Quando la ghost kitchen è campana. L’ultima idea di Vincenzo Cangemi e Pasquale Iannone


O Cuzzetiello ra' nonna - ghost kitchen

O Cuzzetiello ra’ nonna – ghost kitchen

di Annatina Franzese

In Italia, soprattutto in provincia, la ghost kitchen ossia il ristorante in tutto e per tutto, ma pensato esclusivamente per la delivery, sembrava lontanissimo dai canoni cui siamo abitualmente conosciuti.

Tuttavia, la pandemia e le conseguenti restrizioni, avendo reso ancora più importante il settore dell’asporto, hanno diffuso molto anche questo modo di fare cucina.

In un periodo in cui, come recita un antico detto napoletano “ ‘a necessità ròmpe ‘a legge”,  è necessario inventarsi e reinventarsi.

Vincenzo Cangemi e Pasquale Iannone, da sempre imprenditori lungimiranti, forti della seconda apertura de “O cuzzetiello ra’ nonna”a Frattamaggiore, non hanno potuto fare a meno di surfare l’onda.

Complice la loro fidata squadra composta da Martina Esposito, Pasquale Salierno, Marco Siviello e Gennaro De Luca, hanno dato vita a 5 virtual brand, ben rodati sin dalle prime settimane di presenza sulle piattaforme di food delivery convenzionate.

HD (hot Dog in alta definizione), MBK (Martin Burger King), FOCACCERIA CONTEMPORANEA, FRITTO BOMB e PATATURK KEBAB, sono i nomi delle cucine fantasma, atte a soddisfare ogni esigenza del palato.

Per ordinare del cibo da una delle cinque ghosts kitchens, esistono 3 modi.

Il primo, ordinario, è quello di scaricare una delle applicazioni convenzionate (Consegnam o Uber Eats) ed inserire i dati per la delivery. Questi siti, permettono sia di indicare l’orario preciso in cui si desidera ricevere il cibo che di scegliere il modo in cui pagare per permettere al cliente di organizzarsi al meglio. Il secondo, più simpatico, consente di contattare in privato le pagine social dei singoli brands per farsi fornire l’indirizzo segreto ove, nel rispetto delle disposizioni vigenti, è possibile ritirare il proprio ordine. Il terzo, pubblicitario ed atto ad incentivare il passaparola, è quello di “farsi raccomandare” da qualche cliente che ha già assaggiato i prodotti, per farsi fornire le informazioni utili a procedere all’ordine ed al conseguente ritiro.

“Il nostro progetto è nato in questo momento storico, ma quando tutto sarà passato non abbiamo intenzione di abbandonarlo, anzi, si amplierà e affiancherà le altre nostre attività”, spiegano Vincenzo e Pasquale.

Il packaging scelto è molto divertente ed i menù delle 5 cucine sono ben vari. A parte un piccolo eccesso nella quantità delle farciture, nulla è da eccepire rispetto alla qualità della materia prima.

Ho fatto notare questo “piccolo difetto”, ma Vincenzo e Pasquale non hanno dubbi: “il momento già è quello che è. Almeno a tavola, trattiamoci bene”.