“Profumi d’Autunno”, la pizza firmata Pizzeria Da Attilio ha stregato La Notizia di Enzo Coccia
Una serata benefica all’insegna della pizza, dell’amicizia e della solidarietà tra due famiglie simbolo dell’arte bianca napoletana, unite per sostenere l’Ospedale Santobono.

Andrea Coccia, Attilio Bachetti, Enzo Coccia, Mario Bachetti, Marco Coccia – Pizza, una questione di famiglia
di Tonia Credendino
Napoli, 13 ottobre 2025, certe sere a Napoli sanno di forno acceso e di cuore pieno. Il profumo che ha riempito la sala era quello di Profumi d’Autunno, la pizza firmata Pizzeria Da Attilio, che ha conquistato tutti in una serata a scopo benefico. A fare gli onori di casa Enzo Coccia, maestro e anfitrione generoso, affiancato dai figli Andrea e Marco. Ospiti speciali Attilio Bachetti e il figlio Mario, due generazioni che portano avanti, con discrezione e forza, la storia di una delle pizzerie più amate di Napoli.
L’evento, parte del ciclo “Pizza, una questione di famiglia”, ha raccolto fondi a favore dell’Ospedale Santobono, confermando quanto la pizza, a Napoli, sia ancora un linguaggio capace di unire, curare e commuovere.
Alla Pizzeria La Notizia 53, in via Michelangelo da Caravaggio, si respirava quell’aria che solo Enzo Coccia sa creare, frenesia, passione, calore. Ogni suo evento è una festa vera, un momento in cui la pizza torna a essere gesto e comunità. Accanto a lui Attilio, pizzaiolo di terza generazione, signore dell’impasto alla Pignasecca, con il figlio Mario, presenza silenziosa ma piena di luce. C’è una dolcezza rara nel vederli insieme, il padre che dosa, il figlio che intuisce, e il forno che diventa testimone di un’eredità che non si misura in anni ma in dedizione.
Attilio è un uomo che non si concede troppo alle parole, parla con la farina. Nelle sue pizze c’è misura, nelle sue mani un rispetto quasi sacro per il mestiere. Le sue creazioni hanno quella naturalezza che non si inventa, si coltiva. Come dice chi lo conosce bene, “fa la pizza come fosse sempre la prima volta”. È il segreto di chi vive il forno come un’estensione del cuore.
La serata è iniziata con piccoli morsi di felicità, bacetti di pasta di pizza con rucola, ricotta di bufala Campana DOP e provola di Agerola. Morbidi e fragranti, hanno aperto la strada alla purezza degli assaggi di mozzarella del Caseificio Il Casolare di Mimmo La Vecchia, artigiano di un altro tempo, voce antica di un mestiere che resiste. Ricotta, trecce, nodini, formaggi freschi, tutto profumava di erba e pascolo, di latte vero, di mani pazienti.
E poi, lei, Profumi d’Autunno con Crema di finocchio, aglio nero, fiordilatte di Agerola, pangrattato croccante, finocchietto fresco e pepe nero. Una pizza che osa togliere per aggiungere, che non ha bisogno del pomodoro per farsi amare. La focaccia di Enzo Coccia, crema di zucca, mozzarella di bufala e ventresca abruzzese, una carezza e una scossa insieme.
Contaminazioni di Attilio, fior di latte di Agerola, crema di cavolfiore, papaccelle, olive fritte e salsa verde, una tavolozza di sapori che gioca tra dolce e amaro, tra memoria e modernità.
E poi lei, la regina, la Margherita, quella che non serve raccontare, pomodoro San Marzano DOP, fiordilatte, basilico e olio extravergine, un ritorno a casa.
Il dolce ha chiuso il cerchio con la cassata napoletana, pasta frolla, ricotta di bufala e gocce di cioccolato e un arrivederci che sapeva di infanzia e di festa.
A dare ritmo e luce al tutto, i Trento DOC Dolomis, Brut Nature Riserva 2018 e 2020. Bollicine di montagna, 100% Chardonnay, eleganti, minerali, con note di crosta di pane, gesso e agrumi. Hanno danzato tra i sapori come se fossero nati lì, in Campania. Un incontro tra nord e sud che ha ricordato quanto la pizza, oggi, possa dialogare con tutto, anche con lo spumante più austero, se c’è armonia.
A fine serata, bicchieri alzati, sorrisi veri, mani che si stringono. Nella sala gremita, tra una risata e un brindisi, Napoli ha raccontato sé stessa, generosa, entusiasta, capace di fare rete senza fare rumore. Profumi d’Autunno ha conquistato tutti, non solo per la bontà, ma per l’anima che c’era dentro. E in quell’anima c’erano due famiglie, due forni, due modi diversi ma uguali di amare la pizza, con rispetto, con cuore, con verità.
Prossima “Pizza, una questione di famiglia” e ultima data da non perdere, il 10 novembre, lo sguardo si allargherà alla Toscana, perché sarà la volta di Pierluigi Police e del figlio Gennaro, custodi della pizzeria ‘O Scugnizzo di Arezzo.
Foto credit: Antonio Florio – F.L.O. Agency srl








