Festa del Pizzajuolo. Sergio Miccu: vicini ai pizzaioli che soffrono per la crisi Covid


Sergio Miccu'

Sergio Miccu’

«Mai rito poté essere più adeguato. Il focarone, focarazzo o cippo che tradizionalmente sanciva la festa di Sant’Antonio e che da tre anni si trova ad essere anche elemento distintivo della Giornata Mondiale del PizzaiUolo, trova quest’anno la sua vera ragione: il fuoco che saluta il vecchio e apre il nuovo».
Sergio Miccù, presidente dell’APN, l’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, traccia la sintesi del valore storico-sociale del 17 gennaio in questo particolare contesto pandemico.
Un focarone forse per buttare via il 2020?
«Un modo per auspicare una autentica ripresa all’intera categoria, drammaticamente provata dalla pandemia. Abbiamo scelto quest’anno di fare a meno degli appuntamenti conviviali e di svago. Non è il momento per divertirsi o distrarsi, purtroppo, ma dobbiamo concentrarci tutti sulla solidarietà e sulla voglia di rinascita: mai come ora abbiamo bisogno di essere tutti uniti per aiutare i più deboli, chi in questa pandemia ha dovuto chiudere l’attività e stenta a rialzarsi. Simbolicamente il grande fuoco propiziatorio in onore di Sant’Antonio, rappresenta la linea ideale di demarcazione tra periodo Covid e post Covid, un elemento che possa aiutarci a scacciare il covid e la crisi».
E così la Giornata mondiale del PizzaiUolo diventa anche un momento di solidarietà…
«Abbiamo organizzato una pizza solidale: i nostri maestri pizzaiuoli, a partire dalle 17, presso la Pizzaiuoli School che si trova a Napoli in via Michele Parise, sforneranno 300 pizze per i più bisognosi che la sera stessa verranno consegnate grazie alla collaborazione di Panaroo, una App di nuova generazione dedicata proprio al delivery. Questa straordinaria iniziativa di solidarietà viene realizzata in tandem con la Provincia Napoletana dei Frati minori e con Casa San Pietro, due realtà molto importanti a Napoli che ogni giorno operano per la solidarietà ed al fianco dei poveri e dei più deboli. Voglio aggiungere che l’accensione del focarazzo sarà sempre attuata secondo le norme anti Covid in vigore e poi documentata attraverso la pagina social dell’APN. Per questo sarà solo un momento simbolico e non un evento con partecipazione sociale poiché siamo convinti che mai come in questo momento occorra un senso di responsabilità sociale».
Oltre la Giornata del pizzaiuolo, quali sono gli altri progetti?
«L’Apn è in prima linea sul fronte della formazione. Abbiamo creato la Pizzaiuoli School per insegnare e tramandare la vera ed antica arte del pizzaiuolo napoletano. La formazione è di grande importanza, ma bisogna affidarsi a professionisti seri che conoscono questa nostra nobile professione. In giro, oggi, vedo troppe proposte improvvisate, che si palesano con l’alibi dei corsi on line. Questa è una professione che si impara sul campo, stando al fianco dei Maestri pizzaiuoli come i nostri. Invito coloro che vogliono diventare pizzaiuoli a fare attenzione: diffidate delle imitazioni e dell’improvvisazione. Occorre rivolgersi alle scuole specializzate nel settore, come la Pizzaiuoli School dell’Apn, per diventare pizzaiuoli e trovare lavoro vero e duraturo».