La birra artigianale tra consapevolezza, coerenza e opportunismo commerciale


Marchio birra artigianale

Marchio birra artigianale

di Alfonso Del Forno

Che la birra artigianale sia diventata sempre più presente nel mondo dell’enogastronomia è un dato di fatto. Il suo consumo aumenta, così come a piccoli passi cresce anche la consapevolezza di consumatori e addetti ai lavori. Pur soffrendo le dinamiche aggressive dell’industria, a volte ai limiti del libero commercio dei prodotti, le birre di qualità si affermano in ogni luogo, dai locali alle manifestazioni pubbliche. Negli anni, questo fenomeno ha stimolato l’industria a produrre le birre cosiddette “crafty”, cioè quelle che scimmiottano la birra artigianale, senza perdere però lo status di birra industriale.

Un consumatore consapevole è capace di riconoscere il prodotto di qualità, ma non tutti riescono in questa impresa, abbagliati da una certa comunicazione che tende a confondere le persone nella scelta dei prodotti. Per creare un argine rispetto a tale problema, Unionbirrai, l’associazione di categoria dei piccoli birrifici indipendenti, ha creato il marchio “Indipendente Artigianale – Una garanzia Unionbirrai” che è già presente sulle etichette di molte birre artigianali italiane. Insieme a questo strumento, che aiuta nell’immediato l’individuazione di birre artigianali, è importante che ci sia chiarezza e trasparenza da parte di chi lavora nel settore, dai ristoratori ai publican, dai giornalisti ai comunicatori

. Queste persone creano la propria immagine con modelli facilmente riconoscibili dall’esterno e molto spesso diventano veri e propri punti di riferimento per i consumatori. È importante che il ruolo di queste persone sia chiaro e trasparente, per evitare circostanze in cui si creano equivoci e confusioni. Sono sempre più diffusi episodi in cui operatori del settore, che si riempiono la bocca di paroloni a favore della birra artigianale, nel concreto prestano il fianco al mondo della birra industriale, per meri motivi economici. Queste persone sono un male per la birra artigianale, perché creano incertezza e confusione nella mente di chi li segue. In un periodo storico fondamentale per il definitivo posizionamento e consolidamento della birra artigianale, non ci può essere spazio per le ambiguità. La birra artigianale per molti è solo una nicchia di mercato del beverage.

Per altri è una filosofia di vita. Nessuno è costretto a venderla, berla o a parlarne. Chi lo fa sente il desiderio di essere vicino ai piccoli produttori, magari facendoli crescere anche quando hanno delle difficoltà. Non si può stare con un piede in due scarpe, per rispetto nei confronti dei produttori e dei consumatori che osservano dall’esterno. Esiste un valore cui non si può rinunciare: la coerenza. Cheers!