I Mulini Italiani contro Coldiretti: senza importazione di grano duro addio pasta in Italia


Campo di grano

Campo di grano

Senza le importazioni di grano duro, l’Industria molitoria non sarebbe più in grado di approvvigionare, nei volumi e nelle qualità richieste, l’Industria pastaria italiana, con conseguenze drammatiche per un prodotto che rappresenta, anche all’estero, uno dei maggiori simboli dell’agroalimentare nazionale.

Lo evidenzia Italmopa – Associazione Industriali Mugnai d’Italia, l’Associazione aderente a Confindustria che rappresenta in via esclusiva l’Industria molitoria italiana a frumento duro, leader nel mondo con circa 6 milioni di tonnellate di grano annualmente trasformate in semole destinate, principalmente, alla produzione di pasta alimentare.

“Importazioni necessarie, complementari e non alternative al grano italiano”

Le importazioni sono state, da sempre, complementari e non alternative alla produzione italiana di grano duro, che è peraltro totalmente acquistata e trasformata dalla nostra Industria molitoria, e esse si riferiscono, spesso, a un prodotto che, per le sue caratteristiche qualitative, non risulta individuabile nei volumi necessari sul territorio nazionale” evidenzia Vincenzo Martinelli, Presidente Italmopa “Associare pertanto l’attuale andamento negativo del mercato del frumento duro, peraltro generalizzato a livello internazionale, alle importazioni – per giunta spesso sensibilmente più onerose rispetto alle quotazioni del prodotto nazionale – risponde certamente a logiche sindacali e propagandistiche ma risultano del tutto sterili rispetto alla necessità di superare le criticità di natura strutturale che contraddistinguono la cerealicoltura nazionale”. 

Vincenzo Martinelli, presidente Italmopa

“Auspichiamo pertanto” prosegue Martinelli “che sia responsabilmente accantonata la ormai stanca individuazione di capri espiatori per giustificare le difficoltà della produzione primaria e coprire le proprie responsabilità, privilegiando piuttosto gli sforzi volti al superamento del gap competitivo rispetto ad altri Paesi produttori. Gli investimenti per il miglioramento della qualità media del frumento nazionale, l’ammodernamento delle strutture di stoccaggio e della logistica dei trasporti, l’aggregazione dell’offerta della materia prima ed il conseguente potenziamento dei contratti di filiera con l’introduzione di meccanismi che garantiscano il rispetto degli impegni assunti sono solo alcune, ma indispensabili, ricette per consentire la valorizzazione del prodotto nazionale e il ripristino di margini di redditività, attualmente oggettivamente insoddisfacenti, per tutti gli anelli delle filiere cerealicole”.

“Italmopa, pacatamente come da sua consuetudine, e alla sola, inderogabile, condizione che sia definitivamente posto un termine agli attacchi denigratori o diffamatori nei riguardi del prodotto di importazione” conclude infine il Presidente “è pronta a fornire il proprio fattivo contributo nell’interesse dell’intera filiera e, soprattutto, dei consumatori che costituiscono il punto di riferimento che orienta l’operato delle nostre Aziende”.

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