Radici del Sud: l’Autoctono dell’Italia del Sud si presenta alla stampa Mondiale


Castello di Sannicandro

Castello di Sannicandro

di Antonio Di Spirito

Siamo quasi all’epilogo della prima parte della bella manifestazione organizzata da Nicola Campanile nel castello di Sannicandro di Bari, giunta, ormai, alla XIV edizione e che si svolge dal 4 al 10 giugno.

La missione di Radici del Sud è quella di identificare i vini più rappresentativi tra i vitigni più diffusi nel Sud dell’Italia: attraverso un blind-tasting, quattro giurie, composte da enologi, giornalisti, italiani e stranieri, e buyer, decreteranno con il loro giudizio i vini migliori per ogni categoria ed i tre migliori vini biologici.

Giurie a lavoro

Giurie a lavoro

Nelle prime due giornate noi commissari abbiamo assaggiato circa 150 vini e nelle due serate, ma fino a sabato, possiamo effettuare visite in cantine e partecipare ad ottime “verticali” e scoprendo realtà molto interessanti.

Mercoledi scorso abbiamo effettuato una visita all’Agrinatura Giancarlo Ceci, una realtà biodinamica di oltre 200 ettari, di cui 70 vitati, mentre gli altri dedicati a varie colture: seminativi, pascoli, oliveti ed orticoli.

Villa Ceci

Villa Ceci

Giancarlo Ceci

Giancarlo Ceci

In una verticale di Nero di Troia, abbiamo avuto la dimostrazione di quanto questo vitigno migliori con l’invecchiamento.

Appena messi nel bicchiere, tutti i vini presentavano note erbacee più o meno importanti; ma con l’ossigenazione, ogni vino ha mostrato il proprio lato migliore.

Felice Ceci 2009 si presenta molto composto e scuro con profumi di confettura e spezie fini; al palato le note fruttate sono accompagnate da tannini soffici, ma intensi; freschezza e sapidità sono al centro dell’agile sorso, mentre note di speziatura e di cacao sono le più vive in fase di chiusura.

Felice Ceci 2008 presenta inizialmente note metalliche e fungine insieme alla frutta ben matura; poi, però, si distende verso un portamento elegante; il frutto è croccante ed il tannino vivo ed ancora giovane; il sorso è comunque scorrevole, saporito, succoso e speziato.

Felice Ceci 2007 riempie il naso con note di frutta nera sciroppata, note di china, di terra ed erbe aromatiche; al palato è succoso e molto speziato, ha un ottimo tannino, grande freschezza e le note di frutta ben matura vengono coperte solo da una intensa speziatura

Parco Marano 2006, nonostante l’età, si presenta con note di frutta rossa e note leggermente metalliche; al palato è succoso e fresco con note di confettura di frutta nera e fichi; i tannini sono vellutati e la speziatura chiude il lungo sorso.

Giovedì è stata la volta di una bellissima verticale di Primitivo di Manduria dell’azienda Morella, anche questa condotta in regime biodinamico.

Avevo già avuto modo di apprezzare la bontà dei loro vini, ma mai la loro longevità.

I Vini di Morella

I Vini di Morella

S’inizia con un rosato pulito ed essenziale: Mezzarosa 2018. Si presenta in modo delizioso con piccoli frutti neri e pronunciata mineralità con pietra focaia. In bocca è suadente con tanta frutta rossa ed un sorso di buona consistenza; sapidità, acidità tagliente e speziatura finale coprono abbondantemente una lieve nota dolce. Molto ben fatto.

La Signora 2015 si propone con fiori rossi, frutti neri e note di talco; il sorso inizia con frutta succosa, dove si distinguono marasca e cerase; ha una buona consistenza, intensa speziatura, tannini arrotondati ed una freschezza viva con la quale marca a lungo la bocca.

Old Vines 2015 ha una piccola variante olfattiva: le note minerali sono accompagnate da sentori di carruba; al palato si porge con una fitta tessitura di frutta nera e tannini ancora non domi, ma in via di risoluzione; speziatura intensa e freschezza sovrintendono la chiusura del sorso.

Mondo Nuovo 2015 è il più floreale; il sorso è fresco, il tannino è vellutato e potente ed il tutto porta ad una chiusura speziata ed appagante.

Lisa Gilbee e Gaetano Morella

Lisa Gilbee e Gaetano Morella

Old Vines 2011 offre una vasta gamma di frutti neri: marasca, more, gelsi neri e, poi, note iodate e salmastre; in bocca è coerente, intenso, potente ed elegante; la speziatura è quasi piccante; l’acidità sorregge il sorso fino alla chiusura.

Ed, infine, Old Vines 2001, con le solite note fruttate di more e marasca, pietra rocca e carrube; al palato è succoso e sapido, ha tannini avvolgenti, un’ottima acidità ed una speziatura infinita. E’ elegante ed ha ancora tanto da dire.

Un commento

  1. Big Antony.Bentornato.Il violento caldo ti ha ridestato.Come sempre preciso e ben informato:ultimo sforzo prima del riposo strameritato dopo aver testato di tutto e di più in ogni dove tu sia stato chiamato.Ad maiora semper da chi sempre ti ha stimato.FM.

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