Leone de Castris: un secolo in bottiglia, quattro secoli nel cuore del vino italiano


Riccardo Cotarella e PierNicola de Castris

di Titti dell’Erba

Certe storie non si scrivono solo con l’inchiostro, ma si scolpiscono nel tempo con la passione, il coraggio e la fedeltà a una terra. È la storia di Leone de Castris, una cantina che non è solo un’azienda vitivinicola, ma un simbolo vivente dell’anima del vino italiano.

Nel cuore del Salento, al Wine Hotel Villa Donna Lisa, si è alzato un calice speciale: quello dei 100 anni di imbottigliamento.

Un anniversario che non è solo cifra tonda, ma cuore pieno, cento anni da quando questa storica realtà ha cominciato a racchiudere il suo vino in bottiglia, trasformando ogni etichetta in un messaggio di identità, cultura e territorio.

Ma la storia di Leone de Castris inizia molto prima, in un’altra epoca.

Era il 1665 quando la famiglia nobiliare fondò l’azienda agricola a Salice Salentino. Da allora, generazione dopo generazione, si è tramandata non solo una tradizione, ma una visione: raccontare il Sud, con orgoglio e innovazione.

È nel 1943, in un’Italia ferita dalla guerra, che nasce un gesto rivoluzionario: Five Roses, il primo rosato imbottigliato d’Italia, un vino dal nome anglosassone ma dall’anima profondamente pugliese, che attraversa l’oceano e conquista l’America, portando con sé il profumo della macchia mediterranea e il calore del Salento.

La festa per il centenario dell’imbottigliamento è stata un abbraccio corale. Presenti istituzioni, giornalisti, amici, partner e protagonisti della scena enogastronomica pugliese. Tutti uniti per celebrare non solo una storia imprenditoriale, ma un modo di essere, di coltivare, di credere nel futuro senza mai dimenticare le radici.

Sotto le stelle di fine settembre, le parole di Piernicola Leone de Castris hanno tracciato il senso profondo dell’evento: «Questo anniversario non rappresenta un punto di arrivo, ma una nuova partenza. Il futuro del vino italiano passa anche da realtà come la nostra, che continuano a investire sul territorio, sulle persone e sulla qualità.»

A concludere la serata, il taglio della torta e un brindisi collettivo, un gesto semplice, ma pieno di significato: festeggiare il passato, vivere il presente e guardare avanti con occhi pieni di sogni.

Leone de Castris non è solo vino.

È memoria liquida, cultura che si versa in un calice, voce di una terra che ha ancora tanto da raccontare.

E se cento anni di imbottigliamento sono un traguardo importante, la vera avventura – quella dell’eccellenza e dell’identità – continua, sorso dopo sorso

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