I petit fours e l’elogio del vivere slow


Di Carmen Autuori

Vivere slow significa anche riappropriarsi di riti che nell’immaginario collettivo potrebbero sembrare anacronistici perché figli di un’epoca che non esiste più. In realtà sono proprio queste abitudini ormai desuete che ci aiutano a riappropriarci della giusta dimensione del Tempo. Magari ritagliandosi uno spazio da dedicare prima di tutto a sé stessi e poi agli altri per il semplice desiderio di trascorrere qualche ora insieme. E allora l’occasione, sicuramente poco impegnativa,  potrebbe essere un the oppure – se questa abitudine vi sembra troppo british – un caffè o una cioccolata calda accompagnati da golosi pasticcini, in genere al burro o alle mandorle, i cosiddetti petit fours.

Un po’di storia. Il petit four comparve per la prima volta ne Le Patissier Francoise (1655) e indicava genericamente piccoli dolci da poter essere consumati in un sol boccone oltre che in accompagnamento ad una bevanda calda, anche a fine pasto come dessert.

Il nome deriva dal loro particolare metodo di cottura: i pasticcini venivano cotti quando il forno aveva raggiunto una temperatura piuttosto bassa (petit four),  dopo che era stato utilizzato per cuocere pietanze che richiedevano invece una temperatura più alta, come i grossi pezzi di carne o la selvaggina (grand four).

Il loro vero momento di gloria fu, però, il XVIII secolo quando andavano ad addolcire gli interminabili pomeriggi di frivole ed annoiate dame di corte che tra un pettegolezzo ed una tazza di the occupavano il loro tempo.

Iconica l’immagine che ci consegna Sofia Coppola nel suo Marie Antoinette, film uscito nel 2006, di una biondissima Kirsten Dunst, la protagonista nei panni di Maria Antonietta d’Asburgo, sommersa da montagne di colorati pasticcini.

Petit fours, Marie Antoinette di Sofia Coppola

Immediatamente dopo la Rivoluzione Francese, accadde che la nascente borghesia fosse alla ricerca di nuovi gusti con una spiccata predilezione per quelli che erano appartenuti all’aristocrazia, quasi a voler conquistare anche attraverso il palato un nuovo status, in sostanza lo stesso che aveva rovesciato.

Fu così che i pasticcieri, prima in Francia e poi nel resto dell’Europa,  si specializzarono nella produzione di quella che verrà poi definita pasticceria da the tout court.

I primi petit fours erano molto semplici tanto da non aver neanche bisogno del forno, e ci riferiamo a quelli a base di cioccolato o di frutta secca.

Oggi sostanzialmente sono due le categorie in cui rientrano questi deliziosi pasticcini: freschi a base di pan di Spagna farciti da svariate creme e ricoperti da glassa e secchi che sono invece biscotti di pasta frolla, che presenta una maggiore percentuale di burro nell’impasto, arricchiti da cioccolato, marmellata o altri aromi.

Petit fours, al burro

Nelle nostre pasticcerie i petit fours più diffusi sono quelli a base di mandorle decorati dalla classica ciliegia candita che comunemente vengono chiamati paste secche.

C’è poi una versione salata, anche se meno diffusa, in genere bocconi di pasta sfoglia variamente farciti.

Fino a qualche anno fa nella maggior parte delle pasticcerie era presente una torta, di fattura molto elegante, i cui ingredienti erano gli stessi dei petit fours, la torta Delizia, oggi molto più difficile da trovare.

Qui di seguito la ricetta dei nostri petit fours che possono essere tranquillamente realizzati in casa perché anche cucinare è un’attività antistress che, al pari del rito del the, ci proietta nella dimensione del “vivere slow”, vero toccasana per la nostra salute, soprattutto mentale.

Ingredienti

300 g di mandorle pelate

300 g di zucchero semolato

2 albumi d’uovo

1 bustina di vanillina

Ciliegie candite per la decorazione

Preparazione

Versate le mandorle nel bicchiere del mixer insieme allo zucchero e alla vanillina e frullate fino ad aver un composto più o meno liscio.

Trasferite il composto in uno terrina e amalgamatevi i due albumi leggermente sbattuti: dovrà risultare una pasta liscia e morbida tale da poter essere modellata con la sac à poche.
Sistemate dunque il composto nella sac à poche e formate dei mucchietti dalle dimensioni di una piccola noce su una placca rivestita di carta da forno.
Sistemate una ciliegina su ogni pasticcino affondandola leggermente, coprite la placca con un telo e lasciate riposare i pasticcini in luogo fresco (non in frigorifero) per dodici ore. Trascorso il tempo, infornate a 180° (forno statico) per circa 15 minuti. Una volta freddi conservateli in una scatola di latta.   

 

Un commento

  1. Vivere slow… che bello l’accostamento al preparare dolci o al dedicarsi un tempo condiviso, senza frivolezze.
    Brava Carmen. Grazie per i Suggerimenti di vita con bellezza e bontà che non dovrebbero mai mancare ❤️

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