Latina, Enoteca dell’Orologio


Enoteca dell’Orologio, il cannolo con ricotta di bufala e pomodoro

di Virginia Di Falco
Siamo in Piazza del Popolo, pieno centro di Latina, città che potrebbe essere definita «una tesi di laurea empirica sull’architettura fascista». A richiamare l’orologio della torre del Municipio il nome di questo ristorante che fa parlare (bene) di sè ormai da quasi trent’anni. Non solo enoteca, dunque, anche se la carta dei vini con circa 600 etichette è molto ben organizzata, con puntuali incursioni a partire dal Lazio, fino in Borgogna e Champagne (dove le bottiglie vengono ordinate direttamente ai produttori, con grande sollievo delle tasche di tutti noi). Inoltre, grazie anche al vicino wine bar, c’è un’ottima varietà di vini al bicchiere.

 

Enoteca dell’orologio: la torre dal mio tavolo

Graziano Bernini, il patron, qui dal 1983 è uno che sa il fatto suo. Amante del buon vino e della cucina di qualità sovrintende alla spesa del mercato del pesce («o fresco o niente») che va da Anzio a Gaeta, ma anche della carne locale o scozzese.
L’ambiente è arredato in maniera semplice, con molto gusto e spesso le due sale superiori ospitano mostre d’arte, mentre d’estate è piacevole sedersi all’aperto sotto gli ombrelloni che affacciano sulla piazza. Servizio essenziale ma competente, con un menu necessariamente “ritoccato” in base al pescato (potreste non trovare i crudi per i quali l’Enoteca è rinomata, ad esempio) o alle defaiance di qualche fornitore.

 

Enoteca dell’Orologio, la sala superiore

Ad ogni modo si comincia con una discreta scelta di antipasti, tra i quali il patè di fegatini con una cialda di nocciola e gelatina di melograno, la tartare di Angus allevato allo stato brado; una tavolozza di mare con carciofi e ricci; baccalà e patate con tartufo. La mia compagna di tavolo assaggia dell’ottimo culatello di montagna che però è accompagnato da una porzione un po’ tristolina di tortino di finocchi al gratin.

Enoteca dell’Orologio, culatello di montagna e tortino di finocchi

Io, che sono in una fase di «pochi ingredienti ma buonissimi», provo invece il cannolo con la ricotta di bufala pontina su salsa di pomodoro. Più semplice di così! La ricotta è davvero ottima, così come il pomodoro. E subito la “tracciabilità” del palato mi fa pensare che Pignataro fa bene a rubricare i ristoranti del Lazio insieme a quelli del Sud!
Per la verità in carta qui si trovano piatti della tradizione italiana, non solo locale, a partire dai tortellini fatti in casa in brodo di manzo, piatto invernale che Bernini, originario di Parma, non rinuncia mai a tenere in carta. Tra gli altri primi piatti: ziti con broccoli “arriminati” con lardo di maiale casertano; la minestra di pesce coccio e spaghetti spezzati, e i tagliolini «tuttoova» con crostacei e tartufo. Buono il risotto con zucca e castelmagno (anche se mancavano i funghi chiodini, ma ci avevano avvisato).

 

Enoteca dell’Orologio, tagliolini all’uovo con tartufo e crostacei

 

Enoteca dell’Orologio, risotto alla zucca e castelmagno

Tra i secondi piatti: sogliola al forno in umido con spinaci, pinoli e uvetta; calamari rosolati su misticanza alla bottarga; dentice al sale con insalata di finocchi e arance; scottata di tonno al sesamo su pomodori verdi; lampuga all’acqua pazza di carciofi e menta.
Si chiude con un goloso morbido di cioccolato e una zuppa inglese al bicchiere dagli strati gustosi anche se piuttosto slegati. Conto medio sui 50 euro.

 

Enoteca dell’Orologio, il dessert al cioccolato

Enoteca dell’Orologio, zuppa inglese al bicchiere

Enoteca dell’Orologio
Piazza del Popolo 20,
Tel. 0773 473684
Fax 0773 403282
www. enotecadellorologio.it
[email protected]

 

6 Commenti

  1. Cara Virginia, forse quando ci sono stata era il giorno NO della zuppa inglese … dire soltanto “slegata” è ingiusto verso tutti coloro che sono “maestri” della pasticceria! Bisogna ripensarla completamente!

  2. Stavolta mi permetto di dissentire su quasi tutto:
    1. I ristoranti del Lazio sono del centro Italia.
    2. Manca qualche foto dei secondi piatti per poter avere almeno un’idea più descrittiva del piatto (non pretenderei di giudicare la relativa bontà solo dalle foto!)
    3.Per me 50 euro sono troppi!
    Non me ne voglia l’autrice! :-)))

    1. cara signora Rita, è vero:50 euro sono troppi (ma non è chiaro se col vino, e quale, o senza vino); ma mi permetta:perchè ci tiene a che il lazio sia del centro e non del sud?

      1. Ci tengo solo perché i piatti a mio avviso devono rappresentare le nostre meravigliose regioni e le caratteristiche tradizioni di ciascuna di esse!

  3. Il prezzo medio si riferisce sempre ad un pasto medio di tre portate: antipasto o primo, secondo e dessert. Ovviamente bevande escluse. Ad occhio e croce credo di sapere dove si trovano Roma e Lazio: qui l’affinità era di gusto e di memoria del palato, cara Rita :-)

  4. Cara Virginia, lungi da me pensare di poterle puntualizzare la posizione geografica di questa o quella regione ma semplicemente esprimere un parere sulla matrice regionale dei piatti come ho cercato di spiegare nella replica del signor Vincenzo.

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