Mangiare con o senza tovaglia…tu di che segno sei?


La mise en place

La mise en place

di Linda Auricchio

Quanto fa chic mangiare senza tovaglia anche nei ristoranti di lusso. Una abitudine che era ritenuta abominevole e poco igienica fino a non pocho anno fa.
Insomma, quanto è cambiato negli anni il modo di allestire ed apparecchiare la tavola?

L’evoluzione della mise en place ha subito tante modifiche quante ne ha viste l’orlo delle gonne delle signore negli anni: un tempo esistevano solo tavoli da re, imbanditi con tovaglie di fiandra o tessuti pregiati, stirate direttamente sul tavolo ed assolutamente senza grinze, che secondo il galateo avrebbero dovuto cadere almeno per 30 centimetri verso terra, allestiti con argenteria, fiori e frutti prelibati in composizioni da far invidia ai migliori designers, tutto per saziare l’occhio prima che il corpo.

Si è passati poi a tavoli più essenziali, moderni, smart, con un addio al tovagliato in stoffa e un benvenuto ai runners in carta, tnt, pvc, materiali riciclati, legno, per rendere la tavola meno formale e lasciare libero il cliente di sentirsi a proprio agio, senza il terrore di versare qualche goccia di vino e rovinare così le stoffe… un bel risparmio anche per il ristoratore libero dai costi di lavanderia.

La mise en place

La mise en place

Oggi la moda si spinge spedita verso l’essenziale: bye bye tovaglia ed affini. Ma perché?

La tendenza è partita dal Giappone , dove era la bellezza del tavolo in legno lavorato, dai piedi decorati e assolutamente da non coprire, a dominare la scena.

Ma tale derivazione sembra anche’essa superata, basta visitare ristoranti concettuali e moderni, con arredi dai materiali tecnologici per renderci conto che il futuro è quanto vario e che è il materiale di cui è composto il tavolo, vetro, derivati plastici, metalli, ad erigersi a vero protagonista dei pranzi e delle cene.

Sale essenziali con tavoli di design, fanno a gara con l’estetica delle pietanze, anch’esse elaborate, affinché sia il risalto del bello a creare stupore ed a catturare l’occhio del cliente prima che il palato.

Si pensi a Trinità dei Monti, dove al sesto piano dell’hotel Hassler, il ristorante Imago proponeva fino a poco tempo fa come unico orpello a far da cornice alle composizioni dello chef, il panorama, o al neostellato ristorante George dell’hotel Parker di Napoli, dove le tovaglie sono bandite.

Che dire, questo 2020 lascia davvero il cliente libero di scegliere tra tovaglia si e tovaglia no, nella piena consapevolezza che non sarà l’abito a fare il monaco e distrarre dall’essenziale: la bontà di quello che troveremo nel piatto!

E tu cosa preferisci?

2 Commenti

  1. Tovaglia pregiata stoviglie chiare classiche e posate se non d’argento almeno ergonomiche ma mai di Design.PS Coinvolto(indegnamente)dal maestro Cremona come giudice nell’ultima edizione di emergente sala ricordo bene che i concorrenti,nella prova pratica di servizio ,avevano l’obbligo di stirare personalmente il tovagliato dei tavoli a loro assegnati.FM

  2. Ma quante sciocchezze si scrivono pur di non dire le cose come stanno: è solo una più banale questione di soldi.
    Gestire tovagliato costa, noleggiarlo, lavarlo, stirarlo. Per non parlare delle problematiche legate ai controlli e le verifiche dell’agenzia delle entrate con i coti in bocca su tovaglioli e costi di lavanderia. Vi siete chiesti perchè le Pizzerie fanno soldi a palate? Quali sono i costi per coperto che si fanno TUTTI pagare lautamente? Il costo del tovagliolino di TNT (nel migliore dei casi)?

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