Enzo Coccia: maestro pizzajuolo e pioniere degli abbinamenti è Sommelier ad Honorem AIS


Sandro Camilli, Enzo Coccia, Tommaso Luogo (Foto © Alessandra Farinelli)

di Antonella Amodio

Classe 1962, nato e cresciuto nel quartiere Duchesca di Napoli, Enzo Coccia è tra le figure più autorevoli nel panorama della pizza napoletana. Ha raccolto l’eredità familiare nella ristorazione trasformando un prodotto popolare in una vera eccellenza gastronomica, grazie alla profonda conoscenza della tradizione, all’uso di materie prime d’eccellenza e alla continua ricerca, anche sul fronte degli abbinamenti. Fondatore dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, ha avuto un ruolo centrale nel riconoscimento della pizza napoletana come Specialità Tradizionale Garantita (STG) e ha collaborato con l’Università Federico II per la certificazione UNI. Nel 1994 ha aperto La Notizia, la sua pizzeria simbolo, diventata meta di riferimento internazionale e al 9° posto nella guida 50 Top Pizza Italia 2025. Oggi porta avanti il suo progetto insieme ai figli Andrea e Marco, continuando a innovare nel rispetto della tradizione. Pioniere anche sul fronte degli abbinamenti, è stato tra i primi a proporre il vino come compagno ideale della pizza, in anni in cui dominavano solo birra e bibite gassate. Non a caso, pochi giorni fa, Enzo Coccia è stato insignito del titolo di Sommelier ad Honorem da AIS, per mano di Sandro Camilli, presidente nazionale, e Tommaso Luongo, presidente AIS Campania. Ha così completato un percorso iniziato molti anni fa e mai concluso, portando a casa il diploma di sommelier che aveva lasciato in sospeso quando frequentata il corso presso la Camera di Commercio di Napoli.

Lo abbiamo sentito per farci raccontare del suo rapporto con il vino ai margini di una serata ricca di emozioni.

Ecco cosa ci ha raccontato.

Sei stato tra i primi a sdoganare l’idea che la pizza potesse essere abbinata al vino, in un’epoca in cui dominavano birra e bibite gassate. Di che periodo parliamo?

Studiando l’origine della pizza napoletana, verso la fine degli anni ’90, mi sono imbattuto in un libro di Francesco Mastriani, Il bettoliere di Borgo Loreto (1880). In un capitolo si descriveva l’interno di una pizzeria, dove un cameriere consigliava a un cliente la tipologia di vino da ordinare insieme alla pizza. Più che “sdoganare”, ho semplicemente riscoperto una tradizione dimenticata.

Oggi il tuo diploma da sommelier AIS conferma un percorso da vero precursore. Com’è nata l’esigenza di approfondire ulteriormente questo mondo?

Nel 2009 ho progettato un nuovo locale, La Notizia 94, con una selezione ampia di vini pensata per abbinarsi in modo equilibrato alle pizze del menù. Questo format, che per l’epoca era rivoluzionario, ha visto la luce nell’ottobre 2010.

La tua formazione da sommelier quanto incide sulla scelta delle etichette e sulla costruzione del menù?

Incide moltissimo. La mia passione per il vino e le basi apprese con AIS mi aiutano a selezionare le etichette giuste per ogni pizza. A volte accade anche il contrario: assaggio un vino che mi colpisce e mi viene l’idea per una nuova pizza da abbinarci.

C’è un abbinamento pizza-vino che ricordi con particolare soddisfazione, magari perché ha convinto uno scettico?

Sì: una Margherita con fior di latte e pomodoro San Marzano abbinata a un Gragnano. Ha fatto ricredere un cliente convinto che solo la birra industriale potesse accompagnare la pizza.

Quanto conta la carta dei vini nell’esperienza complessiva del cliente in pizzeria?

Conta moltissimo. Il vino esalta l’esperienza di un pranzo o una cena. E con la figura del sommelier al fianco, il cliente può vivere un vero viaggio sensoriale. Per me è come andare a teatro: non ti presenti in tuta alla prima di un’opera. L’esperienza gastronomica merita lo stesso tipo di cura e rispetto.

Oggi il cliente cerca un’esperienza completa. Quanto è importante per i giovani pizzaioli formarsi anche su vino, birra artigianale e mixology?

È diventato fondamentale. Conoscere il mondo del vino aiuta a comprendere meglio gli ingredienti che compongono la pizza e a raccontarli con più consapevolezza. Le competenze sensoriali arricchiscono il pizzaiolo e valorizzano il prodotto finale.

Qual è il tuo abbinamento pizza-vino del cuore? Quello che rappresenta al meglio la tua filosofia?

Senza dubbio la pizza “Isola di Arturo”, preparata con mozzarella di bufala campana, alici fresche di Pozzuoli, menta, peperoncino fresco e zeste di limone di Procida. La abbino a un Ischia Biancolella DOC. La mia filosofia è fatta di pizze delicate e fresche, in armonia con i sapori del territorio.

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