Da anni combatto perchè nei locali campani quando si chiede una bollicina per aperitivo non si riceva l’automatica risposta:”un prosecchino”?
Nulla da togliere al blasonato docg, ma la Campania ha almeno 5 vitigni a bacca bianca che sono un’ottima base spumante, a partire dallo storico Asprinio d’Aversa. Ebbene,ospite del Presidente del Circolo Savoia a Napoli, all’aperitivo serveo un’ottimo Fiano Spumante, dell’azienda Montesole, in arrivo Asprinio d’Aversa che è terminato, e Falnghina Spumante di Astroni.
Al mio sguardo sorpreso, il Presidente mi risponde: sono anni che qui si valorizano i vini campani, quindi anche le bollicine. Evviva!
16 commenti
giancarlo maffi
11 gennaio 2011 - 17:48il titolo mi aveva fatto sperare che al circolo nautico savoia si bevesse solo champagne, di quello buono per giunta. pazienza.
fabrizio scarpato
11 gennaio 2011 - 18:03Me pae ‘na padanada, sia detto di bolina e a randa tutta cazzata (o cazzata random?), e con tutto il rispetto per l’Asprinio.
Una battaglia sarebbe invece da fare con la flotta tutta: abolire il diminutivo. Prosecchino, champagnino, spumantino… non vorrei più sentirli: non fanno più la pomata anti orticaria diminutioidae. Abbiate pietà. Pochina…
giancarlo maffi
11 gennaio 2011 - 18:38sarei completamente d’accordo con te, fabrizio. non fosse che in -ino finisce anche una pratica che certo, mi auguro, non vorrai eliminare dalla vita quotidiana :-)
fabrizio scarpato
11 gennaio 2011 - 18:59Riposino? Spuntino?
marco contursi
11 gennaio 2011 - 19:00sei il solito porcello :-D spero che però in suddetta pratica tu ti limiti alla fase passiva e non altro,magari con personaggi di dubbia sessualità tanto cari a Lapo Elkann e Marrazzo….. :-)))))))))))))))))))))))))))))))))))
giulia
11 gennaio 2011 - 18:30BRAVO FABRIZIO, dovremmo andar in giro per ristoranti , bar, osterie e cantine a fare una CAMPAGNA ANTI “INO”:)
leo
11 gennaio 2011 - 19:11Ma no, volete mica toglierci il nostro ‘ino http://ino-firenze.com/ il miglior “spacciatore” di panini (ecco un altro ino) della Toscana !
Oggi è pure il suo compleanno.. ;-)
michele
11 gennaio 2011 - 18:31sicuramente le scelte del circolo savoia possono essere discutibili ma mi permetto di dissentire sulle possibilità dei nostri vitigni di essere paragonati ai blasonati spumanti e/o champagne in quanto il discorso è di scelte appropiate delle uve per le eventuali basi spumanti , la vinificazione e le relative spumantizzazioni sia di metodo classico che metodo italiano.
giulia
11 gennaio 2011 - 18:40da semi profana , mi permetto di rispondere che almeno tre, se non cinque, dei nostri vitigni, se lavorati correttamente, ovvero decidendo in vigna che dovranno diventare base spumante , hanno ottime possibilità di divenire prodotti di eccellenza, certamente preferirei il metodo charmat. il paragone è ovvio, non regge , parliamo di due prodotti, territori e vocazione vitivinicola, differenti, ergo il paragone non ha proprio ragione di nascere, due cose diverse, punto e basta . i produttori non ambiscono a raggiungere i blasonati cugini, cercano di sfruttare al meglio le potenzialità del proprio territorio:) No offence meant, no offence taken:)
fabrizio scarpato
11 gennaio 2011 - 19:03Sì, ma valorizzare non implica escludere. Fosse per me andrei al circolo con le mie belle scarpe da barca, il bermuda tasconato e il berrettino vintage di Azzurra e ordinerei perentorio un prosecco. Al diniego aprioristico volgerei la prua altrove. Si promuove offrendo e confrontando, non negando. Sì lo so, sto diventando vecchio e banale…
ALBA
11 gennaio 2011 - 19:07l’alter ego di Cino Ricci
leo
11 gennaio 2011 - 19:09Il berrettino d’Azzurra no, quello no ! :-))
claudio nannini
11 gennaio 2011 - 19:55Sul fatto che il prosecco sia ormai nel mondo sinonimo di spumante italiano è noto a tutti. Peraltro si tratta di un fantastico prodotto. Del resto in tempi di crisi come questo che stiamo vivendo, neanche i soci di uno dei più prstigiosi Crcoli Nautici d’Italia come il Savoia, possano permettersi di pasteggiare a Champagne (abbondamente presente nelle cantine del Circolo) Quindi al posto del solito prosecco, senza ino, perchè non offrire e proporre, sulla base di un sano campanilismo, degli ottimi prodotti del territorio?
Condivido poi con Maffi la piacevolezza di quel vino bianco la cui desinenza termina per l’appunto in ino:)
tumbiolo
11 gennaio 2011 - 20:12Fantastico prodotto?
Fantastico prodotto?
No, dico Fantastico prodotto?
“Ma mi faccia il piacere.
Io sono un uomo di mondo…
Parli come badi.
Bazzecole, quisquilie, pinzellacchere.
Ezia e Anzio.
Siamo uomini o caporali “
claudio nannini
11 gennaio 2011 - 21:08Coi tempi che corrono un fantastico” non si nega a nessuno. E poi…siamo decisamente caporali.!
Riccardo Morelli
11 gennaio 2011 - 22:03Il problema non è il Prosecco . Prosecco, come Chianti, Amarone, Taurasi etc. etc. è un termine talmente vasto, omnicomprensivo ed abusato, da volere dire tutto e niente . Ci sono Prosecchi splendidi e, per dirla come il Grande Gino, ignobili ” pocciacchere ” .
L’ importante sarebbe il poter scegliere tra un buon Prosecco, un buon Asprino Spumante etc.etc. senza sottostare ai ” diktat ” del rappresentante di turno o delle ” offerte speciali ” della Metro di turno . Comunque, alla salute !!
Riccardo Morelli
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