Napoli, laboratorio di birre artigianali a Villa Floridiana Ciò bi


I birrai campani

di Marina Alaimo

E’ in corso presso la Villa Floridiana l’evento CIO’ BI, quando cioccolato e birra diventano arte. Il progetto propone un affascinante itinerario sulla birra ed il cioccolato, tra storia, arte e produzione artigianale campana. All’interno del Museo Duca di Martina è stata allestita una mostra articolata in due distinti percorsi: quello dei servizi da cioccolata e quello dei boccali di birra della collezione Placido de Sangro, duca di Martina. Nella sezione dedicata alla cioccolata sono esposte tazze, alzatine e cioccolatiere realizzate tra Sette e Ottocento delle più importanti manifatture italiane ed europee.

Nel percorso dedicato alla birra trovano posto preziosi boccali prevalentemente tedeschi, risalenti al Cinquecento ed Ottocento. Per meglio contestualizzare i temi della mostra, sono in esposizione anche ritratti, nature morte e scene di genere realizzati fra Cinquecento e Ottocento da celebri pittori italiani, spagnoli, tedeschi e fiamminghi. CIO’ BI comprende diversi laboratori del gusto sul tema della birra e del cioccolato, ma anche interessantissimi momenti musicali.

Pino Mandarano, fiduciario Slow Food Napoli con Gianluca Polini

All’ingresso del Museo sono stati allestiti gli stand dei produttori di birra artigianale campana, settore ormai in grande fermento, dove i giovani birrai, carichi di grande entusiasmo e voglia di proporsi, offrono in degustazione le proprie birre. I Microbirrifici artigianali in esposizione sono: AEFFE, BIRRA DI CAPRI, BIRRIFICIO SORRENTO, IL CHIOSTRO, KARMA, MALTOVIVO, MANEBE, MEDATUS’BEER, SAINT JOHN’S.

Domenica 31 ottobre ho partecipato al laboratorio del gusto a cura della condotta Slow Food Napoli, in degustazione le birre Maerzen di S. John,s, L’Oro di Napoli di Maneba e Carminia di Karma. Ha guidato la degustazione Gianluca Polini.


Maerzen è una birra di stile Maerzen prodotta dal microbirrificio S. John’s a Faicchio, delizioso borgo medievale in provincia di Benevento. Questo stile di birra è di origine tedesca, più precisamente bavarese, è stato creato originariamente per una produzione prettamente primaverile. Praticamente le birre Maezen, a bassa fermentazione, rappresentavano l’ultima cotta dell’anno, non essendo possibile effettuare la bassa fermentazione nelle stagioni calde per la mancanza di macchinari capaci di controllare le temperature.

Per ragioni pratiche, nell’ultima cotta dell’anno venivano utilizzate tutte le scorte di malto restanti, per non rischiare che andassero perse, viste le difficoltà nel mantenerle integre in tempi lunghi. Quindi la caratteristica principale di una birra di stile Maerzen è costituita dalla ricchezza in malto, che determina nel prodotto finale un corpo ben strutturato, un grado alcolico piuttosto elevato rispetto alle birre prodotte in inverno. I lieviti utilizzati sono i Bavarian Lager, che conferiscono alla birra una scarsa produzione di esteri e quindi modesta complessità di profumi e sapori, favorendo però una maggiore bevibilità.

I birrai che curano la produzione del birrificio ST. John’s sono tre: Vincenzo Cillo, Mario Di Lunardo e suo fratello Gianni. La birra in questione è frutto comunque di un’interpretazione del tutto personalizzata, i tre birrai hanno voluto accentuare la nota maltata che conferisce al prodotto piacevoli sentori biscottati e dolciastri. Si è poi preferito l’uso di luppoli aromatizzanti, sfavorendo quelli amaricanti. La birra è stata prodotta ad una temperatura di 10° – 14°. Nel bicchiere si presenta di colore ambra, con schiuma avorio, compatta e fine. All’olfatto ha un’intensità media, con note di miele, caramello, leggermente fruttata di pesca gialla, poi fieno dorato. In bocca ha una beva molto piacevole, esprime sottile effervescenza, sa di caramello amaro e miele, ha corpo medio basso. Va degustata in bicchiere Teku. Il costo è di 6 euro più iva.


L’Oro di Napoli del birrificio Maneba è una birra che si ispira ad uno stile Blond Ale. Questo stile nasce in Belgio tra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento, in risposta all’avvento delle prime birre industriali Ceche, a bassa fermentazione, che velocemente invasero il mercato grazie alla grande bevibilità del prodotto. Per riconquistare un proprio spazio di mercato, in Belgio ha ideato una lo stile Gold Apa che si identifica in birre chiare ad alta fermentazione, prodotte con malti chiari, senza l’utilizzo di spezie, rifermentate in bottiglia, non filtrate e non pastorizzate, con corpo medio alto e di facile beva. Tornando all’Oro di Napoli, è di colore giallo dorato, schiuma di colore bianco panna, fine e compatta. Al naso ha buona intensità, esprime decisi profumi agrumati di pompelmo , poi frutto della passione, miele di acacia, luppolo, burro di arachidi. In bocca ha buona freschezza, ha effervescenza sottile, di buona tendenza amara, di medio corpo, è lungo il finale sui toni di pompelmo e luppolo. Va degustata in bicchiere Teku ad una temperatura di 7° – 8° C. Il costo è di 6 euro più iva.


