L’abbinamento perfetto: il Falerrno 2023 di Moio e il ragù napoletano
Preparare il ragù napoletano di sabato mi distende assaje. La spesa dal macellaio di buon mattino, un tracchiola e la brasciola, stavolta anche un po’ di salciccia piccante, la preparazione lenta nella pentola con qualche segreto che mi guardo bene dal rivelare in questa sede, poi il concentrato di pomodoro, un intero tubetto e infine sette scatole di pelati. Via, lentamente per ore, mentre fuori piove, un bel pomeriggio in cucina sino alla riduzione della salsa. Poi la riaccensione il giorno dopo sino al matrimonio con la pasta, spezzata a mano, a seconda del gusto, ziti o candele. Da bere? Qui ci vuole un rosso, rosso d’altri tempi, selvaggio, rustico, potente e capace di contrastare e di esaltare la concentrazione di sapore che fanno del pomodoro e della carne una cosa sola dopo tante ore.
Il Falerno di Moio, intendo quello base, annata 2023, è stato il compagno perfetto di questa cucinata di ottobre. Freschissimo e con i tannini morbidi, il Primitivo del Massico si è espresso al massimo della sua potenza accompagnando l’intero pranzo fra la pasta e la carne servita successivamente. Ricco di personalità per far fronte ad un piatto di tale spessore, al tempo stesso capace di mantenere un ruolo comprimario, di tenere il palato pronto al boccone successivo dopo averlo ripulito e rinfrescato. Un grande vino della convivialità a prezzo popolare. Perché la felicità, piatto e bicchiere insieme è a portata di tutti. Anzi, meglio, è a portata di chi ha cultura del cibo e del vino.

Gran capo scusa la presunzione ma arrivi buon secondo perché ne sono convinto da decenni e tanti amici possono testimoniare che questo è stato sempre il mio pensiero e, a scanso di equivoci,sabato mi esibirò anch’io in tal senso ma solo per …….verificare ancora una volta la validità delle mie e tue convinzioni.FRANCESCO