Elisabetta Moro, Marino Niola. Mangiare come Dio Comanda. Einaudi


Elisabetta Moro, Marino Niola, Mangiare come Dio comanda

Con i nuovi movimenti migratori e la facilità di spostarsi da un capo all’altro del Mondo come mai prima è stato possibile, il lavoro dei ristoratori si è complicato mentre quello degli antropologi si è esaltato. I primi sono alle prese con le richieste più varie, dai vegani ai vegetariani, dai precetti seguiti dagli ospiti mussulmani a quelli ebraici, dalla raffinatezza essenziale giapponese alla esuberanza americana e alla complessità cinese. I secondi hanno ormai materia da studiare in ogni vicolo delle città dove vivono e lavorano. Con l’ultimo libro «Mangiare come Dio comanda» (Einaudi, pp.146, 12 euro) Elisabetta Moro e Marino Niola affrontano l’affascinante, e sin qui poco esplorato, mondo del rapporto fra religione e alimentazione. Lo fanno in un momento cruciale della civiltà umana nel quale gli Dei sono, come osservano i due studiosi, stati mandati in esilio da un nuovo laicismo basato sugli algoritmi che impone nuove e ben più rigorose e integraliste prescrizioni alimentare. Pensiamo alla dieta chetogenica oggi tanto di moda che vieta i carboidrati con buona pace dei reni, o a quella del digiuno intermittente che sta spopolando sui social.
Elisabetta Moro e Marino Niola, custodi della Dieta Mediterranea grazie ai loro studi e ricerche che hanno il loro sbocco nella decennale attività MedEatReserch, hanno dalla loro la certezza fondamentale e laica di questa pratica alimentare: nulla è vietato se assunto con misura. Su questa zattera culturale, l’unica in grado di navigare le tempestose acque di credenze, divieti, precetti, digiuni imposti ora da questa ora da quella religione, ci accompagnano in una lettura colta e affascinante, gradevolmente scorrevole e condita spesso dalla giusta dose di ironia in un viaggio incredibile: ossia la trasfigurazione divina, e quindi non negoziabile culturalmente, delle abitudini alimentari dei popoli.

Elisabetta Moro, Marino Niol

Interessante il lato consolatorio, l’imposizione del digiuno come pratica per essere più vicino a Dio, la condanna degli uomini grassi e golosi (persino Dante li scaraventa nell’Inferno) che non obbediscono all’austerità imposta spesso dalle circostanze. Noi possiamo ancora ricordare il mangiar di magro durante la Quaresima e lo scammarare (mangiare senza grassi animali) il venerdì di cui ancora c’è traccia in qualche trattoria di paese.
In questa Torre di Babele alimentare in cui vive la civiltà moderna, le usanze diventano curiosità, i divieti ancora più insistenti e perentori, per i fanatici un elemento identitario, per chi sta a dieta un pegno da pagare per farsi accettare da una società che si raffigura sempre magra e giovane. In questo lavoro di scavo, collegamenti, salti logici, citazioni colte ma non nozionistiche, i due scienziati ci accompagnano in un caleidoscopio di suggestioni e riflessioni affascinanti, mai banali. Dopo i capitoli dedicati alla Dieta Mediterranea e al Cristianesimo, scopriamo le pratiche ebraiche, islamiche, induiste, buddiste in cui impariam cosa Dio comanda di mangiare.
Un libro che ci arricchisce, indispensabile per chi si occupa di alimentazione e che alla fine laicamente, ci fa concludere: si, mangiamo come Dio comanda. Ossia, bene e al massimo delle nostre possibilità fisiche, economiche e, soprattutto, culturali.