Lacryma Christi rosso 2015 Territorio de’ Matrone


Lacryma Christi 2015 Territorio de Matrone

Lacryma Christi 2015 Territorio de Matrone

Nessuna uva campana è cambiata in meglio più del Piedirosso negli ultimi dieci anni. Il merito è tutto di una giovane generazione di enologi che ha iniziato ad interpretarlo rubandogli l’anima abbandonando l’idea di farlo somigliae ad altro. Un po’ come i genitori che evitano di iscrivere il figlio al classico se ha una vocazione scientifica.
L’ennesima prova viene da questa esibizione di Andrea Matrone, fresco iscritto al club dei viticoltori del Vesuvio anche se la sua famiglia è insediata da almeno due secoli a Boscotrecase.
Andrea Matrone, 34 anni, ha vinificato un po’ in tutto il mondo dopo la laureain Agraria a Portici e la specializzazione in Enologia a Firenze. D’intesa con il cugino Francesco, notaio, ha ripreso le proprietà di famiglia applicando un po’ quello che aveva visto in giro tra Australia, Napa Valley, Nuova Zelanda, Toscana ma senza saccenza rispetto alle abitudini dei contadini vesuviani, alle prese con un suolo unico che consente il piedefranco come pochi.
Meno di cinque ettari tra piedirosso, sciascinosso, caprettone, coda di volpe e un po’ di biancolella divisi in tre corpi, di cui uno piantato da poco ad alberello.
La vinificazione segue protocolli semplici: acciaio e legno grande per il rosso, solo acciaio per i bianchi. In campagna biologico voltato verso il biodinamico visto che il territorio lo consente.
Eravamo curiosi di conoscere questo vino e, a parte un cenno di riduzione iniziale durato un paio di minuti, abbiamo riconosciuto in pieno la nuova stagione del Piedirosso. Un vino elegante, floreale, appena un po’ fruttato, con rimandi fumé a fare da corollario. In bocca essenziale, freschissimo, tannini setosi, chiusura piacevlmente amarognola.
Sinora i segnali più incoraggianti dall’areale vesuviano sono venuti dai bianchi. Ma questop rosso dimostra il potenziale di un uva ancestrale che però è tremendamente moderna rispetto ai vini seppelliti in un eccesso di barrique.
Questo lo beviamo a canna su zuppa di pesce, pollo, paste con i legumi, pizza. Insomma su quasi tutta la cucina tradizionale campana.
Rispetto all’Aglianico il Piedirosso ha un grande vantaggio: non deve essere spiegato, si beve e basta.
No, ne ha anche un’altro: è buono subito e non tra dieci anni :-)

Sede e a Boscitrecase. Via Tenente Luigi Rossi, 16  Tel. 339 2841451 www.cantinematrone.it. Enologo: Andrea Matrone. Ettari vitati: 4,5 di proprietà. Bottiglie prodotte: 10mila. Uve: piedirosso, sciascinoso, caprettone, coda di volpe

Cantine Matrone