Ischia Safari 2025 raccontata da Nino Di Costanzo e Pasquale Palamaro


Ischia Safari 2025

Ischia Safari 2025

di Santa Di Salvo

Dopo nove edizioni è quasi un classico. Ischia Safari 2025 si ripresenta come l’evento gastronomico più glamour di fine estate, diviso tra il Grand Hotel Regina Isabella, il ristorante Lisola, Villa Arbusto e il Parco Negombo. Chef e pizzaioli, artigiani del gusto e pasticcieri distribuiti tra cena di gala con trenta chef stellati e tavola rotonda sull’”intelligenza artigianale” e la sostenibilità in cucina. Senza dimenticare il coté Charity dedicato ai giovani studenti in formazione e il concorso “Un dolce per Ischia” voluto da Mulino Caputo, un nuovo simbolo per raccontare i profumi e gli aromi dell’Isola Verde. Le due anime mediterranee che lo hanno progettato, Nino Di Costanzo e Pasquale Palamaro, si dicono piacevolmente stupite dal clamore di un evento nato quasi per caso.

“Eravamo quattro amici al bar – scherza Palamaro – Nino aveva appena lasciato l’Hotel Terme Manzi, l’ingegner Carriero lo invitò su mia proposta al Regina Isabella per un Summer Dinner a buffet. Chiamammo anche Enzo Coccia, Paolo Barrale e Salvatore Piccirillo della Masardona. Non pensavamo che quella sera sarebbe nata una grande festa della cucina italiana”. Una festa nomade, perché oggi c’è anche una edizione On Tour. Lo scorso aprile la tappa di questo “Viaggio del Gusto” ha toccato Villa Serbelloni sul lago di Como, con una cena a cui hanno partecipato alcuni tra i più grandi interpreti della cucina italiana.

“Alle origini della kermesse – sottolinea Di Costanzo – c’era la primaria esigenza di allungare la stagione ischitana con una nuova formula che attirasse turisti anche a settembre inoltrato. Mai però avremmo immaginato una crescita così rapida e quasi tumultuosa, che ha trasformato una tre giorni di alta gastronomia in una festa popolare a cui partecipano ormai tutti i grandi chef italiani. Soprattutto a loro, per la loro totale disponibilità, va il nostro ringraziamento”.

L’elenco dei partecipanti è lungo e comprende anche artisti del food & beverage che arrivano dalla Francia, dalle Canarie e dagli Usa. Distribuiti tra il Charity Dinner e la festa al Negombo ci sono quasi tutti, da Andrea Aprea a Ettore Bocchia, da Maicol Izzo ai fratelli Cerea, da Domenico Candela a Peppe Guida. Tutti uniti per una causa No Profit che si apre al mondo della ristorazione offrendo un periodo di formazione a studenti meritevoli, con borse di studio e stage in Italia e all’estero.

“Ma non solo – precisa Palamaro – Lo scorso anno siamo stati di supporto ad alcune attività relative alla ricostruzione dopo la frana di Casamicciola, abbiamo poi costituito una nuova struttura impegnando nell’intero allestimento un gruppo di ragazzi autistici”. “E quest’anno – aggiunge Nino Di Costanzo – stiamo pensando a un intervento solidale per i nostri bravi chef over fifty, che vorremmo coinvolgere in corsi di formazione e di aggiornamento per riaccendere la scintilla della passione. Sono grandi professionisti, sono la nostra memoria del passato, sono loro che devono aiutarci a guardare indietro per andare poi verso il futuro”.

Questo lavoro in comune, nato tra due chef amici e poi esteso in associazione (“Ischia Saperi e Sapori” ha come soci fondatori, oltre a Di Costanzo e Palamaro, Giancarlo Carriero, Marco Castagna, Paolo Fulceri Camerini e Marianna Schiano) è riuscito a mettere al centro della scena nazionale un’isola di eccezionale interesse enogastronomico. Che però non ha nella sua tradizione della tavola un dolce tipico.

“Proprio così – conferma Pasquale – E’ la ragione per cui abbiamo accolto volentieri il contest sponsorizzato da Mulino Caputo che punta a creare “il dolce di Ischia”, quello che tutte le pasticcerie dovranno mettere in cantiere e promuovere al pubblico. La prima edizione ha visto in gara maestri isolani, poi ci sono stati gli italiani, quest’anno arrivano gli stranieri. Così saremo pronti, nella prossima edizione, a una finalissima che proclamerà il vincitore assoluto”.

Ma Ischia ha produzioni tipiche che si legano alla pasticceria? Poche, in verità. Di Costanzo ne elenca alcune: uva passa, fichi secchi, vino cotto, piperna. “Ma la nostra carta segreta è il migliaccio. Quasi nessuno sa che forse il migliaccio è nato a Ischia da una famiglia che portava questo cognome. Il suo logo era il miglio, usato appunto per questo dolce. Vorremmo partire da qui per realizzare una cosa del tutto nuova e originale”.

“Il nostro è un viaggio affascinante tra i colori e i sapori della cucina mediterranea – concludono i due organizzatori – Continuiamo a batterci per difenderla. E a giudicare da chi ha aderito alla nostra chiamata, crediamo di avere tutte le carte in regola per vincere questa sfida”.

 

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