Pizza con wurstel e ketchup: accontentare i propri figli avvelenandoli in pizzeria
Uno dei luoghi comuni rovesciati solo negli ultimi anni è che sulla pizza ci devono andare alimenti di qualità.
La feccia dei locali, invece, ha diffuso l’idea, accettata da molti consumatori, che sulla pizza ci possa andare ogni cosa tanto è “buona comunque”.
Sui margini di dieci, quindici centesimi, dunque, spesso si consumano le peggiori nefandezze, dalle paste congelate al pomodoro cinese, alle cagliate tedesche e altro ancora. A Napoli come nel resto d’Italia.
Ma il rovescio della medaglia è anche una pasoliniana perdita d’identità palatale da parte dell’italiano medio.
Sul blog del Mattino racconto di una mia esperienza recente in una pizzeria di fresca apertura dove i bravi titolari, appassionati di prodotti di qualità e presidi Slow Food, sono stati costretti ad introdurre anche wurstel e ketchup per non vedere parte i genitori lasciare il tavolo dopo il diniego alle richieste dei loro figli.
La cosa più incredibile è il completo rovesciamento di prospettiva: prima i genitori educavano i figli al meglio possibile tenendoli lontano da prodotti industriali pieni di conservanti e coloranti di cui poco si conoscono gli effetti sul lungo termine.
Ora la soglia di percezione del pericolo si è talmente abbassata, che questi si comportano in modo anomalo. Come prendere i propri figli, allontanarli dall’aria pura di un prato e farli respirare in tunnel cittadino perché a loro piace guardare le macchine e non il mare.
Siamo all’origine della crisi? Penso proprio che questo sia il nodo di tutto: una educazione premiale a prescindere.
10 Commenti
I commenti sono chiusi.
terrificante…ma questa terribile ignoranza e scellerataggine non può essere solo figlia della televisione….
Però si può fare una buona pizza anche coi würstel e le patatine,basta scegliere un buon prodotto artigianale e delle patate non congelate.Recentemente ben due pizzerie famose mi hanno chiesto dove reperire un buon würstel artigianale che non ha nulla a parte il nome in comune con quelli industriali
Sono d’accordissimo, andate a mangiare la pizza al MCDonald’s…svergognati
Grazie Luciano!
Ho deciso che stamperò la tua riflessione e la metterò nel locale, come monito per i futuri clienti. Voglio anche raccontarti cosa è successo stasera: chiama una cliente, ordina delle pizze da asporto ed una porzione di patatine, tutto entusiasta le dico che erano state pelate da poco. La signora completa l’ordine chiedendo della maionese.
Oggi non mi meraviglio più, ma nemmeno mi arrendo. Così come non mi arrendo a questa crisi che ci hanno messo nelle tasche ed in testa, soprattutto in testa. Così come non mi arrendo quando mi dicono “tanto è buona lo stesso”. Io combatto, come me tanti altri, per essere il cambiamento che voglio vedere intorno a me. Non lasciamoci togliere la speranza.
PS: Il mio mito resta una ragazzo che mi disse:
Ed io:
:-)
Grazie Luciano!
Ho deciso che stamperò la tua riflessione e la metterò nel locale, come monito per i futuri clienti. Voglio anche raccontarti cosa è successo stasera: chiama una cliente, ordina delle pizze da asporto ed una porzione di patatine, tutto entusiasta le dico che erano state pelate da poco. La signora completa l’ordine chiedendo della maionese.
“Signora la maionese non l’abbiamo. Siamo contro.”
“E vabbè… allora dite al ragazzo di passare in salumeria a prendermela”
Oggi non mi meraviglio più, ma nemmeno mi arrendo. Così come non mi arrendo a questa crisi che ci hanno messo nelle tasche ed in testa, soprattutto in testa. Così come non mi arrendo quando mi dicono “tanto è buona lo stesso”. Io combatto, come me tanti altri, per essere il cambiamento che voglio vedere intorno a me. Non lasciamoci togliere la speranza.
PS: Il mio mito resta una ragazzo che mi disse:
“Guagliò nun ce sta niente dda fà, e patatine congelate so nata cosa!”
Ed io: “E comme aggia fà?! Io ‘o congelatore non lo tengo…”
:-)
E’ un vero problema, snaturare una specialità come la pizza che dev’essere un piatto sostanzioso ma nello stesso tempo leggero ed in adequazione con l’esspressività agroalimentare di un determinato territorio. Sulla pizza non ci va l’emmental o il gouda o che ne so, ci va un formaggio fresco a pasta filata tale che fiordilatte o mozzarella…basta.
Prodotti locali in conserva o freschi a seconda delle stagioni.
Io che la voro nel settore della distribuzione di prodotti alimentari italiani in Francia mi ritrovo molto spesso confrontato
…pardon…dicevo : confrontato a elle aberrazioni che le patatine ed i wurstel forse é laa cosa meno grave, ma non per questo ammessa. Il camembert, l’époisse, per non parlare del foie gras o del filetto d’anatra ecc, sono ingredienti che su ritrovano spesso. Puo’ anche darsi che il successo della pizza all’estero risieda proprio nel fatto che la sua “universalità” é dovuta al fatto che é una specialità che si adatta a tutte le situazioni, ma anche se non siamo a Napoli, gli ingredienti di una buona pizza devono avere le caratteristiche e l’equilibrio di una pizza presa a via Stella, per esempio.
Ma oggi i prodotti per eseguire una buona cucina, o pizza, all’estero sono tutti disponibili, almeno in Europa e negli USA, per quanto riguarda i legumi anche, quindi non resta che informare, come faccio io nel mio lavoro piu’ un blog in francese al quale mi dedico da qualche mese, e formare con tutti i mezzi.
http://www.carmine-formisano.fr
Ho l’impressione che tra un pò ci sarà qualche “scaltro” commerciante che importerà dagli Usa lo scandaloso formaggio Cheddar!
che disastro…
Siamo alla frutta ormai! Mi consola leggere questi articoli di persone che vivono in grandi realtà,di gran cultura, che non si lasciano condizionare da ciò che vuole oggi la società, consumismo, industrializzazione, ma che sognano come me città migliori niente auto, tanta aria da respirare, tanto spirito di sacrificio e cibo migliore. ONORE A VOI
Ciao ! ho lavorato come pizzaiolo a Palma de mallorca ..e il titolare mi ha spiegato che è il cliente che paga ,non mi obbliga a mangiare i suoi INTRUGLI richiesti e quindi …..Non mi squalifico io come pizzaiolo !!