Napoli, Pescheria Mattiucci a Chiaia: i primi ad inventare la formula vendita e cucina vent’anni fa


Napoli, Pescheria Mattiucci

di Mariangela Barberisi

In Vico Belledonne a Chiaia c’è un piccolo locale che ospita da 24 anni i fratelli Mattiucci, con alle spalle una tradizione di uomini di mare, non una semplice pescheria ma una vera e propria università del mare! «Noi modifichiamo il menu due volte al giorno e lo realizziamo la mattina in base al pescato – ha spiegato Gennaro, anima della pescheria – la nostra ricetta simbolo è il crudo. I nostri prezzi non sono calibrati su quelli della maggior parte delle altre pescherie in città perché i nostri pescatori fanno uno sforzo in più, la scelta del pesce è sempre limitata.

crudi

Non lanciamo le reti e raccogliamo tutto quello che c’è, ma in mare facciamo una pesca ridotta e pensata. Il periodo autunnale è perfetto per portare a tavola palamite e lampughe, da accompagnare con pomodorini rossi e gialli del Piennolo, olive nere e capperi». Tutto è iniziato il bisnonno Salvatore Mattiucci.

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E poi una immagine scoperta per caso da Gennaro che risale alla fine dell’800. Poi il nonno Luigi, e la scelta di aprire una pescheria ai Quartieri spagnoli con il papà Salvatore. La raccolta di foto d’epoca del 1890 color seppia nell’antichissimo Archivi Alinari mostra la bellissima fontana di via Santa Lucia con una serie di postazioni per vendere pesce e frutta e tra questi c’è il banco di Salvatore Mattiucci. Una ricostruzione storica e fotografica che Gennaro e il fratello Francesco mostrano con orgoglio.

Napoli, Pescheria Mattiucci

I fratelli lavorano fianco a fianco da molti anni e il loro entusiasmo contagia tutti. A pranzo, per l’ora dell’aperitivo e a cena, in tanti arrivano da ogni parte del mondo per provare i crudi e gli assaggi di ricette che hanno le tradizioni di Napoli ma anche di tutti i luoghi che Gennaro e Francesco portano nei piatti. Dall’America a Londra, da Berlino a Milano, hanno assorbito usanze e sapori e li hanno portati nel cuore di Chiaia. «Qui i nostri clienti sanno che abbiamo un approccio conoscitivo, di scoperta delle materie prime – hanno spiegato i due fratelli – raccontiamo il taglio e il sapore, il perché abbiamo scelto una spezia piuttosto che un’altra. L’abbinamento al vino è studiato. All’inizio molti clienti mi chiedono una azienda vinicola piuttosto che un’altra ma io consiglio sempre il vino adatto a ciò che c’è nel piatto». In vico Belledonne a Chiaia 27 c’è il posto preferito dagli americani ma l’Oriente è anche di casa. Un giorno hanno scoperto che una cliente innamorata della Pescheria Mattiucci era in realtà una food-blogger giapponese e il racconto di questa esperienza è finita tra le pagine di una guida. E da Napoli portano il crudo anche lontano con catering da organizzare a Berlino e in altre aree del nord Europa.

Napoli, Pescheria Mattiucci

Un abbinamento molto amato dai clienti, non solo stranieri, è quello composto da una tequila speciale: si chiama Clase Azul Tequila Reposado e già la confezione racconta la specialità di questa bevanda, ogni bottiglia è un’opera d’arte, dipinta a mano, e i Mattiucci preparano un percorso di degustazione, a partire dal pesce, di solito quello crudo, per poi sorseggiare la tequila. Non si acquista semplicemente pesce da cucinare, non ci si siede per riempire la pancia, si comprende il tipo di pescato, i clienti chiedono consigli sulle ricette, chi si accomoda, che sia inglese, americano, giapponese o campano, si è direttamente iscritto ad un corso veloce di degustazione.

Napoli, Pescheria Mattiucci

«Ogni taglio è diverso – racconta Francesco – il mondo orientale si affida a noi e ci apprezza perché i tagli del crudo sono perfettamente geometrici». La linea è sempre semplice, accompagniamo al piatto a tavola olio extravergine, sale arancia e limone. E non può mancare la frutta esotica. L’avocado, il mango i mirtilli, i frutti di bosco e ancora l’insalata e la frutta secca come il pistacchio, le mandorle e le noci.

Napoli, Pescheria Mattiucci

Un mix di sapori di tutta la terra in una sola portata. Entrambi sono papà e i loro figli sono una presenza gioiosa in pescheria. «Per noi questa non è “la fatica” alla napoletana, noi ci svegliamo all’alba e siamo felici. Sempre entusiasti di scrivere un nuovo menù, e pronti ad accogliere persone di tutte le età e nazionalità. Con semplicità e consapevolezza offriamo al cliente una materia sempre fresca, controllata e condita con un po’ di fantasia. Siamo felici».

 

Scheda del 27 ottobre 2008

Pescheria Mattiucci

Vico Belledonne a Chiaia, 27
Tel. 081.2512215
Via Emanuele de Deo, 89
Tel. 081.411081
Aperitivo serale martedì, giovedì e venerdì dalle 19 alle 23
A pranzo dal martedì al sabato
www.pescheriamattiucci.com

Luigi Mattiucci non ha certo aspettato la crisi per trasformare il concetto stesso di pescheria, ossia di un luogo dove in genere al massimo il pesce viene pulito e venduto. Da almeno un paio di anni infatti la sera il locale si trasforma e diventa un posto dove poter mangiare un po’ di pesce crudo, o cotto velocemente bevendo un buon bicchiere di vino bianco. Siamo nel cuore salottiero di Napoli, a cento metri da Piazza dei Martiri e l’iniziativa ha avuto successo, tanto che l’offerta si è arricchita passando dalla semplice proposta di un piatto di crudi ad un po’ di cucinato che varia, ovviamente, a seconda delle disponibilità: tanto per citare, involtini di spada e zucchine, trecce di pesce bandiere, polpo all’insalata.

E ancora: a pranzo paste con il pesce, possibilità di ordinare l’asporto, servizio di cucina in casa se richiesto. Infine qualche prodotto, come il tonno in vetro e le alici sfilettate. Così Luigi, figlio d’arte di una attività iniziata dal nonno nell’immediato Dopoguerra, fa girare il pescato e garantisce la freschezza della materia prima ben sapendo che il rapporto con la pescheria deve essere personale e di fiducia, come con il gioielliere. Buona anche la proposta di vino, ci sono moltissime mezzine (mezze bottiglie da 375 cl) e la scelta è ampia e variegata. In bella vista ostriche e tartufi di mare assolutamente irresistibili. Si consuma tutto velocemente stando in piedi, proprio come al bar ed è sicuramente una delle soste più piacevoli e salutari da fare in città.

Una idea semplice e fulminante, la pescheria come luogo di ritrovo, anche un po’ mondano, perché no. Il servizio è giovanile, c’è sempre un po’ di musica di sottofondo, e molto professionale con i ragazzi che spiegano nel dettaglio a ogni cliente quello che servono. Bel presidio del gusto, si mangia senza sensi di colpa perché non c’è niente che faccia bene al nostro organismo quanto il mare.
I costi: un piatto di crudi sta 12 euro, togliendosi qualche altro sfizio con 20, 25 euro vi sarete divertiti e rimpinzati a sufficienza.

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