Montemarano festeggia i 30 anni della docg Taurasi


Taurasi e Mastroberardino

30 anni di Taurasi e Mastroberardino

Si legge Taurasi ma si pronuncia Montemarano. Naturalmente è una battuta, basti ricordare il ruolo di Antonio Caggiano nel paese che da il nome alla più antica denominazione di origine controlata e garantita (Docg) del Mezzogiorno. Ma è anche vero che quello svolto da Montemarano famoso per il suo Carnevale, uno dei più belli e conosciuti d’Italia, il carattere estroso degli abitanti, i latticini e la maccaronara, è stato decisivo per lo sviluppo del rosso più rinomato della Campania. Basti pensare al ruolo di Salvatore Molettieri emblema di questa etichetta negli Usa anche per merito di Marc De Grazia, al fatto che qui nasce il Taurasi Radici Riserva di Piero Mastroberardino finito al quinto posto mondiale della classifica di Wine Spectator. Da sempre un riferimento per la famiglia storica della viticultura campana.

30 anni di Taurasi e Mastroberardino

30 anni di Taurasi e Mastroberardino

Ecco perchè il sindaco Beniamino Palmieri e l’assessore Natalia De Vito hanno voluto organizzare una giornata dedicata al rosso che da lustro al territorio. «L’importanza del Taurasi Docg per l’economia del territorio è fondamentale – ribadisce il sindaco – Il suo pregio è strettamente legato alla complessità del suo areale, costituito da 17 comuni, tra cui Montemarano terra
«L’importanza del Taurasi DOCG per l’economia del territorio è fondamentale – ribadisce il sindaco – Il suo pregio è strettamente legato alla complessità del suo areale, costituito da 17 comuni, tra cui Montemarano terra antica e di forte vocazione vitivinicola. Credo che i 30 anni dal riconoscimento della Docg debbano essere colti come un’opportunità per sollecitare una riflessione doverosa e al contempo tracciare un bilancio facendo tesoro degli errori commessi e delle esperienze già fatte, delineando con coerenza e competenza le prospettive future. Ogni convegno è stato un valido tassello in questo percorso di crescita, finalizzato a favorire la nascita di nuove iniziative in grado di mettere a sistema le eccellenze locali, incrementare la fruibilità del territorio in ogni stagione dell’anno e intercettare un pubblico sempre più attento all’esperienza enogastronomica di qualità».
«Il vino Taurasi, fiore all’occhiello della produzione vitivinicola avellinese, festeggia quest’anno i trent’anni dal riconoscimento DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) – esordisce Angelo Frattolillo, presidente del Gal Irpinia Sannio – Il “compleanno” di questo vino così prezioso offre un’ottima occasione per approfondire le sue potenzialità come motore di sviluppo turistico e culturale. Per celebrare un traguardo così prestigioso, insieme al Comune di Montemarano, abbiamo immaginato una due giorni di riflessione e divulgazione di un’eccellenza locale attraverso lo sguardo attento di professionisti del settore e delle cantine del territorio».
Oltre a due convegni, moderati rispettivamente dai giornalisti Risa Iandiorio e Luciano Pignataro, decisamente emozionante è stato l’incontro degustazione svolto nella seconda serata, quando Salvatore Molettieri, ma soprattutto Walter Mastroberardino hanno ricordato i momenti più eroici della rinascita del vino di qualità, quando saliva con il padre Michele con il carretto per controllare i vigneti e l’andamento della stagione. a seguire una degustazione condotta dallo stesso Pignataro e dal fiduciario dell’Ais Avellino Annito Abate dei vini dei produttori di Montemarano e, precisamente: Cantina Coscia, Re Nato Taurasi 2016, Boccella Rosa Taurasi 2015,,Elmi Taurasi 2015, Cantina Adelina Taurasi 2014, Salvatore Molettieri Vigna Cinque Querce 2014,Il Cancelliere NeroNe Taurasi 2013, Tenuta De Lisio Delisio Taurasi 2012.
In questa bella galoppata che ha concluso la due giorni sono emersi netti i caratteri del Taurasi di Montemarano: grande potenza, concentrazione, freschezza e longevità. Si tratta di rossi importanti, strutturati, che possono essere spesi su piatti di tradizione e comunque di buona struttura. Perché no, una maccheronara al ragù di cinghiale.

30 anni di Taurasi e Mastroberardino

30 anni di Taurasi e Mastroberardino

Oltre a due convegni, moderati rispettivamente dai giornalisti Risa Iandiorio e Luciano Pignataro, decisamente emozionante è stato l’incontro degustazione svolto nella seconda serata, quando Salvatore Molettieri, ma soprattutto Walter Mastroberardino hanno ricordato i momenti più eroici della rinascita del vino di qualità, quando saliva con il padre Michele con il carretto per controllare i vigneti e l’andamento della stagione. a seguire una degustazione condotta dallo stesso Pignataro e dal fiduciario dell’Ais Avellino Annito Abate dei vini dei produttori di Montemarano e, precisamente: Cantina Coscia, Re Nato Taurasi 2016, Boccella Rosa Taurasi 2015,,Elmi Taurasi 2015, Cantina Adelina Taurasi 2014, Salvatore Molettieri Vigna Cinque Querce 2014,Il Cancelliere NeroNe Taurasi 2013, Tenuta De Lisio Delisio Taurasi 2012.
In questa bella galoppata che ha concluso la due giorni sono emersi netti i caratteri del Taurasi di Montemarano: grande potenza, concentrazione, freschezza e longevità. Si tratta di rossi importanti, strutturati, che possono essere spesi su piatti di tradizione e comunque di buona struttura. Perché no, una maccheronara al ragù di cinghiale.

30 anni di Taurasi e Mastroberardino

30 anni di Taurasi e Mastroberardino con Walter e Danioela Mastroberardino

30 anni di Taurasi e Mastroberardino

30 anni di Taurasi e Mastroberardino

30 anni di Taurasi e Mastroberardino

30 anni di Taurasi e Mastroberardino

30 anni di Taurasi e Mastroberardino

30 anni di Taurasi e Mastroberardino

30 anni di Taurasi e Mastroberardino

30 anni di Taurasi e Mastroberardino

Un commento

  1. Mai titolo di un articolo giornalistico fu più centrato.A Live of Wine a Roma ho assaggiato e riassaggiato il Cinque Querce 2007 di Salvatore Molettieri.Un vino immenso che oltre ai descrittori di cui sopra magicamente annoverava un’eleganza inusuale per l’Aglianico .Daciò si deduce che se le teste “anarchiche”irpine mettono testa a partito possono nel giro di un paio di decenni portare il Taurasi alla pari dei grandi rossi del mondo.

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