Ficheria Santomiele a Prignano: il fico cilentano protagonista della cucina
Ficheria Santomiele
Salita San Giuseppe 58
Prignano Cilento Salerno
0974 – 833275
Prezzo medio 50 euro
Menu degustazione 75 euro
di Francesco Costantino
Nel borgo di Prignano, immerso tra le colline del Cilento, Ficheria Santomiele è il ristorante che trasforma il Fico Bianco del Cilento da semplice prodotto locale a protagonista di un percorso gastronomico unico. Non un ristorante qualunque: qui tradizione, territorio e innovazione convivono armoniosamente, dando vita a un’esperienza enogastronomica memorabile, perfetta per chi cerca sapori autentici e creatività in cucina.
Alla guida del progetto c’è l’azienda Santomiele di Antonio e Corrado, i visionari che venticinque anni fa hanno dato nuova vita alla lavorazione artigianale del fico, portandolo oggi al centro di ogni piatto, dal salato al dolce. La cucina nasce dalla consulenza dello chef stellato Andrea Impero, mentre l’executive è lo chef toscano Daniele Binario che cura ogni dettaglio, unendo tecnica precisa, sensibilità contemporanea e rispetto assoluto per la materia prima.
Servì coraggio quando, dal piccolo garage di Ogliastro, iniziò l’avventura; ne servì ancora di più per acquisire e restaurare l’antico frantoio. E coraggio ne occorre anche oggi per aprire un ristorante monotematico, soprattutto se dedicato ai fichi. Eppure la forza del progetto appare evidente: ambiente curatissimo, struttura splendida, panorama unico. Ogni dettaglio è pensato e perfettamente integrato nel contesto. Spero vivamente che non cambino traiettoria. Spesso il desiderio di raggiungere traguardi gastronomici prestigiosi, fa perdere di vista l’obiettivo concreto. Il successo è già nel progetto stesso: un ristorante sincero non ha bisogno di ambizioni dichiarate, perché il traguardo è averlo realizzato.
Entrare nella Ficheria Santomiele significa vivere un’esperienza completa: l’antico frantoio restaurato, gli arredi essenziali e ricercati, l’atmosfera calda e meditativa del borgo. E poi il fico, declinato in ogni forma, a guidare il percorso e ad accompagnare i sapori del Cilento. Ogni piatto diventa racconto del territorio, memoria e celebrazione della materia prima.
La proposta gastronomica segue la filosofia del rispetto del prodotto e della stagionalità. Il fico non è un vezzo, ma parte integrante di un percorso strutturato e coerente, capace di sorprendere grazie ad abbinamenti creativi e a una naturale armonia nei sapori. I piatti raccontano il Cilento e la sua cultura contadina, reinterpretati con tecnica contemporanea.
Il percorso degustazione, dopo le coccole iniziali dell’entrèe, si apre con un maki di sfoglia di fico con tonno rosso e peperone crusco: equilibrio riuscito tra dolcezza e sapidità.
Seguono le alici inficate, dove l’inserimento dell’acidità del pomodoro risulta fondamentale per bilanciare la naturale dolcezza del fico, evitando qualsiasi rischio di eccesso.
Arriva poi il risotto al limone con gamberi di Acciaroli e melassa di fico: un piatto fresco e aromatico, che tuttavia potrebbe esprimere più personalità. Con un tocco di coraggio in più potrebbe diventare davvero straordinario.
Le Lagane e ceci di Cicerale, con finocchietto selvatico, zafferano e fico, celebrano la tradizione cilentana con leggerezza e gusto. Eccellente la sfoglia.
Come secondo filetto di branzino scottato in crosta di fichi, con chutney, cavolfiori e broccoli spadellati: cottura impeccabile e armonia nei sapori con una spinta vivace molto interessante. Un piatto che, da solo, vale il viaggio.
La chiusura è dolce e perfettamente coerente con il tema: coccole di fichi mondi (al naturale), e al cioccolato e un caffè estratto dalla polvere di fichi, prima del passaggio finale in boutique per portare a casa i prodotti del Cilento.
Ogni piatto racconta coraggio, tecnica e rispetto del territorio: come chi ha arato la terra tracciando solchi per una nuova cultura gastronomica locale.
