Durello and Friends 2025, bollicine native diverse
di Marina Betto
“Si è appena conclusa la modifica a livello disciplinare con la quale si è separata la tipologia Charmat che continuerà a chiamarsi Lessini Durello dal Metodo Classico che prenderà il nome di Monti Lessini legandosi direttamente al territorio”. Questo è quello che è emerso dalla 23° edizione dell’evento Durello & Friends annunciato dal Presidente del Consorzio di Tutela Vini Lessini Durello Gianni Tessari. Il territorio e il vitigno sono così messi in primo piano distintamente e il consumatore in un colpo d’occhio potrà sapere cosa c’è nella bottiglia. Parliamo del vitigno Durella e di Monti Lessini DOC e degustare Metodo Classico di questo territorio non è poi così semplice perché l’identità di questi luoghi non è ancora conosciuta o meglio riconosciuta nel bicchiere. Da adesso in poi la denominazione Monti Lessini sarà l’unica DOC veneta dedicata interamente alla produzione di Metodo Classico. Il disciplinare di produzione ad oggi impedisce la produzione di vini fermi e passiti, rimane il limite dell’impiego dell’85% della Durella, il vitigno rappresentativo e altre varietà che vanno a personalizzare lo stile proprio di ogni azienda. Oggi nella Denominazione troviamo 600 ettari vitati per una produzione complessiva di un milione di bottiglie. Altro dato importante è che lo Charmat sta cedendo il passo al Metodo Classico dei Monti Lessini infatti il 35% oggi è Metodo Classico. I produttori stanno crescendo sebbene rimanga una denominazione piccola ma la voglia di diventare una delle zone spumantistiche italiane riconosciute è grande.
L’uva Durella è l’attrice principale di tale ambizione, una varietà che si sviluppa in terreni basaltici nella parte che guarda al veronese e terreni calcarei. La buccia spessa, la grande acidità, assicurano la tensione gustativa che si va ad accentuare se coltivata in altitudine. La cosa più importante è che ha una sua identità e una caratterizzazione territoriale perché l’origine dei prodotti è sempre più determinante nella scelta del consumatore. Si tratta di una bollicina alternativa, interessante, che va a soddisfare chi guarda all’origine di un prodotto e al territorio di provenienza specifico. Il Metodo Classico rimane il preferito sebbene lo Charmat sia il più diffuso in Italia, anche la fattura con un vitigno italiano è preferita dal consumatore così come il prezzo è determinante per la scelta. Questi sono alcuni dei dati forniti da Nomisma Wine Monitor sui consumi di vino Metodo Classico e appare chiaro che il Monti Lessini Durello risponde alle esigenze del consumatore trovandosi in una fascia di prezzo tra i 10 e i 20 euro mediamente, ha un’identità e un nome che richiama un territorio altimetrico, ed è fatto con un vitigno autoctono.
Durante la manifestazione Durello &Friends 2025 svoltasi a Verona a fine novembre non è mancato il confronto con altre produzioni di Metodo Classico Italiane come Trento DOC, Franciacorta e Alta Langa proprio per permettere a chi ha degustato di capirne meglio le differenze.
Tra la tipologia Dosaggio Zero Fongaro Riserva Nera Pas Dosé Metodo Classico 2016 sboccatura 2024, 72 mesi sui lieviti si presenta in una veste dorata sfoderando oltre a sensazioni maltate e di caramella d’orzo note verdi di lime ed erbe. Di grande equilibrio è uno spumante elegante che conquista.
Altra tipologia di Monti Lessini Metodo Classico è l’Extra Brut Riserva di Giovanni Tessari 2018, 60 mesi sui lieviti, è una bolla di grande fattura. Dorata con sfumature verdi sprigiona al naso una parte tostata e una nota leggera di idrocarburi, lime, caramello e infine un sentore minerale. In bocca ha volume, è uno spumante cremoso e salmastro dove persiste questa nota nocciolata gradevole.
E’ da sottolineare che negli spumanti Monti Lessini Durello non si trovano note di pasticceria né di crosta di pane, è quindi questa una caratteristica distintiva.
Tra i Brut il Monti Lessini Durello DOC Montezovo millesimato 2020 passa 36 mesi sui lieviti. Sprigiona erbe aromatiche e pepe bianco e una nota salmastra, spezie e frutta tropicale e pan brioches. E’ una bollicina scoppiettante, fresca dove predomina la vena amaricante e salina.
Anche il Monti Lessini DOC Riserva Brut 60 Casarotto 2019 sboccatura 2025 è una bolla pregiata, con sentori fruttati e di erbe e radice di liquerizia, ortica. Pennellate di miele di castagno, crema pasticcera e pane grigliato.
L’Azienda Casa Cecchin è stata una delle prime a credere nella Durella e nella sua spumantizzazione sebbene negli anni “70 l’ingegnere Renato Cecchin inizia con il Durello fermo intravedendone però subito le potenzialità. Decide di spumantizzare con Metodo Charmat sperimentando già nel 1989 anche il Metodo Classico. Le sue vigne si trovano su terreni vulcanici di basalto e tufo e roccia calcarea. La vinificazione è in acciaio, evitando la malolattica e preservando il grappolo il più possibile integro. La lavorazione è soffice perché l’uva Durella avendo una buccia spessa e un po’ tannica se non lavorata in questo modo rilascia una nota un po’ amara che rende il vino rustico, grezzo e poco elegante. Pietra Lava il loro Durello fermo è un vino fruttato, dai sentori esotici, verticale, verde e salino ma già un’annata come la 2021 risulta più minerale con note di idrocarburo e agrume giallo, la bocca in questo caso è più morbida.
Casa Cecchin Nostrum Extra Brut 36 mesi sui lieviti, si presenta con una spuma persistente e bolla fine, possiede una grande freschezza e ricordi di frutta.
Casa Cecchin Riserva dell’ingegnere Dosaggio Zero 2018, cinque anni sui lieviti è uno spumante asciutto con ricordi di nocciola e mandorla, mentre il Mandégolo Casa Cecchin 2025 è uno spumante sui lieviti, un vino da aperitivo perfetto sulla pizza.
A Montecchio Maggiore alle porte di Vicenza in una cava sotto i Castelli medioevali di Giulietta e Romeo, dove si estraeva fin dal 1200 la pietra (utilizzata anche dal Palladio nel 16mo secolo), si affina il Metodo Classico di Bellaguardia. Questo privilegio costituisce un punto di forza per il Metodo Classico, che riposa e affina ad una profondità di 15/20 metri dove la temperatura è costante (circa 12°), un processo molto lungo di almeno tre anni. Bellaguardia Montecchi Pas Dosè 2018 nasce dalla selezione accurata di uve Durella, passa oltre 66 mesi sui lieviti, sprigiona profumo di lievito e note fresche di fiori, il gusto è fresco e marino, un sorso affilato che ha bisogno di tanto tempo per arrotondarsi anche post sboccatura.
Romeo il Durello del Castello di Bellaguardia Extra Brut 2012 trascorre oltre 10 anni sui lieviti nelle cave medioevali e altri 24 mesi post degorgiatura. E’ uno spumante dal bouquet leggermente tostato con note di nocciola e mandorla, mela cotogna e fiori. Al palato è morbido e corposo molto goloso.




