Saranno famosi: il Piedirosso della Campania


Il Piedirosso: la luna tra le minori stelle. I campioni in degustazione – foto di Giuliana Biscardi

di Teresa Mincione

Quando tutto sembra esser stato detto, acclarato, il vino ti sorprende, dimostrando la correttezza dell’antitesi rispetto la sostenuta tesi! Così, il Piedirosso! La kermesse tenutasi lo scorso 20 Marzo presso la storica Enoteca La Botte di Casagiove, ha rivelato le nuove frontiere del rosso campano. Un vero strike, che ha visto i tradizionali parametri di pronta beva, semplicità olfattiva, schiettezza e poca struttura, cedere uno dopo l’altro.  Vitigno di buona vigoria, maturazione medio-precoce, con abbondante e regolare produzione. Per il Piedirosso, o Per’ e palummo, è l’inizio di un’era – sottolinea l’enologo Maurizio de Simone.

L’evento, organizzato dall’AIS Caserta, ha avuto come voce guida della serata proprio lui, l’eno(logo)-esperto, coadiuvato nell’aspetto geologico dal geologo-sommelier, Antonio Galileo. Diciotto le etichette al vaglio dei calici. Vecchie e giovani annate si sono susseguite,  l’una dopo l’altra, scandendo i tratti di un Piedirosso che sa osare e sorprendere, colpire e camminare lungo i viali, anche impervi, del tempo.

La prima di un viaggio enologico virtuale che ha saputo proiettare gli intervenuti tra i filari dell’autoctono campano che, dopo l’Aglianico, è  il vitigno autoctono a bacca rossa più diffuso in regione. Un percorso tecnico di riscoperta di quel “grappolo” dal peduncolo rosso, a piede franco, che ha sposato a terroir d’elezione, l’areale campano. Dieci le aziende vinicole madri dei diciotto campioni. Le annate? Rompe il ghiaccio un giovane 2012, per lasciare spazio alle 2011,2010,2009,2007,2005,2004, 2003,sino alla 2001.  Le più giovani ben promettono, le datate si aggiudicano la partita con il tempo: integre nel frutto e con un’acidità ancora in grado di far disquisire.

Il Piedirosso: la luna tra le minori stelle. Un momento della degustazione – foto di Antonio Galileo

Cuore dell’evento un focus sul modus agendi del Piedirosso nei tre areali campani: Campi Flegrei, dall’anima sinuosa ma dirompente, Area Vesuviana, vera e propria “terra di mezzo” ( tra il dinamismo flegreo e il carattere poderoso della zona beneventana), ager beneventano. Campi Flegrei, con  Contrada Salandra, Cantine Astroni, La Sibilla ed Agnanum;  il Vesuvio con  le azienda Villa Dora, Sorrentino e Vigna Pironti; il  beneventano dall’anima corpulenta e vigorosa con le aziende I Pentri e Fattoria la Rivolta e Vigne Sannite. Fil rouge  dei calici  degustati, un carattere tenace e deciso, a tratti complesso, con una struttura capace di parlare di tempo. Esigente in cantina quanto in vigna: se non si accomoda in un ambiente pedo climatico tipico, tra sistemi di potatura ed allevamento confacenti, smette di produrre uva. Si è passati rispetto ad una produzione (in ettari coltivati a Piedirosso ) di 4176 agli odierni 700 – spiega M. De Simone.

Fa discutere oggi il Piedirosso! Abbandonato l’angolo scuro di vino di pronta beva, semplice nello spettro gustolfattivo, di poche pretese ed aspettative, ha conquistato una nuova essenza che parla di territorio e di longevità. Un vino spesso raccontato attraverso la fisionomia di un centometrista, ma che, a contrario, ha sempre serbato un cuore da fondo.