In sintesi, Ficheria Santomiele a Prignano Cilento non è solo un ristorante: è un luogo dove la materia prima diventa protagonista, il territorio diventa racconto e ogni cena si trasforma in un’esperienza gastronomica completa. Un indirizzo imperdibile per chi cerca cucina autentica e creativa nel Cilento, con un progetto sincero e pieno di passione.
Qui di seguito la nostra scheda del 29 agosto 2025
Ficheria Santomiele
Via Salita San Giuseppe, 58, Prignano Cilento 84060
Tel. 0974 833275
Aperti dal mercoledì alla domenica | 18.30-22.30
di Francesca Pace
Non sta a me certo tessere le lodi dei fichi Santomiele. Se sono famosi in tutto il mondo un motivo ci sarà. Fatto sta che persone così straordinariamente attente e capaci ne ho conosciute davvero molto poche.
Sembrano Re Mida. Ciò che toccano diventa oro. E non parlo di lusso sfrenato, ma di una ricchezza fatta di piccolissimi dettagli che però balzano agli occhi più attenti e curiosi.
Varcata la soglia della loro nuova realtà, non si può non restare affascinati da tutto il corollario.
“Guarda, quella è una finestra da cui si vede Capri, e guarda qui, Francesca, su questa carta paglia che in genere viene un po’ bistrattata, abbiamo fatto stampare un’antica cartina e se ci fai caso, al di sotto, ci sono degli intarsi che permettono alle nostre bravissime collaboratrici di realizzare degli origami che vanno ad abbellire i pacchetti. Ah, guarda la nebbia. Lei è un bene prezioso per i nostri fichi. La sera è come se succhiassero la sua umidità e il giorno dopo si nutrono di sole e vento. Una magia davvero credimi. Fa tutto la natura. E osserva ancora sui tavoli c’è la rosa dei venti, sulla quale si evidenziano quelli che accarezzano i nostri ficheti che vanno dal mare alle montagne. E lo sai che nelle serre (all’avanguardia) al piano zero, le distese di fichi vengono girate 4 volte al giorno a mano?! I nostri fichi non subiscono alcun trattamento chimico e sono valutati uno alla volta. É un lavoraccio, soprattutto per quelli sbucciati, ma è proprio questa attenzione che rende speciale il nostro prodotto da più di 25 anni”.
Credetemi sulla fiducia, potrei raccontarvi altre mille storie che ho ascoltato alla Ficheria Santomiole, ma vi toglierei lo sfizio di scoprirle tutte. Perdete un minuto ad esempio a farvi spiegare le frasi in greco sulle pareti. Antonio e Corrado sono due perfetti padroni di casa, innamorati pazzi di questo progetto, nel quale mettono tutta l’anima possibile.
Dunque mi limiterò, ma con somma gioia a raccontarvi l’esperienza della degustazione.
Premessa: Ficheria Santomiele si trova a Prignano, piccolissimo e bellissimo borgo cilentano, che sembra fermo nel tempo. Per strada solo gatti e simpatici vecchietti con i quali è un piacere scambiare un saluto. Il paesino è semideserto, il ristorante, è pieno. Questo ha un significato enorme per me, già di primo acchito. La gente qui viene di proposito. Affronta un po’ di sentieri di collina per arrivare qui. Mi dico, non è un luogo di passaggio, non c’è un lungomare. Che forza. La voce che qui si mangia bene e si sta bene di più deve essersi diffusa presto visto che sono aperti da pochissimo tempo.
La cucina che vede la consulenza dello Chef Andrea Impero, executive di Elementi di Borgobrufa in Umbria, 1 Stella Michelin, è affidata al brillante Daniele Binario, Chef dalle doti straordinarie ed ex sous chef dello stesso Impero.
Questa è una sorta di seconda premessa, in quanto, immagino, non sia stato facile per Daniele affezionarsi a questo territorio, avendo lavorato , fino a pochi mesi fa, con le materie prime del centro Italia.
E invece. E invece quanta passione, quanta vitalità, quanta attenzione, quanta ricerca nei suoi occhi e nei palmi delle sue mani. Mi racconta che sta amando tutto di questo posto. In effetti qui di eccellenze con cui “giocare” tra i fornelli ce ne sono parecchie.
Dai formaggi di capra della Tenuta Principe Mazzacane all’Olio evo cilentano, dalle olive ammaccate, al pescato fresco.
