Il maestro Ferrigno e Pasticceria Benito raccontano il corno napoletano tra arte rito e cioccolato
di Tonia Credendino
Un incontro nel cuore del centro storico della città partenopea, dove l’arte del presepe e il cioccolato si incontrano per raccontare uno dei simboli più identitari di Napoli
Domenica 14 dicembre, nel pieno del periodo natalizio, il centro storico della città partenopea è attraversato da un’affluenza intensa di persone. È uno dei momenti dell’anno in cui Napoli concentra nei suoi vicoli riti, simboli e consuetudini, restituendoli in forma viva e condivisa. In questo contesto si inserisce l’incontro tra il maestro Ferrigno e Pasticceria Benito, due realtà artigianali diverse per linguaggio ma accomunate da una stessa visione del mestiere e della tradizione.
L’iniziativa prende forma all’interno della bottega Ferrigno, riferimento storico dell’arte presepiale napoletana e luogo simbolo del centro antico. Accanto alle figure del presepe, cuore della produzione, trovano spazio anche oggetti che appartengono alla cultura materiale della città, come il corno portafortuna, elemento profondamente radicato nell’immaginario napoletano e tuttora presente nella vita quotidiana.
A dialogare con questo universo è Pasticceria Benito, storica realtà artigianale campana. Fondata nel 1958, la Pasticceria Benito è oggi portata avanti dai figli di Enrico, Patrizia, Bianca e Benito Odorino, rappresentanti della terza generazione della famiglia. Un percorso che, come quello di Ferrigno, si fonda sulla continuità del sapere e sulla responsabilità di custodire un’identità riconoscibile.
Il confronto tra le due realtà nasce proprio attorno al corno napoletano, inteso non come elemento decorativo ma come simbolo culturale. Per Ferrigno il corno rientra in una produzione artigianale coerente con l’arte presepiale, modellato come oggetto di senso e legato al rito e alla tradizione. Per Pasticceria Benito, lo stesso simbolo diventa materia da interpretare attraverso il linguaggio del cioccolato, mantenendo rispetto e riconoscibilità.
In questo dialogo prende forma anche Beni snack, lo snack scelto per l’occasione, pensato come naturale estensione di questo incontro. Realizzato con caramello, cioccolato al latte, nocciole e fior di sale, traduce il corno in gusto attraverso una composizione essenziale, costruita sull’equilibrio tra dolcezza e nota sapida, senza forzature né sovrastrutture.
Il lavoro di Benito Odorino sul cioccolato si inserisce in una visione consapevole del mestiere, maturata anche attraverso esperienze formative legate all’origine delle materie prime, come il viaggio nelle piantagioni di cacao a Santo Domingo. Un passaggio che ha contribuito a rafforzare l’idea di cioccolato come prodotto agricolo e culturale, prima ancora che gastronomico.
In questo incontro, Ferrigno e Benito non mettono in scena una sovrapposizione di ruoli, ma un dialogo tra saperi. Da un lato l’arte presepiale, che lavora sul simbolo e sulla rappresentazione; dall’altro la pasticceria artigianale, che lavora sulla materia e sul gusto. Due percorsi che si incontrano senza snaturarsi, trovando nel corno un punto di sintesi naturale.
L’elemento generazionale rappresenta un ulteriore tratto comune. Ferrigno incarna una tradizione che attraversa il tempo e continua a essere riferimento per la città. Pasticceria Benito, con la sua terza generazione, porta avanti un sapere familiare fondato sugli stessi principi di rigore, continuità e rispetto del mestiere.
Il corno napoletano, al centro di questo incontro, si conferma come uno dei simboli più duraturi e riconoscibili della cultura partenopea. Un oggetto che attraversa il tempo perché continua a essere affidato a mani che ne conoscono il valore storico e simbolico e che scelgono di raccontarlo attraverso linguaggi diversi ma coerenti.
A chiudere idealmente questo incontro è una frase stampata sulle scatole che accompagnano il lavoro di Pasticceria Benito: “’A furtuna adda girà”. Un’espressione semplice, profondamente radicata nella cultura partenopea, che in questo contesto accompagna un gesto artigianale condiviso tra due realtà storiche.