Degustiamo:

  1. Piedirosso bio 7 moggi 2011- Sorrentino: rubino tendente al granato.Trama impermeabile. Sentori di frutta rossa matura, ciliegia, ribes, mora, prugna.Sottili le note floreali e vegetali.Chiusura balsamica. Sapido con un tannino vivo e forte.  Fiduciosi e curiosi del prossimo step!
  2. Piedirosso Villa Pompeiano 2011:Esplosione di frutta rossa croccante con gradevoli spinte floreali. Un accenno di vegetale, seppur sottile, si accompagna  ai profumi scuri di territorio. Non manca l’anima nera che racchiude note speziate di pepe e cacao. Leggera la nota sulfurea. Al palato è materico, sapido, grintoso con un tannino sveglio e rampante. Un passo nuovo rispetto alla tradizione.
  3. Piedirosso 2009 -Vigna Pironti: Tesoe sostenuto.Un olfatto ampio ed eterogeneo. Fruttato, floreale, speziato. Buon palato, che chiude con una traccia di resina ed eucalipto.
  4. Piedirosso Vigna Madre 2012 – La Sibilla:  Un rubino intransigente sulla trasparenza.Bouquet poliedrico e interessante:dalla rossa frutta al floreale di rose rosse e tulipani. Non mancano toni caldi e speziati con tracce d’affumicatura che rincorrono olezzi di cacao e pepe nero. Toni tufacei e terrosi chiudono con quella balsamica il sorso d’assaggio.  In bocca crudo e forte con tannini che attendono il tempo. Go,go!
  5. Piedirosso Campi Flegrei Atto a Riserva “Tenuta Camaldoli” 2011 – Cantine Astroni: Fantastic red color! Rubino doc!Olfatto poliedrico, sfaccettato ma che mai tradisce l’anima del Piedirosso. Il sorso è di corpo con una vulcanicità gusto olfattiva che parla di territorio. Sapido, caldo e vigoroso.
  6.  Piedirosso Campi Flegrei 2011 – Agnanum: L’olfatto si apre ai piaceri dei più ampi sentori. La frutta rossa si veste di ogni espressione: ribes, more , mirtilli, lamponi. Il floreale fa la sua parte. In chiusura una leggera brezza di mineralità ederbaceo. Un Piedirosso che porta con sè la tipicità d’un ventaglio olfattivo e d’un sorso inimitabile. Bell’acidità con un tannino vivo e fine.  Chapeau!
  7. Piedirosso 2010 – Contrada Salandra: Rubino.Olfatto saggio e succoso. Particolari le note di sottobosco e ciliegia. Leggere le speziature. Al palato è sapido. Buona freschezza .. come una donna di fascino e charme. Zampilli di fumè anche in chiusura tendente all’amaro. Un a poliedricità e flessibilità dei vini di carattere.
  8. Sannio Piedirosso 2011 – Vigne Sannite:  Rubino intenso. Frutta rossa in rilievo. Assente un substrato olfattivo minerale e sulfureo. Al palato discreto e che si impreziosisce sul finale di un leggero sentore di nocciola.
  9. Piedirosso taburno 2011Fattoria La Rivolta:Rubino tipico. Olfatto all’impatto timido, ma nel roteare dona sentori di frutta rossa e fiori freschi. Sorprende al palato: sapido, di consistenza, polputo, in estensione. Un vero e proprio colpo di scena. Stupisce il Piedirosso!
  10. Kerres 2010– I Pentri – : Rubino carico. Un frattale instancabile per una piena soddisfazione olfattiva. L’assaggio tratteggia un vino compatto, polputo, muscoloso. In chiusura sfuma tra sentori di polvere, tufo e affumicato. Bel connubio tra acidità e sapidità.Un outsider dei Piedirosso.
  11. Piedirosso 2005 – Villa Dora:Rubino intenso. Bouquet interessante e di personalità. Nessuna nota olfattiva è lasciata orfana di richiami. In bocca è austero, pregno, consistente. Sfuma su refoli di polvere da sparo e ferro. Pieno l’assaggio. Bella sorpresa donata dal tempo, immobile nella struttura. Che calice!
