John Arena: Premio Icon 50 Top Pizza Usa 2025: “Ogni pizza fatta col cuore è la mia pizza preferita”
di Laura Guerra
“Questo premio mi spinge a tornare nella mia pizzeria e fare sempre meglio per rendere felici i miei ospiti e far crescere tutti quelli che lavorano con me. Pizza vuol dire comunità, famiglia, tradizione cultura. Ricevere questo riconoscimento dalla più prestigiosa guida italiana di settore, è una gratificazione e un omaggio ad ogni pizza, frutto del nostro pensiero e della nostra storia condivisi con amore con i clienti che entrano in pizzeria”.
Così un emozionato John Arena, decano dei pizzaioli americani ha commentato il Premio Icon conferitogli durante la premiazione 50 Top Pizza USA 2025. Ecco la sua storia.
C’è una memoria che lievita ogni giorno, nel profumo di grano e del forno acceso all’alba, nel gesto lento e consapevole che impasta la vita. John Arena non è semplicemente un pizzaiolo. È il custode di una stirpe, l’eco di un legame che attraversa tre generazioni e un oceano, partendo da Napoli per arrivare — tra sogni e farina — nel cuore pulsante dell’America.
La storia di John comincia molto prima che lui stenda la sua prima pizza. Nasce a New York, ma il suo dna sa di Sud, di Campania, di quartieri dove il pane si faceva in casa e la pizza era rito e nutrimento dell’anima. Suo nonno, immigrato da Napoli, portò con sé una valigia di speranze e una ricetta non scritta: quella della pizza come linguaggio familiare.
Negli anni ’50 il padre di John apre la prima pizzeria di famiglia nel Queens. È lì che John cresce: tra i sacchi che sapevano di grano e i racconti dei clienti, tra i pomodori pelati e le storie che odoravano di basilico fresco. A 13 anni già sa che quello non è solo un mestiere, ma una chiamata. Non a caso oggi ama dire: “La pizza non è quello che faccio. È quello che sono.”
Las Vegas: il deserto incontra la tradizione
Negli anni ’80, John Arena compie una scelta controcorrente: si trasferisce a Las Vegas — terra di luci, scommesse e deserti — per portare lì una pizza che fosse autentica, sincera, napoletana nell’anima ma americana nel cuore. Insieme al cugino Sam Facchini, apre Metro Pizza, un progetto che non si limita a sfamare: educa, racconta, celebra.
Metro Pizza diventa un punto di riferimento, non solo per il gusto, ma per il rispetto con cui la tradizione viene onorata. Non c’è scorciatoia, non c’è compromesso: ogni impasto racconta una storia, ogni ingrediente è scelto con cura quasi religiosa. E se chiedi a John qual è il suo segreto, ti risponde con umiltà: “Ascolto la pizza. Lei sa quando è pronta.”
Il pizzaiolo-filosofo
Oggi John Arena è molto più di un pizzaiolo. È un mentore, un educatore, un filosofo del piatto più amato al mondo.
Insegna alla UNLV (University of Nevada, Las Vegas), portando la cultura pizzaiola nelle aule universitarie con una dignità accademica che ha pochi eguali. Tiene lezioni sul lievito madre, ma anche sulla storia delle migrazioni, sulle contaminazioni culturali, sul valore affettivo del cibo.
Scrive articoli, partecipa a conferenze, ma resta con le mani nella pasta. Perché “la pizza ti insegna l’umiltà: ogni giorno può essere quello giusto, o quello in cui sbagli tutto.”
Tre generazioni e un’eredità
Quello che ha costruito è un ponte: tra Partenope e il mondo, tra radici e visione contemporanea, tra passato e futuro. Ma soprattutto ha tenuto vivo un fuoco: quello dell’identità familiare. Perché ogni volta che apre il forno, il calore che ne esce racconta una storia che comincia nel ventre di Napoli e continua oggi nel cuore d’America.
Ma la sua impronta va oltre. Da anni è attivamente impegnato con fondazioni locali e nazionali dedicate all’educazione culinaria e al sostegno dei giovani pizzaioli. Collabora con programmi di borse di studio per studenti in difficoltà economica, affinché il talento non resti chiuso in un sogno mai realizzato.
La sua visione è chiara: la pizza può cambiare vite. E attraverso la sua attività filantropica, partecipa alla creazione di cucine-scuola, promuove l’inclusione sociale e offre strumenti concreti a chi vuole imparare il mestiere, ma non ha i mezzi per farlo.
Nel 2022 ha contribuito alla nascita della John Arena Foundation, una realtà che unisce formazione, cultura e solidarietà: dai corsi per ex detenuti ai programmi per ragazzi neurodivergenti, ogni iniziativa parla la lingua della dignità e dell’opportunità.
In un mondo che corre, John Arena insegna a fermarsi, a sentire il respiro dell’impasto, ad ascoltare il silenzio tra una lievitazione e l’altra. E forse, proprio lì, si nasconde il segreto di una pizza che sa di casa, ovunque tu sia.

