilievi e sulle valli cilentane, come la piscina in pietra, l’area spa e l’orto francescano, mentre la chiesa sconsacrata è diventata uno spazio per ospitare eventi e convegni.

Il Convento e sullo sfondo Cuccaro Vetere

Il Convento e sullo sfondo Cuccaro Vetere

Bellissimo, un esempio virtuoso di riuso intelligente di spazi storici abbandonati. La vegetazione negli ultimi decenni aveva completamente avvolto il convento, coprendo quasi anche l’iconico campanile.

Una camera del Boutique Hotel

Una camera del Boutique Hotel

Show Cooking ed escursioni culturali a Palinuro, Velia e sulla costa delle sirene

L’offerta è ricca: a pochi minuti ci sono gli scavi di Paestum e di Velia, un mare di una bellezza sconfinata e le scogliere mozzafiato di Palinuro, borghi pittoreschi come Pisciotta, e poi montagne verdi dove fare trekking, paesini arroccati e una natura che spazia dall’olivo al castagno. L’idea dell’experience hotel nasce proprio dalla volontà di accompagnare chi arriva alla scoperta di questo territorio unico.

Per gli ospiti mamma Patrizia conduce anche corsi dedicati alla sua amata cucina cilentana con la preparazione di piatti come la pasta fatta a mano, la pizza o le melanzane imbottite. Fra le proposte, trekking nei luoghi inesplorati del Parco Nazionale del Cilento, tra panorami mozzafiato e natura incontaminata; degustazioni di vini locali e visite alle cantine del territorio, serate astronomiche, sfruttando il cielo limpido del Cilento, e poi tour in barca privati lungo la costa, tra grotte e spettacolari falesie, dove ancora sembra di ascoltare il canto delle sirene, o ancora corsi di tarantella, per immergersi nella tradizione musicale e culturale della zona.

Panoramica sul Convento del '300 e su Cuccaro

Panoramica sul Convento del ‘300 e su Cuccaro

Il Convento Francescano domina dall’alto un paesaggio straordinario: le valli interne del Cilento, il Monte Bulgheria e il Golfo di Policastro, fino a scorgere Capo Palinuro. Ma la prima visita la merita questo paesino a 630 metri d’altezza che fin dal Trecento ospita il convento riscoperto. Cuccaro Vetere conta poco più di 500 abitanti, ma vanta sei chiese, una delle quali custodisce la sacra reliquia della Croce, oggi custodita altrove. Qui è anche nato l’ordine di Santa Teresa: suor Gabriella, missionaria in Brasile, è rientrata nella sua terra e custodisce la chiesa principale di San Pietro, piccolo gioiello barocco con un organo che ancora mette i brividi ad ascoltarne il suono.

Alberto Carrato con suor Gabriella nella chiesa di San Pietro

Alberto Carrato con suor Gabriella nella chiesa di San Pietro

La piazza è una terrazza sulle montagne e sui boschi di castagni, storica ricchezza del paese, dove rallentare il ritmo con una granita al limone al tavolino. Un’atmosfera tranquilla che si rianima per la festa patronale di San Pietro e per il Palio dei Ciucci (gli asinelli) ad agosto. Il popolare Mimmo, insieme ad Alberto fa da cicerone.

Alla Cantina Lamadè di Pisciotta pasta di grani antichi Carosella

Dalla montagna al mare, per gli amanti delle atmosfere autentiche merita una visita Pisciotta, un altro borgo del Cilento che ha saputo difendere la propria autenticità. E che, come Palinuro, colpì molto il poeta Giuseppe Ungaretti. Enza Saturno, titolare con il marito, lo chef Daniele Franzon, della Cantina Lamadè (locale una bella pergola), organizza per i turisti dei tour guidati del piccolo borgo affacciato su mare. Pisciotta è la “patria” delle alici di menaica (lavorate secondo un’antica tecnica), vanta una trdizione di frantoi e mette in vetrina splendidi palazzi. E’ il borgo dei gatti, che ospita tante curatissime colonie feline.  Alla Cantina Lamadé si può cenare ai tavolini nei vicoli: specialità della casa la parmigiana cotta al forno con la mozzarella nella mortella, mozzarella nelle foglie di mirto, e la pasta di grani antichi di varietà Carosella fatta in casa con le alici di menaica, presidio Slow Food. Pescate con una rete greca detta menaica, vengono lavorate a mano, una ad una, salate in orci di terracotta secondo una tradizione trasmessa da generazioni.

Ecco che la sacralità del Convento Francescano è a 360 gradi: spirituale per le sue vestigia religiose, ma anche laica per le tante occasioni che offre per regalare momenti di  piacevolezza, di incanto e di sapori autentici…