  12. Kerres 2004 – I Pentri: Bel rosso granato. Naso complesso e seducente. Incurante del tempo la frutta conserva dinamicità. Buona la coerenza gusto-olfattiva impreziosita da una ferma mineralità. Bilanciati i sentori di spezie ed echi di liquirizia nera. Invita ad un sorso sempre nuovo. Tanninogradevole. Una bella versione del tempo che passa ed evolve. Un calice di corpo, sapido e di struttura. Fascinoso, intrigante, intenso e ammaliante il Kerres 2004!
  13. Piedirosso 2009 -Fattoria la rivolta: Rubino intenso. Naso di frutta rossa e gradevoli echi sulfurei e minerali. Non mancano richiami vegetali e floreali. Fruttato anche al sorso, di buona freschezza e tannini gradevoli. Chiusura sapida e testarda.
  14. Piedirosso Campi Flegrei 2009 – La Sibilla: rubino serrato. Austero in una performance più saggia. Vanta un corpo mediterraneo, tipico di un Piedirosso che corre verso il domani.  Buona acidità. Chiusura sapida e soddisfacente.
  15. Piedirosso Campi Flegrei “Per e palummo” doc 2003 Cantine Varchetta: La voce del tempo che parla la “glotta” del Piedirosso. Profumi di frutta rossa in alcol. Dolci echi di rosa rossa leggermente appassita, impreziosita da spezie dolci e sontuose. Al gusto è elegante e potente, dai tannini levigati,ammalianti.  Una rivoluzione copernicana del Piedirosso.  “Nei secoli fedele”..per ora ci basta .. negli anni!
  16. Piedirosso Campi Flegrei doc 2007 – Agnanum:  Un porporato dal ventaglio olfattivo di coinvolgente portata. Tutto è in asse,in armonia. Dalla frutta rossa ai sentori di sottobosco e sandalo. In bocca sprigiona forza e vigore con classe e maestria. Un bouquet complesso ed intrigante:si apre su toni di more in confettura, rose rosse, sottobosco, humus, legno di sandalo. L’assaggio è opulento, il tannino presente e piacevole.  Bella chiusura … rimandata ad ogni assaggio!
  17. Piedirosso Campi Flegrei 2005 – Contrada Salandra: La clessidra è ferma da tempo eppure questo Piedirosso continua il suo viaggio verso domani. Ventaglio gusto olfattivo interessante e coerente. Un Piedirosso biologico di particolare mineralità. Corpo in asse con trama gustativa intessuta da tannini ben estratti. Acidità di giusto sostegno alla massa estrattiva.
  18. Piedirosso 2011- Villa Dora: Rubino. Solare e caldo. Aperto ai sentori di frutta rossa, fiori e spezie dolci. La cadenza boisè si affaccia con lentezza. Bella acidità e freschezza. Sapido e muscoloso. Ha grinta per procedere ed evolversi.

Et voila, le jeux son fait! Gli scettici potranno pronunciare un flebile “vedremo”, i tecnici un soddisfatto “perché no”, gli amanti un “come volevasi dimostrare”! Verità vuole che questo piccolo grande vino è riuscito a vestire nuovi panni. Come rinato dalle proprie ceneri, la fenice dal peduncolo rosso ha riscattato nuova vita, riappropriandosi dell’essenza sottovalutata e difficilmente riconosciuta. Un autoctono, il Piedirosso, che ha dimostrato in ogni calice della serata, la sua quint’essenza: il tempo. Ha avvalorato di poter essere (anche) Di corpo e di struttura, complesso e suadente, longevo e di personalità. Questa la silente “(ri)scoperta” enologica! Tutte le verità sono facili da capire una volta che sono state rivelate. Il difficile è scoprirle! Partire da zero e stupirsi: anche ciò che davvero si credeva di conoscere, non lo si è ancora compreso abbastanza.