Il menù è ovviamente verticale, centrato sui fichi che restano protagonisti assoluti dell’esperienza. Dall’antipasto al dolce. All in.
Stucchevole? Vi starete chiedendo.
Assolutamente no! Vi rispondo.
La noia non è di casa qui.
I fichi vengono trasformati e impreziositi i mille modi diversi. Rispettati sempre.
L’aperitivo, anzi aperifico è affidato a croccantini di fichi essiccati, resi salati e leggermente piccanti grazie alla presenza del pepe rosa. Altro che arachidi e patatine. In abbinamento Champagne Nicolas Feuilatte, Reserve Exclusive Brut.
Il maki di sfoglia di fico, tonno rosso e peperone crusco è un perfetto apripista. C’è un po’ di fusion in questo Cilento. Si mangia in un sol boccone ed è tremendamente saporito, un’esplosione di gusto.
Tra i cavalli di battaglia di Danilo ci sono le alici inficate e in effetti a ben ragione direi. Preparate con cura, la panatura sfiziosa si fa un unico corpo con l’alice stessa e il suo ripieno. Se non sapessi di dover assaggiare altro avrei chiesto sinceramente il bis.
Totalmente su di giri per il crudo di bufala, olive ammaccate, cipolla di Vatolla e fichi verdi in agrodolce. Questo piatto potrebbe essere la Carta d’identità del Cilento. Lo abbraccia, omaggiandolo, praticamente quasi tutto.
Deliziosa la panzanella di fichi freschi, pan biscotto pomodori e primo sale di capra fatto a spuma. Un piatto povero che qui è decisamente tipico assume grande struttura e personalità.
Il risotto al limone con gamberi di Acciaroli e melassa di fico (tra le eccellenze nella produzione Santomiele) spinge forte sulla freschezza. Il piatto ideale per chi ama i piatti sì vellutati ma ricchi di contrasti.
Ho amato molto gli spaghetti di Gragnano “Duca d’Amalfi”cacio e pepe con tartare di fichi. Un piatto morbido e voluttuoso, che quando finisce un po’ ti dispiace.
Se dovessi scegliere però un piatto preferito, ma giuro sarebbe cosa difficile assai, direi la triglia, bouillabaisse, zucchine alla scapece e granella di fico. A mio avviso è proprio qui che si vedono tutte le abilità del Binario. La tecnica incredibile fa uscire fuori tutta la gavetta degli anni precedenti. Spettacolare.
In abbinamento Kratos di Luigi Maffini.
Il predessert cremoso e molto aromatico grazie alla presenza di un pizzico di cannella che apprezzo molto, apre il cuore e la pancia a La Fichizia, una tortina golosa di verde vestita che racchiude un cuore scioglievole e delicatissimo.
Di certo Ficheria Santomiele è stata tra le più brillanti e interessanti novità di questa estate cilentana. Sarà aperta tutto l’anno grazie anche alla possibilità di mangiare nelle sale interne.
Ho trovato molto stuzzicante la proposta delle “mezze porzioni”. Per chi è curiosa o curioso quanto me, è un modo intelligente per assaggiare un po’ di tutto.
A disposizione dei clienti c’è anche la possibilità di fare un percorso guidato “ Il Fico nel Paese delle meraviglie” che porta la firma dello chef Impero. Il costo è di 70 euro, vini esclusi, che a mio avviso sono oggettivamente ben investiti vista l’enorme qualità dei piatti.
Oltre alla cena, qui è possibile fermarsi anche “solo” per godere di un tramonto spettacolare e di un aperitivo rinforzato.
Qui dove tutto è poesia, non perdete di vista la scritta che campeggia all’uscita.
























Un’eccellenza del Cilento e non solo.Una terra che avrebbe bisogno di più persone di questo lignaggio che realizzano grandi progetti non col coraggio che va lasciato agli eroi di guerra e noi auguriamo sempre la pace ma con determinazione e convinzione.In tanti hanno idee brillanti ma è solo la costanza ed il pensiero fisso sul tema che poi fanno la differenza.Ad maiora semper.PS C’è Fico e Fico ma quello del Cilento è il meglio del meglio. FRANCESCO
Santomiele, prodotti straordinari, grazie a Francesco Mondelli per avermeli fatti conoscere