InVINOveritARS | Sogno di una notte di mezza estate a Sciaranuova, Castiglione di Sicilia
di Ilaria Oliva
Alle pendici dell’Etna, come ogni estate da nove anni, anche quest’anno l’azienda vinicola Planeta organizza una rassegna teatrale in vigna: un anfiteatro naturale nella roccia lavica della tenuta di Sciaranuova diventa il suggestivo palcoscenico sul quale si alternano spettacoli selezionati dalla direttrice artistica Ottavia Casagrande. Quest’anno è toccato a “La meraviglia” di Sonia Antinori inaugurare il Festival, un testo visionario che parte da una vicenda realmente accaduta (nel 1602 il calzolaio Vincenzo Casciarolo, raccogliendo pietre nei calanchi del Monte Paderno per estrarne pigmenti, scoprì la pietra della meraviglia, un esemplare di barite con straordinarie proprietà di fosforescenza) e vi ricama sopra una storia che parla dell’emancipazione di una serva bambina che diventa una maestra alchemica al servizio di un grande scienziato, e dell’amicizia tra questo uomo molto anziano ed una ragazzina, raccontando lo stupore che abita ogni uomo e che rende ognuno ancora potenzialmente capace di viaggiare in altri tempi e spazi, oltre il conosciuto, oltre il ragionevolmente noto, verso la molteplicità dei mondi.
La musica a fare da contrappunto al testo, perfettamente bilanciata nel sottolineare i momenti clou, dà il suo contributo alla perfetta realizzazione dello spettacolo, che, nonostante la sostituzione last minute dell’attrice principale, mantiene il suo fascino e la sua suggestione.
Suggestione amplificata dal sito, e da tutto ciò che ne fa parte: la passeggiata per raggiungere la location, con la montagna che sovrasta, accanto a filari di vigna illuminati da fiammelle; la vista dell’opera a neon “Ettore Majorana” del collettivo di artisti Claire Fontaine nelle parole di Leonardo Sciascia “si divertiva a versar per terra e disperdere l’acqua della scienza sotto gli occhi di coloro che ne erano assetati”; l’arrivo che svela la veranda set di alcune scene cult della serie “The white lotus”; la visita all’antico palmento filologicamente restaurato; le chiacchiere con i convenuti tra lauti buffet e mescita di vini. La MERAVIGLIA.
Uomo e natura hanno qui lavorato insieme per rendere speciale questo pezzo di terra, martoriata e contemporaneamente graziata dalla presenza del vulcano, che ha tolto ma anche dato, soprattutto all’agricoltura: siamo infatti a 900 metri sul livello del mare, dove i suoli vulcanici hanno impedito alla fillossera di attecchire e pertanto troviamo viti antichissime a piede franco, che la magistrale Patricia Tóth (enologa responsabile dell’azienda per la cantina dell’Etna, appena insignita del Premio Donne&Vino) ci mostra con orgoglio.
L’eccellenza è un tratto distintivo non solo della sede etnea di Feudi di Mezzo, ma anche della cantina di Noto: Buonivini, nomen omen, come la contrada è da sempre chiamata, si interra in un suolo bianco calcare, diventando così “la cantina invisibile”, circondata da vigne, ulivi, mandorli e carrubi, ma anche da opere d’arte, risultanze del progetto “Viaggio in Sicilia”, portato avanti dal 2004 dal compianto Vito Planeta senior.
Oggi il giovane e omonimo nipote, Vito Junior, ha preso in mano le redini dei progetti culturali dell’azienda, e, coadiuvato da Valentina Bruschi e Ignazio Mortellaro, ha varato “Costellazione d’arte”, mantenendo invariato l’intento di valorizzare l’apporto artistico in varie modalità e forme in azienda.
E poi l’ospitalità: la gente di Sicilia è nota per questa caratteristica, ma la famiglia Planeta lo è ancor di più, a partire da Alessio, “winemaker of the year”, gigante buono dalla cultura infinita, capace di tenere banco per ore con racconti storici e aneddoti illuminanti sulla sua terra, di fare da cicerone tra bellezze e bontà locali (imperdibili le tappe da Caffè Sicilia a Noto dove il genio di Corrado Assenza produce la granita più buona dell’isola, con una ricerca di materie prime e menù innovativi come quello intitolato Prozac + che meriterebbe un approfondimento a parte, ma anche la Pasticceria Santo Musumeci a Randazzo, dalla quale non puoi andar via senza portar con te un “promemoria” per il viaggio), di trattare i suoi ospiti come se fossero capi di stato ma senza perdere la sua aria familiare e amichevole.
Se anche a voi è venuta nostalgia della Sicilia, un consiglio spassionato è di prendere un’auto, un traghetto, un aereo e salire a Sciaranuova dove il prossimo weekend il festival teatrale prosegue venerdì 1° agosto con DEGENERATA! di e con Ernesto Tomasini, un salto nel cabaret dei folli e sperimentali anni ’30, e chiude sabato 2 agosto con gli accordi e disaccordi ironici e rarefatti di Ivan Talarico, voce di Radio3, che rilegge e reinterpreta grandi e piccoli autori, musica leggera e non, in La Moltiplicazione degli Occhi.