303 Red di Medatu’s. Il birrificio ha sede a Vitulano in provincia di Benevento. Questa Red si ispira allo stile belga delle Dubbel, nel quale la caratteristica predominante è quella di mettere in prevalenza un corpo ben strutturato. Il colore è tipicamente bruno per l’utilizzo di malti tostati e lunghi periodi di bollitura del mosto.

Le Dubbel nascono nei monasteri trappisti, alcuni esempi identificativi di questo stile sono le Westvleteren 8 e le Westmalle Dubbel. La 303 Red è di colore ambra scuro con riflessi ramati, la schiuma ha trama fine e persistente ed è di colore avorio. Al naso è ampia , esprime note dolci di malto, fruttate di banana e mela cotogna, poi miele di castagno, carrubo e caffè. In bocca è orientata su note delicatamente dolci con sentori di cotognata che lentamente lasciano emergere le tonalità amare, è leggermente tannica e di lunga persistenza, di medio corpo. Da bere in baloon a 10° – !2° C.



Carmina di Karma, Alvignano (CE). Le birre di Karma sono difficilmente riconducibili ad uno stile canonico in quanto il birraio Mario Cipriano personalizza fortemente la sua produzione attraverso l’utilizzo di spezie, ricercate spesso nel proprio territorio. Ad esempio la Lemon Ale viene prodotta con i limoni di Sorrento oltre che con cannella, cardamomo, pepe rosa, zenzero, rosa canina. La birra Carmine è forse l’unica riconducibile ad uno stile, l’APA, ovvero American Pale Ale, tipicamente caratterizzato da importanti dosi di luppolo di provenienza statunitense. Questi luppoli conferiscono alla birra tendenzialmente profili aromatici agrumati ed un potere amaricante deciso. Carmina è prodotta con quattro tipi di malto caramellato e leggermente tostato, Pilsner, Cristal, Cara Pils e Cara Munich. Cinque sono le varietà di luppolo americano: Cascade, Sim Coe, Wilamette, Amarillo e Columbus. E’ una birra ad alta fermentazione , 4° – 6° C., viene rifermentata in bottiglia con aggiunta di zucchero di canna del circuito equo solidale. Si presenta nel bicchiere di colore ambra con riflessi aranciati, la schiuma ha trama fine e persistente, di colore avorio. Al naso è intensa e complessa, prevalgono i profumi agrumati di pompelmo e chinotto, poi mela cotogna, caramello, resina, delicate le note speziate di pepe e noce moscata. Al palato è leggermente tannica, ha un buon equilibrio tra le note dolci e quelle amare, di lunga persistenza sui sentori agrumati, è sottile la carbonazione ed ha buona struttura. Da bere in pinta ad una temperatura di 10° – 12°. Prezzo 6,50 euro più iva.


CIO’Bi è stato realizzato dalla Sovraintendenza con la Regione Campania. Parteners istituzionali: Ais Napoli, Slow Food, Babette, MoBI, Belgian Beer Ambassador & Zythollog, ITIS Marie Curie. La manifestazione è ricca di momenti interessantissimi e durerà fino a domenica 7 novembre. Per informazioni e prenotazioni chiamare il numero: 848800288.
Parco di Villa Floridiana e Museo Duca di Martina, via Cimarosa 77. via Aniello Falcone 171 Napoli. www.plomusealenapoli.beniculturali.it

5 Commenti

  1. grazie di cuore a Marina e Luciano per l’attenzione e l’accoglienza che danno ai birrifici campani.

  2. birre si, ma…. a quando il racconto della Sezione Cioccolata e di qualche maitre chocolatiér? amiche napoletane raccontano di tazze, tazzine e cioccolatiere meravigliose al museo della ceramica!

  3. @Virginia. Credimi non ho proprio avuto il tempo di farlo, il laboratorio sulle birre ha assorbito tutto il mio tempo a disposizione. Ne sono rammaricata in quanto la storia ha sempre il suo peso ed il suo fascino. CIO’BI è una iniziativa validissima perchè appunto coniuga felicemente l’aspetto culturale, storico, artistico con le eccellenze della produzione brassicola e cioccolatiera della nostra splendida Campania. Anche la scelta della location è ben centrata, da la possibilità al visitatore di trascorrere una giornata circondato dalla bellezza, dalla cultura, che fa sempre bene, e dal piacere della gola. CIO’BI ci sarà ancora per due settimane.

  4. Mi unisco a Simone ringraziando anche io per l’attenzione e la visibilità che date ai birrifici campani

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