Montevetrano e Tartufo Bianco con Gaia Marano Imparato al ristorante Scelto di Messercola
di Tonia Credendino
Messercola, 24 ottobre 2025 – Un percorso tra profumi di bosco e calici di storia, dove il tartufo bianco incontra la potenza gentile di Montevetrano in una verticale che parla di tempo, cuore e bellezza.
Messercola accoglie l’autunno con una serata di rara armonia. Al ristorante Scelto dei fratelli Luigi e Pasquale Russo, elegante e autentico punto di riferimento della ristorazione casertana, si è svolta la cena-degustazione “Tartufo Bianco & Montevetrano”, organizzata in collaborazione con la delegazione AIS Caserta, guidata da Maria Rosaria Grimaldi e Carlo Sarrantonio. Appassionati di carne alla brace e materie prime selezionate, i fratelli Russo hanno costruito una cucina che unisce tecnica e misura, sostenuta da una carta dei vini ampia e curata. Un contesto ideale per una serata dedicata al vino e al racconto del territorio.
Protagonista assoluta Gaia Marano Imparato, oggi alla guida operativa di Montevetrano insieme alla madre Silvia Imparato, donna che trent’anni fa trasformò un sogno condiviso in uno dei grandi nomi del vino italiano. Gaia Marano Imparato rappresenta la naturale continuità della visione di Silvia Imparato. La sua presenza è misurata, garbata, in equilibrio tra competenza e sensibilità. Ha ereditato dalla madre la determinazione e la curiosità, insieme alla capacità di comunicare con eleganza anche nei momenti più intensi.
La loro è una storia al femminile costruita su ascolto, intuizione e concretezza. In sala Gaia parla con voce pacata e sicura, trasmettendo la conoscenza profonda del vino e la volontà di condividerla con naturalezza. Ogni parola nasce da un’esperienza autentica e restituisce il senso di ciò che Montevetrano è oggi: un progetto solido, consapevole e capace di emozionare senza bisogno di enfasi. Parla del progetto nato dalla passione della mamma, dei primi tentativi in cantina, dell’energia che ancora oggi anima ogni vendemmia. La si vede sorridere mentre rievoca i passaggi che hanno reso questo vino un punto di riferimento e si intuisce l’orgoglio di chi continua quel cammino con lo stesso spirito originario.
Il profumo del tartufo arriva prima ancora di entrare in sala, portato dai cavatori di Ceppaloni e Arpaise, colline al confine tra Sannio e Irpinia dove il bosco custodisce ancora silenzi veri. Raccontano che i cani partono all’alba, quando la nebbia si posa tra olmi e pioppi, e che riconoscere un buon tartufo è questione di esperienza e rispetto per la terra. I pezzi arrivano in cucina interi, diversi per forma e dimensione, e la sala si riempie subito di un profumo dolce e profondo che annuncia la stagione. È un tartufo bianco importante, cresciuto in simbiosi con le radici come un segreto antico, destinato a guidare la serata e a farsi filo conduttore tra piatti e calici.
Si parte con Core Rosso 2022, il vino che più di ogni altro racconta il desiderio di Montevetrano di aprirsi a un pubblico più ampio senza perdere identità. Nato nel 2011 come progetto parallelo, Core è l’altra anima della cantina, un Aglianico in purezza che porta nel nome la parola core, cuore, e nel bicchiere la stessa tensione emotiva che ha reso Montevetrano un simbolo. Accanto al Core Rosso si è affiancato negli anni il Core Bianco, nato dall’incontro tra Fiano e Greco, e – piccolo spoiler – è in arrivo anche un Core Rosato, naturale estensione di un progetto che continua a rinnovarsi restando fedele al suo linguaggio.
Nel calice il Core Rosso 2022 è luminoso e profondo, con profumi di amarena, violetta e spezia sottile. Si muove con agilità, accompagna i primi piatti con equilibrio e ritmo. Il bon bon di patate ripieno di provola, gel di zucca e tartufo bianco apre il bosco in tavola, il vino lo segue con passo leggero, bilanciando dolcezza e calore. Poi la battuta di manzo con uovo di quaglia a 62°, gel di provolone e tartufo bianco porta la serata su toni più decisi, con il vino che ritrova in questo piatto la sua struttura naturale e una freschezza che dà respiro al palato.
Il Japan sandwich con Wagyu A5 scottato, funghi porcini, maionese di casa e tartufo bianco segna il passaggio al Montevetrano 2020, blend di Cabernet Sauvignon, Aglianico e Merlot affinato in barrique per 14 mesi. Nel calice si apre un vino giovane ma già compiuto, intenso di ciliegia nera e prugna, con note balsamiche e minerali. La carne ne amplifica la forza, i porcini richiamano il bosco, il tartufo completa la tavolozza aromatica. È un abbinamento di precisione, costruito per consonanza, dove densità ed eleganza si rincorrono senza mai sovrapporsi.
Con il risotto Acquerello al Parmigiano 36 mesi con tartufo bianco e la New York strip con ristretto di Montevetrano, patata morbida concia e tartufo bianco si entra nel cuore della verticale, 2011 e 2008, due annate che raccontano l’essenza più profonda di Montevetrano. La 2011, si rivela nel bicchiere con equilibrio e compostezza, il frutto ancora integro, il legno fuso, il sorso teso ma disteso, capace di unire calore e finezza. A seguire, la magnum del 2008 si impone con la sua profondità, vera protagonista del finale.
Il colore vira appena sul granato ma resta vivo, il profumo è ampio, con frutti rossi maturi, spezie dolci, cuoio e sottobosco. In bocca il vino è vellutato, autorevole, lungo, una prova tangibile della capacità di Montevetrano di attraversare il tempo senza perdere intensità. La sala si ferma per qualche istante e Gaia osserva la bottiglia con la discrezione di chi riconosce in quel vino una parte di sé.
Il Mont Blanc di castagne e tartufo bianco accompagna gli ultimi sorsi. La voce di Carlo Sarrantonio riporta tutti alla concretezza del momento, un ringraziamento alla cucina, al servizio e a chi ha reso possibile questo incontro tra vigna e bosco. La chiusura è silenziosa, il profumo del tartufo si intreccia all’aroma del vino e il tempo sembra sospeso.
Così si apre la stagione autunnale di Scelto, tra piatti che sanno di autenticità, vini che raccontano la terra e mani che lavorano con rispetto. Montevetrano ancora una volta si conferma oltre ogni confine, non più solo un nome legato a un luogo o a un vitigno ma una bottiglia che rappresenta l’Italia intera, un linguaggio del vino che il mondo continua a riconoscere come proprio.
Ristorante Scelto
Via Statale Appia 228, Messercola (Cervino, CE)
www.sceltocaserta.com
Azienda Agricola Montevetrano
Via Montevetrano 3, San Cipriano Picentino (SA)
www.montevetrano.it














