Pioppi ha la sua prima vigna di Fiano con l’azienda agricola Lesche: storia del recupero ambientale di una delle colline più belle del Cilento
di Luca Matarazzo
Nel cuore del Cilento, patria della dieta mediterranea, il medico imprenditore Emanuele Aliperti insegue il sogno di impiantare nuove vigne ed olivi sulle colline di Pioppi.
Una storia di salvaguardia ambientale e di presidio del territorio, con nuova linfa a terreni che erano preda di arbusti secchi – in dialetto chiamati lesche – e di incendi durante calura estiva. Non solo: l’impegno incessante di Aliperti nel terrazzare l’intero podere, con oltre 1000 metri di muretti a secco in quasi 8 anni di lavori, suscita apprezzamento e commozione. Troppe volte si realizza solo a parole ciò che invece necessita di sacrificio fisico ed economico.
Recita un motto quanto mai veritiero che “chi vuol fare fa e chi non vuole fare manda”; Emanuele, una vita da nefrologo trascorsa a curare i pazienti, ha atteso il momento di andare in pensione per riprendere in mano le redini del proprio destino. Spinto dai ricordi d’infanzia, quando da ragazzo aiutava i nonni nel piccolo podere di famiglia poco distante da Nola, ha scelto Pioppi per scommettere sull’attività di agricoltore. «Cercavo un luogo che potesse soddisfare il mio amore per il mare e la montagna – racconta – e osservando tali spazi meravigliosi, ancora selvaggi e incolti, pensavo a quanto fortunate fossero le capre che lì pascolavano».
L’emozione è ancora forte e vivida nei suoi occhi, ora che la parte più difficile dell’avviamento sembra essere finalmente superata. Si fa sul serio con il primo imbottigliamento del suo IGP Fiano Paestum “Clite” 2024 dedicato al mito greco della regina di Micene e madre di Oreste, a cui Dioniso insegnò l’arte del vino. La prima donna viticoltrice simbolo della prima vigna di Fiano di queste terre. Appena mezzo ettaro vitato con esposizione da nord/sud in perpendicolare alle coste turchesi di rara bellezza.
Identico il futuro appezzamento da impiantare questa volta in parallelo alle vallate circostanti e sempre su terreni costituiti da argille scagliose, il cosiddetto flysch cilentano. «Bisogna valorizzare la natura circostante e la cultura di luoghi ricchi di storia – prosegue Aliperti – qui ho riportato la vite, ma non solo, anche 400 piante di ulivi con le rare cultivar Bianca del Cilento e Salella dalle quali produrrò a breve olio extravergine d’oliva in purezza». E poi immancabili gli alberi di fico e qualche pianta di finger lime e mandarino cubano a completare la macchia che circonda il plesso aziendale. Al momento le circa 500 bottiglie del Clite vengono prodotte nei locali della cantina Polito, utilizzando solo contenitori d’acciaio e breve sosta sulle fecce fini per lasciare integre le sfumature calde e officinali della varietà.
Un gustoso abbinamento possibile con il tortello fatto in casa, farcito da gamberi rossi di Acciaroli su salsa alla panna acida ed erba cipollina, creato dallo chef Costantino Pezzuti del ristorante Suscettibile a Salerno. I fratelli titolari Antonio ed Enrico Morinelli hanno creduto a tal punto nel progetto da acquistare l’intera produzione, per i propri locali, della prima storica annata di un “nuovo figlio” di Pioppi.





