Preso per il capocollo, come l’ultimo degli sprovveduti


Capocollo

Capocollo

di Marco Galetti

Sono stato preso per il capocollo, come l’ultimo degli sprovveduti.

Scrivo in leggera differita questo sfogo, senza peraltro segnalare il nome del locale, lascio ai leoni di tastiera questo atteggiamento vendicativo, ma manderò questo articolo, una volta pubblicato, a chi oggi si è comportato in modo sgradevole&ingannevole.

Un bel locale, accogliente, caldo, mise en place curata, personale gentile, attento, ottimo rapporto q/p, acqua e coperto inclusi nel prezzo, notevole la scelta dei vini, una felicissima mano in cucina che può essere ferro&piuma, come piace a me.

Un bel tavolo d’angolo, appartato ed elegantemente apparecchiato, era stato riservato a mio nome, la mia ospite ha scelto un menù business lunch, composto da due piatti calice di vino e caffè, mentre io ho optato per un piatto alla carta, un calice di vino e un caffè.

In cucina non hanno sbagliato nulla, ottimo il primo piatto, una lasagnetta con cime di rapa e formaggio così come il filetto di scorfano con cavolo nero su letto di crema di patate, i due piatti scelti da chi mi accompagnava.

Il capocollo di maiale con purè di carote e zenzero, quello della foto in apertura di post, la mia scelta, è uno dei piatti meglio eseguiti e da me degustati recentemente, tutto è andato e stava andando nel migliore dei modi.

Allora mi chiedo perché, dopo avermi preso il cuore con il capocollo, presentandomi il conto mi abbiano preso per il cul@ come l’ultimo degli sprovveduti, mettendomi in conto anche il calice compreso nel business lunch…

A dir la verità, dapprima ho pensato ad una semplice svista, ma quando l’ho fatto presente, mi sono sentito dire che il vino servito alla mia ospite, che non abbiamo scelto e che ci è stato portato al tavolo direttamente nel calice (della bottiglia nessuna traccia) era uno Chardonnay, che per quanto mi riguarda è un po’ come non aver detto niente, in fondo stiamo parlando di niente, cinque euro, ma è l’atteggiamento che non va, me lo devi chiedere se intendi servirmi un vino che ha un costo rispetto ad un vino che non ne ha essendo compreso nel menù business.

A proposito, quel calice avrebbe potuto offrirmelo, chi mi aveva pubblicamente ringraziato per un mio precedente articolo su questo locale, ma correttezza&riconoscenza sono concetti oscuri, io, di contro, credo di essere stato abbastanza chiaro e come sempre ho pagato il mio conto, pur non avendo messo in conto l’aridità.

4 Commenti

  1. Io in situazione simile mi tirai la questione…. e i 10 euro restituiti li lasciai alla bella cameriera.

  2. Diritto di replica.
    Mi ha scritto il titolare dicendomi che non era assolutamente sua intenzione ingannarmi (gli credo) quanto piuttosto cercare di darmi il meglio e di essere stato uno str… per non avermi offerto quel calice.

  3. Scuse postume e che lasciano il tempo che trovano: 1) non puoi cambiarmi il vino e farmelo pagare sennò dove sta la gentilezza 2) se mi dai un altro vino me lo versi davanti e non fai venire il calice già pieno. 3) hai fatto una pessima figura, te ne sei reso conto?ok mi inviti a cena per riparare. L’ha fatto? No??? Ok,allora scuse di facciata e io non ci metterei più piede…

  4. Io invece credo al titolare che mi è sembrato trasparente nella sua risposta ma, evidentemente, anche per me è capitolo chiuso

I commenti sono chiusi.