Napoli,il Gambrinus lancia il gelato alla birra


Gambrinus - Gelato birra

Gambrinus – Gelato birra

Gran Caffè Gambrinus, per l’estate 2020 nasce il gelato alla birra e  poi il ritorno alla tradizione: zuccotti, spumoni, coviglie e il gusto “violetta” della principessa Sissi

Estate fa rima con gelato. E allora al Gran Caffè Gambrinus di Napoli – che rientra nell’associazione Locali Storici d’Italia e ha compiuto da poco 160 anni – ecco un nuovo gusto che sa di tradizione: “Gambrinus”, il gelato alla birra servito su cono e in coppetta (con l’aggiunta di panna e sbriciolata di frolla salata) oppure in monoporzioni – come fossero semifreddi da portare anche a casa – con alla base sempre la sbriciolata di frolla salata e poi lo strato di gelato alla birra e quello di panna, il tutto preparato dal team guidato dal pasticciere Stefano Avellano.

Gambrinus - Gelato birra

Gambrinus – Gelato birra

Una novità sempre all’insegna della tradizione visto che il “Gran Caffè Gambrinus” deve il suo nome al leggendario re delle Fiandre, inventore della birra. Lo storico locale fu chiamato così con l’intenzione di fondere nell’immaginario le due più famose bevande d’Europa: la birra, nordica, bionda e fredda e il caffè scuro, bollente, piacere tipicamente napoletano.

Non solo gelato alla birra: l’estate 2020 segna il ritorno alla semplicità con un pizzico di rimando alla storia. Nel banco gelateria e nelle vetrine refrigerate, tra gli affreschi dell’Ottocento e le volte dipinte c’è sempre il gusto violetta dedicato alla principessa Sissi assieme alle creazioni che spopolavano negli anni Sessanta e Settanta come gli spumoni, lo zuccotto o la coviglia, tanto amata dalla scrittrice Matilde Serao (frequentatrice del Gambrinus, che le cita nel romanzo il Paese di Cuccagna). Il gelato è senza dubbio un alimento che ha fatto storia, che accontenta grandi e bambini, insegue le mode ma resta un grande e intramontabile classico.

Il suo potere nutrizionale lo indica come un sostituto del pasto, se si scelgono gusti della gamma di creme, o come uno spuntino veloce e light o intermezzo pomeridiano se si va su quelli a base di frutta. Del gelato alla violetta che il Gran Caffè Gambrinus ha offerto per la prima volta sul finire dell’Ottocento alla principessa d’Austria si rincorrono storie tramandate da generazioni, condite di minuziosi particolari che riportano al tempo che fu.

E ancora oggi nella bella vetrina del Caffè in piazza Trieste e Trento soprattutto nella stagione estiva è possibile trovare il gusto delicato che conquistò la bella imperatrice d’Austria durante la sua tappa a Napoli, dove approdò con il suo yacht l’11 novembre 1890. Dopo aver comprato dagli artigiani pezzi in corallo, tartaruga, porcellane, argenti, pastori, mangiò il gelato al Gambrinus: quello alla violetta, dal colore tenue e dal sapore intenso a base di latte, panna e liquori aromatici.

“Fu attratta come tanti letterati e artisti del periodo – spiegano oggi i fratelli Antonio e Arturo Sergio e Massimiliano Rosati, titolari del Gran Caffè Gambrinus – dall’atmosfera della belle epoque che emanava il locale, dagli arredi così importanti, dai velluti e dalle luci voluti dall’imprenditore Mariano Vacca che aveva aperto il Gambrinus ispirandosi al caffè Vacca presente in villa Comunale a Napoli, ammirò i dipinti dei pittori dell’Ottocento a cui in seguito se ne sarebbero aggiunti tanti altri e ovviamente gustò la sua coppa di gelato. Per ricordare quella visita continuiamo a preparare il gelato alla violetta accanto ai nuovi gusti e abbiamo pensato anche quest’anno di riproporre i gelati di una volta visto che c’è bisogno di riassaporare la semplicità di ingredienti genuini. Credo che zuccotto, coviglia e spumone, per citarne alcuni, saranno intramontabili semifreddi molto richiesti quest’estate”.