Garantito Igp | L’eruzione del 79 che distrusse Pompei fotografata ora dopo ora tra le vigne di Sorrentino sul Vesuvio


L’eruzione del 79 scolpita nella roccia

Stavolta non parliamo di un vino, ma di un territorio misterioso e onirico, il Vesuvio, ‘a Muntagna come la chiamano i napoletani. Più passa il tempo e più questo paesaggio straordinario che abbiamo dato per acquisito e normale sin dalla nascita non finisce mai di stupire man mano che ci addentriamo fra le vigne della famiglia Sorrentino che hanno iniziato a fare discorsi di buona agricoltura sin dagli anni ’50, certificata bioogica e puntata esclusivamente sui vitigni autoctoni del territorio, dal caprettone al piedirosso, dalla catalanesca alla coda di volpe. Un’agricoltura sorvegliata la vulcano sul terreno sabbioso nero che è diventata anche meta enoturistica, con piccoli appartamenti ricavati tra le vigne, una sala ristorante, visite guidate, visite a cavallo: un’azienda che accoglie ogni mese almeno 5000 visitatori, per la maggior parte stranieri che prima visitano gli Scavidi Pompei a pochissimi chilometri da qui.

Il sito della eruzione

Tra queste vigne adesso è possibile rileggere tutta la storia della terribile eruzione del 79 dC che sconvolse il Golfo di Napoli: una lettura dal vivo, attraverso le stratificazioni di quello che in quelle giornate sono rimaste per sempre in un angolo di terreno di recente scoperto dagli scienziati dell’Università di Napoli tra le vigne di Sorrentino a Boscotrecase. Non una eruzione qualsiasi, ma proprio L’ERUZIONE PIU FAMOSA DELLA STORIA, iniziata il 24 ottobre e non ad agosto come recenti studi sembrano confermare.
La foto di questo spazio ovviamente non dice nulla se non c’è chi ci inforca gli occhiali della storia per addentrarci in quelle ore terribili che provocrono una orribile morte e migliaia di persone. Quando, coperto dalla macchia mediterranea e custodito fra i cigneti di caprettone, i vucanologi Claudio Scarpati e Annamaria Perrotta hanno visto la parete quasi non credevano ai loro occhi. Per oltre duemila anni era stato conservato, attraverso le diverse stratificazioni, il riassunto di quello che era successo. Lascio la parola ai due scienziati per evitare imprecisioni.

I vulcanologi Claudio Scarpati e Annamaria Perrotta

In questa località affiora la successione completa dei prodotti dell’eruzione vesuviana del 79 d.C. L’eruzione iniziò alle ore 13 circa del 24 ottobre (o agosto) con la formazione di una colonna pliniana preceduta da una debole fase di apertura freatomagmatica (livello C1). Il deposito di lapilli è formato da pomici bianche (livello A) e pomici grigie (livello B) che si sono accumulate da una colonna eruttiva alta fino a 32 km. Numerose correnti piroclastiche (livelli C) si sono verificate durante (livelli da C2 a C5) e dopo (livello C6) l’accumulo della parte superiore del deposito di pomici. Le campagne e le città romane intorno al Vesuvio furono sepolte dalle pomici e definitivamente distrutte dalle successive correnti piroclastiche.

Giuseppe, Maria Paola e Benny Sorrentino Vini

Giuseppe, Maria Paola e Benny Sorrentino

La storia della famiglia Sorrentino è una storia di donna. Comincia nel 1953 con nonna Benigna che, nel dopoguerra, decide di fare del suo “moggio” una piccola realtà aziendale. Paolo Sorrentino e la moglie lo ereditano e lavorano a quattro mani per continuare il suo progetto ampliandolo anno dopo anni. Come loro, anche figlii Giuseppe, Maria Paola e Benny che oggi sono in prima linea per la produzione e distribuzione del vino e degli altri prodotti della loro terra.

 

Questa energia dei tre giovani fratelli, inserita in un contesto più generale che vede anche altre aziende del territorio impegnate in questa direzione, fa davvero ben sperare per lo straordinario e unico territorio vesuviano. Sono le nuove generazioni che si affacciano convinte ad impegnarsi nella terra e nei suoi valori più profondi.

www.sorrentinovini.it