Progressive Cooking by Fabrizio Scarpato: cibo, musica e ricordi contaminati


In una classica sera d’estate, mentre ti aggiri sciabattando le infradito, ti arrivano all’orecchio quei due o tre accordi, qualcosa di già sentito, di già vissuto. Trangugi il gelato che doveva esser da passeggio e entri nell’arena: ingresso gratuito, concerto rock anni settanta.

Non fai in tempo a sederti, anche un tantinello diffidente, che questi ti piazzano una dietro l’altra Dolceacqua, Impressioni di Settembre e Gioco di Bimba. Drànghete, la sedia non ti basta più: Delirium, PFM, Orme e ancora Banco, Battiato, Osanna, lievitando al ritmo epico di una batteria straordinaria fino al sommo finale col muro di suono dell’Adagio dal Concerto Grosso dei New Trolls e Bourée dei Jethro Tull. Colpito e affondato.

Quaranta anni fa erano alieni, capelli lunghi, jeans a zampa d’elefante e camicie barocche: ma il Progressive Rock è ancora vivo e vegeto”. Qualche giorno dopo La Repubblica mi avverte che noi nella sperduta provincia non stavamo nostalgicamente sognando: l’avventura continua davvero.

Leggo le parole di Steve Hackett dei Genesis: “il prog rock è vivo perché continuiamo a comunicare, a ricercare. E a rischiare. La nostra musica è creativa, passionale: e l’oggetto del desiderio del pubblico è l’emozione”. Un viaggio oltre i confini della forma canzone, alla faccia della musica usa e getta, dei passaggi radiofonici e di tutti i talent show.

Mauro Pagani, dalla PFM a De André, rincara la dose: “Una contaminazione, in cui ogni linguaggio musicale ha una importanza paritetica, ovvero tutto può essere usato per fare rock: il blues, la classica, il jazz, per poi pescare da letteratura, cinema e pittura”. Libertà espressiva, musica totale che trova nuovi interpreti capaci di guardare alle comuni radici per andare avanti.

Ma… stiamo parlando di musica? E se si parlasse di cucina? O di entrambe le cose?

Perchè quelle parole suonano come un possibile manifesto della cucina contemporanea: progressive cooking, cucina progressiva.

Viaggio a ritroso, back to the future, memoria e ricerca, contaminazione e evoluzione, rischio e oblio, qui e altrove, dolce e salato: tortellini che ricercano la loro panna rincorrono linguine assetate di mare. Nel mezzo trivellazioni, erosione di emozioni in continuo divenire. Progressive Cooking.

Sullo sfondo il flauto di Ian Anderson appollaiato su un piede solo, o l’assolo di tromba di Mark Charig in Islands, King Crimson:

Beneath the wind turned wave
Infinite peace
Islands join hands
‘Neathe heaven’s sea

Le isole, sotto il mare tempestoso, si danno la mano, pace infinita. Gioia. Contiguità e continuità. Emozioni in cerca di una verità e di una semplicità da cui ogni volta ripartire:

Earth, stream and tree return to the sea
Waves sweep the sand from my island,
from me.

Alla fine, sarà bello trovare ristoro in una contemporanea e accogliente Court of the Crimson King e, soprattutto, rendere ognuno omaggio goloso a the King, al proprio Re.

3 Commenti

  1. I ricordi di Fabrizio sono più lontani dei miei anche se li rammento anch’io e gli accostamenti al progressive “parlano” di gruppi italiani che molti giovani di oggi non conoscono affatto ed è un peccato…

    I miei di ricordi portano soprattutto ai gruppi inglesi (i più popolari Genesis e King Crimson soprattutto) e, nello specifico, quelli del Canterbury Rock (Soft Machine, Caravan, Camel, Hatfield, ecc..): tutta musica che ascolto tuttora e che sentire “live” con cover-band, avendo la fortuna di Scarpato, è sempre un’emozione.

    L’accostamento alla cucina mi sembra invero alquanto azzardato: forse gli unici che sono riusciti nella fusione fra barocchismo e tradizione sono i Tamani dell’Ambasciata (pure troppo, vero Maffi ?)

  2. Carissimo Fabrizio, come al solito i tuoi pezzi sono coltelli appuntiti che raschiano il cuore, i sentimenti, i ricordi profondi.
    Potrei anche maledirti per questo, invece ti ringrazio. Perchè mi hai permesso di ricordare nuovamente le bellissime serate estive della natia Fano passate ad ascoltare la musica della MicioSband
    ( http://www.miciosband.com/ ).
    Una band di amici, musicisti non professionisti, che suonano insieme da qualche decennio e dei quali dovresti sentire la loro interpretazione della “Impressioni di settembre”.
    .
    Basta, adesso devo iniziare a lavorare…..
    .
    Ciao

  3. dalla bellissima tenuta di lello tornatore , davanti a un fiano con il nome francese in onore del guardiano, reduci da meravigliosi pasti ( anche no in un caso ) e da un tradizionalismo moderno non certo barocco come quello di oggi da nonno 13 porgo un saluto a fabrizio e alla sua rubrica TERZA PAGINA.
    la si legge cosi’, in pantofole e camino spento, con il piacere dell’odore della carta stampata, se solo la tastiera fosse in grado di riprodurlo. pfm a manetta e ricordi struggenti. anche due lacrime su amori spersi e sofferti. scusa la volgarità fabrizio: ‘fan culo.

    :-))

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